Nel formicaio viveva una piccola formica. Non era la più forte, né la più veloce o la più intelligente. Ma aveva un tratto che la distingueva da tutte le altre: non poteva ignorare il dolore altrui.

Ricordo ancora, come se fosse ieri, il piccolo formicaio ai margini delle colline toscane, dove viveva una formica minuta di nome Giulietta. Non era la più forte, né la più veloce, né la più astuta; però possedeva un tratto che la distingueva da tutte le altre: non poteva ignorare il dolore altrui. Quando un compagno si stancava e non riusciva a trasportare un chicco di grano, lei lo sosteneva. Quando qualcuno inciampava, lo rialzava. Quando la pioggia rovinava i tunnel, era la prima a ricostruirli. Col tempo, le altre formiche si abituarono a vederla sempre lì, pronta: “Se il chicco cade, lo raccoglierà”; “Se il lavoro resta incompiuto, lo finirà”; “Se sei esausta, ti offrirà una spalla”. Nessuno però le chiese mai: “E tu, piccola, non sei stanca?”

Giorno dopo giorno, Giulietta lavorava non solo per sé, ma per tutti, accollandosi i compiti che gli altri non riuscivano a portare a termine. “Un attimo ancora, la cosa più importante è rendere la vita più leggera per gli altri”, sussurrava a sé stessa. Poi, un mattino, sentì le zampe tremare, la schiena far male, e il chicco di grano divenne più pesante che mai. Eppure, quando un formicaio le chiese aiuto, lei rispose: “Sempre, come al solito”. Un altro la pregò di fare ancora, stringendo i denti. Un terzo, sicuro del suo impegno, disse: “Tu trovi sempre il tempo”. E così, sotto il peso di mille preoccupazioni, la povera Giulietta cadde.

Le altre formiche, ignare, la passarono accanto senza accorgersi, convinte che si sarebbe rialzata presto. Passarono i giorni; i chicchi di grano si accumulavano, i tunnel si crollavano, la spalla solidale era sparita. Allora cominciarono a capire quanto Giulietta avesse dato, ben oltre ciò che avrebbero mai immaginato. La cercarono, ma non la trovarono. Solo il vecchio formicaio, che viveva all’estremità del nido, sospirò stanco: “Se n’è andata. Ha capito che il suo lavoro non veniva apprezzato finché era qui.”

“Ma perché non ci ha mai detto nulla?” sbottarono gli altri. “E voi vi siete mai chiesti com’era per lei?” rispose l’anziano. Il formicaio rimase in silenzio, e tutti compresero: la loro amica era sempre stata al loro fianco, ma quando aveva bisogno di una mano, nessuno l’aveva vista.

Morale: in ogni gruppo c’è chi porta il carico più pesante, chi dice “sì” quando è al limite, chi offre la propria spalla senza chiedere nulla. Solo quando queste persone scompaiono, tutti si rendono conto del loro valore inestimabile. Riuscirete a capire in tempo? Se se ne vanno, torneranno?

Se nella vostra vita c’è qualcuno così, non tacete. Chiedete oggi: “Ti serve una mano? Come posso aiutarti?” perché a volte una sola domanda può cambiare tutto.

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Nel formicaio viveva una piccola formica. Non era la più forte, né la più veloce o la più intelligente. Ma aveva un tratto che la distingueva da tutte le altre: non poteva ignorare il dolore altrui.