Nessuno è all’altezza di lei

**Nessuno AllAltezza**

La madre di Lucia non faceva che sospirare, guardando la sua bellissima figlia. Bianca non riusciva a convincerla che aspettare tutta la vita un principe azzurro era inutile. Una perdita di tempo.

“Lucia, vivi in una fiaba. Guardati attorno: quanti ragazzi perbene ci sono! I tuoi compagni di scuola, Marco e Luca, sono bravi ragazzi e ti girano intorno. Perché rifiuti di uscire quando vengono sotto casa la sera? Potreste fare una passeggiata, parlare magari scopriresti che anche nei ragazzi semplici può nascondersi unanima splendida.”

“Mamma, non mi interessa unanima splendida. Voglio che sia bello, e in questo paesino non ce nè uno allaltezza. Guardami! Cè forse un ragazzo qui che merita me?” Lucia si raddrizzava, facendo risaltare ancora di più la sua figura slanciata, e che dire del suo viso.

La madre scuoteva la testa.

“Figlia mia, non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace. I proverbi antichi non mentono mai.”

Lucia aveva sentito quelle parole fin da piccola, ma non ci aveva mai riflettuto. Anzi, più cresceva, più era convinta che la bellezza portasse felicità Abituata comera agli elogi di tutti.

“Che bella bambina! Che occhi meravigliosi, che viso adorabile!” E lei sorrideva, felice, accettando anche i dolcetti che le offrivano.

Allasilo, era sempre la principessa delle recite. Alle medie, le compagne la invidiavano, desiderando assomigliarle. Non capiva che tanta ammirazione poteva giocarle brutti scherzi. Bianca lo sospettava da tempo.

Ormai adulta, Lucia cercava solo un uomo altrettanto bello. I ragazzi che la corteggiavano si scontravano con il suo sorriso sarcastico.

“Ma non vedono chi sono io e chi sono loro?” pensava.

Bianca cercava di spiegarle che gli uomini bellissimi raramente erano buoni mariti. Ma lei era convinta del contrario. A scuola andava male, e dopo il diploma entrò in un istituto tecnico. Neanche lì trovò un ragazzo degno.

“Mamma, non voglio un Carlo o un Matteo qualunque. Aspetterò il mio principe,” diceva quando la madre parlava di matrimonio.

I ragazzi smisero di corteggiarla quando capirono di non avere speranze. Le amiche si sposarono, ebbero figli, mentre Lucia restava sola.

“Mamma, me ne vado in città. Qui non cè niente per me. I ragazzi di campagna non fanno per me.” Partì senza esitare.

Bianca accettò in silenzio. Era stanca di discutere. Il tempo passava, e Lucia era ancora sola. A trentanni, sperò di trovare finalmente luomo giusto. A trentasette, ebbe fortuna: assunta in unazienda importante.

E il direttore era esattamente come laveva sempre sognato: modi raffinati, sorriso affascinante, linee del viso perfette.

Massimo era il primo uomo che la interessò. Non le importava fosse sposato con due figli. Voleva solo un bambino bellissimo come lei.

“Che importa se è sposato? Otterrò comunque quello che voglio.”

Sedurlo fu semplice. Lui la notò subito e la invitò a cena.

“Lucia, non ho mai incontrato una donna così bella. Peccato non averti conosciuta prima. Purtroppo, ho una famiglia e non posso lasciarla ma sarei felice se ci vedessimo ogni tanto.”

“Massimo, non preoccuparti. Per me è solo divertimento, non voglio romperti il matrimonio,” disse lei, e lui fu sollevato.

Presto Lucia rimase incinta. Massimo la aiutò, e lei fu felice. Finalmente capì cosa fosse la felicità. Dedicò tutto se stessa al figlio, Matteo, che divenne la sua ragione di vivere.

Matteo era bellissimo, ma anche intelligente. A scuola era il migliore, vinse concorsi, eccelleva nello sport. Lucia era orgogliosissima.

Lui sapeva di essere bello, ma ignorava le ragazze che lo corteggiavano. Lucia iniziò a preoccuparsi.

“Avrà la mia stessa sorte? Spero non commetta il mio errore. Non deve aspettare una principessa, deve vivere nel presente.”

Matteo si laureò, trovò un lavoro prestigioso, e a quasi trentanni le annunciò:

“Mamma, mi sposo. Io e Giulia veniamo a trovarti. È la donna che ho sempre sognato.”

Lucia fu felice. Finalmente! Preparò champagne e cibo, ansiosa di conoscere la futura nuora.

“Mamma, ecco Giulia!” disse Matteo entrando.

Lucia la osservò e il sorriso svanì. Giulia era carina, ma niente di speciale.

“Piacere,” disse la ragazza con voce dolce. “Matteo mi ha parlato tanto di te. Sei bellissima.”

A tavola, Lucia tacque, delusa. Giulia capì subito di non piacerle, ma almeno sarebbero vissuti lontano.

Quando partirono, Lucia trattenne il figlio.

“Matteo, non mi piace la tua scelta. Puoi trovare di meglio.”

“Mamma, non lascerò Giulia. È buona, intelligente la amo!”

“Guarda te e guarda lei! Cosa ci trovi?”

“Non cambierò idea. Abbiamo già fissato la data.”

Lucia capì che era inutile insistere.

Giulia ebbe una bambina e, dopo il parto, fiorì. Lavorava, venne promossa, e persino gli uomini si voltavano a guardarla. Lei e Matteo erano felici.

Lucia, invece, continuava a disprezzarla. Né i successi, né la nipotina cambiarono il suo giudizio.

Gli anni passarono. La nipote crebbe, si sposò. Lucia invecchiò, sola. La salute peggiorò, e un giorno finì in ospedale.

“Dovete assisterla,” spiegò il dottore a Matteo. “Non può più vivere da sola.”

Matteo chiamò Giulia.

“Portala qui. Ci prenderemo cura di lei,” disse lei senza esitare.

Lucia si trasferì da loro. Giulia la accudiva con pazienza, nonostante i suoi modi sgarbati. Col tempo, Lucia si arrese alle sue cure.

A volte, lucida, voleva ringraziarla ma non ci riusciva. Poi, una sera, dopo un momento di confusione, la guardò e sussurrò:

“Perdonami, figliola.”

Giulia labbracciò. “Non importa. Ti vogliamo bene.”

Quella notte, Lucia morì, con un lieve sorriso sulle labbra.

**Diario di un uomo che ha capito troppo tardi:**
La bellezza svanisce. Lamore, invece, no.

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