Non andartene, mamma. Storia di famiglia
Si dice spesso qui che ogni persona è come un carciofo, devi togliere molte foglie per scoprire il cuore.
Ma io, Anna Giuliani, non ci ho mai creduto: penso sempre di capire subito chi ho di fronte!
Mia figlia, Bianca, si è sposata lanno scorso.
Quanto ho sognato che trovasse un bravo ragazzo, che arrivassero dei nipotini, e che io potessi guidare questa nuova famiglia da vera nonna italiana, come una volta.
Lorenzo, il marito di Bianca, non era affatto stupido, anzi, direi che era anche benestante. E pareva fiero di tutto ciò. Ma loro hanno preferito andare a vivere da soli Lorenzo aveva già un piccolo appartamento in centro, e non sembravano affatto aver bisogno dei miei consigli!
Per me, lui stava cambiando Bianca e non in meglio!
Questo tipo di relazione non rientrava affatto nei miei piani. E poco a poco ho cominciato a vedere in Lorenzo solo difetti.
Mamma, tu non capisci, mi diceva spesso Bianca con un nodo in gola. Lorenzo è cresciuto senza genitori. Si è fatto uomo da solo, è forte ma anche molto buono.
Ma io già facevo la bocca amara, e cercavo nelluomo di mia figlia solo difetti.
Ormai mi sembrava tutta una facciata quella gentilezza che aveva mostrato a Bianca! Sentivo fosse mio dovere di madre svelarle la verità su quel ragazzo vuoto, prima che fosse troppo tardi.
Nessuna laurea, testardo, non si appassiona a nulla!
I fine settimana passati buttato davanti alla tv, stanco morto dice lui!
E questa sarebbe la vita che vuole mia figlia? No di certo, e un giorno mi avrebbe ringraziato.
E poi, se nasceranno dei bambini, i miei nipoti: che esempio potrà mai dargli un padre simile?
Insomma, ero davvero molto delusa. Anche Lorenzo, sentendo la mia freddezza, iniziava a tenersi alla larga.
Alla fine ci vedevamo sempre meno, e io mi sono rifiutata per un po di andare a casa loro.
Mio marito Filippo, sempre di buon umore e conoscendomi bene, ha preferito non schierarsi.
Fino a che, una sera tardi, Bianca mi ha chiamato con voce agitata:
Mamma, non te lavevo detto, ma sono fuori città per lavoro due giorni. Lorenzo si è beccato un brutto raffreddore in cantiere, è tornato a casa prima, stava male. Ora provo a chiamarlo ma non risponde.
E tutto ciò che centra con me?, le ho risposto un po secca. Vivete per conto vostro, giusto? A quanto pare non vi importa niente di come stiamo noi con papà! E ora mi chiami in piena notte solo per dirmi che Lorenzo non si sente bene? Ma ti pare il caso?
Mamma la voce le è quasi tremata; si sentiva che davvero era preoccupata. Scusami, è solo che mi dispiace che tu non voglia capire che ci amiamo. E pensa che Lorenzo sia una persona vuota, ma non è vero! Davvero credi che io, tua figlia, possa scegliere un uomo cattivo? Non ti fidi di me?
Sono rimasta in silenzio.
Mamma, ti prego, hai ancora le chiavi di casa nostra. Puoi andare a controllare se Lorenzo sta bene? Ti prego, mamma!
Va bene, solo per te, ho risposto. Poi sono corsa a svegliare Filippo.
Nessuno apriva alla nostra chiamata. Così ho usato il mio mazzo di chiavi.
La casa era immersa nel buio forse non cera nessuno?
Forse non è nemmeno in casa, ha mormorato Filippo. Ma io lho guardato torva, perché dentro sentivo lansia di mia figlia.
Appena entrata in salotto mi sono fermata: Lorenzo era sdraiato sul divano in una posizione strana. Aveva la febbre.
Il medico della guardia medica lo ha rimesso in sesto:
Non si preoccupi, il ragazzo probabilmente ha avuto complicazioni post-influenzali. Deve lavorare molto?, mi ha chiesto gentilmente.
Eh già, lavora parecchio, ho ammesso.
Tranquilli, tutto andrà bene. Misurate spesso la temperatura e se peggiora chiamate subito.
Lorenzo dormiva profondamente, pallido con la fronte sudata e i capelli arruffati. Mi sono seduta sulla poltrona accanto, e allimprovviso mi sono sentita strana: ero lì, a vegliare il genero che avevo tanto criticato.
Nel sonno sembrava persino più giovane, aveva unespressione dolce, diversa da quella a cui ero abituata.
A un tratto, nel dormiveglia, Lorenzo mi ha sussurrato: Mamma, non andartene, mamma stringendomi la mano.
Sono rimasta lì, immobile, senza trovare il coraggio di liberare la mia mano dalla sua.
Sono rimasta a vegliare su di lui fino allalba.
Alle prime luci, ha chiamato Bianca:
Mamma, scusa, torno tra poco, non serve che vai tu. Penso che passerà tutto.
Ma sì, ormai è passato le ho sorriso ti aspettiamo a casa, sta tranquilla, qui va tutto bene.
*****
Quando mi è nato il primo nipotino, ho subito voluto dare una mano.
Lorenzo mi ha baciato la mano, riconoscente:
Vedi, Bianca, e tu che dicevi che mamma non avrebbe voluto aiutarci.
Ed io, fiera, tenevo in braccio Tommaso, girando per casa:
Ecco qua, Tommy, guarda che fortuna che hai: hai i genitori migliori del mondo e anche una nonna e un nonno che ti adorano! Sei proprio fortunato, ragazzo mio!
Quindi forse è vero: ogni persona è un carciofo, solo con il tempo arrivi al cuore.
E solo lamore può aiutarti a capire davvero.






