Le Nipoti Offese
Quando Laura tornò a casa con le figlie, queste scoppiarono subito in lacrime. Le bambine erano appena rientrate dalla nonna — e sembravano completamente abbattute.
“Mamma, la nonna non ci vuole bene…” singhiozzavano all’unisono. “A Luca e Sofia permette tutto, a noi niente! A loro regali, caramelle, a noi solo ‘non toccare’, ‘non disturbare’, ‘andate in un’altra stanza’.”
Laura serrò le labbra. Il cuore le si strinse dal dolore. L’aveva provato tante volte prima, ma sentirlo dalle proprie figlie era particolarmente doloroso.
La suocera, Valentina Romana, non aveva mai dimostrato grande affetto per le figlie di Laura. Invece, i nipoti della sua adorata figlia, Luca e Sofia, li venerava. A loro tutto, agli altri briciole. O forse nemmeno quelle.
Una volta, Laura aveva cercato di ignorare la cosa. Si consolava pensando che la nonna fosse anziana, dal carattere difficile. Ma con gli anni era diventato sempre più evidente: per Valentina Romana, i nipoti erano “veri” e “falsi”. E persino la stessa sangue – se veniva dalla “donna sbagliata” – non contava.
Le bambine raccontarono come la nonna le avesse sgridate perché ridevano troppo forte, e poi, cinque minuti dopo, aveva permesso a Luca di far sfrecciare le macchinine sul pavimento, pur facendo il doppio del rumore. Oppure di quando aveva portato una torta e l’aveva offerta agli “ospiti”, mentre alle nipoti aveva dato solo un tè.
Il peggio accadde quando la nonna mandò a casa le bambine da sole. Sulla strada gelida, attraverso un terreno incolto. Avevano solo sette anni. Avevano paura dei cani, tremavano dal freddo. E Valentina Romana non si era nemmeno preoccupata di chiamare i genitori.
Quando Laura lo scoprì, non riuscì a trattenere le lacrime. Chiamò la suocera, ma quella si limitò a sbuffare:
“Bisogna imparare a essere indipendenti. Alla loro età io andavo già al mercato da sola.”
Dopo quella chiamata, il marito di Laura, Marco, per la prima volta litigò seriamente con sua madre. Non urlò. Si limitò a dire:
“Mamma, se non riesci a essere una nonna per tutti i tuoi nipoti, allora è meglio non esserlo affatto.”
Passarono gli anni. Le bambine crebbero, diventando intelligenti e gentili. E da molto tempo non chiedevano più di andare dalla nonna. Intanto, Valentina Romana… invecchiava. Medici sempre più frequenti, pastiglie al posto dei dolci, e la TV che sostituiva le conversazioni.
Provò a chiamare i nipoti. Telefonò a Luca — era impegnato, Sofia si scusò con lo studio. Allora si ricordò di quelle “non sue”.
“Che vengano, che puliscano, che portino la spesa. Sono pur sempre loro nonna…”
Laura ascoltò, tacque un momento, poi rispose:
“Lei è la loro nonna? E loro, per lei, chi sono? Ricorda quando ha detto: ‘Io non vi ho chiamate’? Ecco, non verranno. Perché se lo ricordano fin troppo bene.”
La telefonata finì lì. E nella casa della nonna tornò il silenzio. Solo che, questa volta, era davvero silenzio. E senza rimedio.