Non c’è spazio per lei nella mia vita, e mai ce ne sarà!

Non c’è posto per lei nella mia vita, e mai ci sarà! Oggi ho deciso di esprimere ciò che sento. Non desidero né pietà né consigli – ho solo bisogno di liberarmi di questo peso nell’anima. So cosa ho passato e, nonostante il dolore e il tradimento, continuerò a vivere a testa alta. Perché l’ho amata sinceramente.

Ho conosciuto Alessia quattro anni fa durante una fiera a Bologna. Era venuta per pochi giorni, ma quel tempo è bastato perché tra noi scoppiasse un’energia particolare. Sembrava di essere in un film – lunghe chiacchierate, risate, sguardi teneri. Dopo due mesi decise di trasferirsi da me, abbandonando la sua vita a Roma.

Entrambi eravamo divorziati, avevamo subito tradimenti. Non avevo mantenuto contatti con la mia ex moglie e lei non lo faceva con il suo ex marito. Alessia raccontava di come lui le avesse rovinato la vita e di come manipolasse la loro figlia, mettendola contro di lei. Entrambi avevamo alle spalle delle drammi e sembrava che finalmente avessimo trovato un amore sereno e maturo.

Ero felice. Ma lei no.
L’amavo davvero. Nessuno si era mai preso cura di me come lei. Iniziammo a vivere insieme, pianificando il nostro futuro. L’amore in età matura è qualcosa di speciale. Sai già cosa desideri, apprezzi i momenti e vivi in modo consapevole.

Ma la vita aveva in serbo per me un colpo inimmaginabile.

Tradimento.
All’inizio di luglio, partimmo per la nostra prima vacanza da soli – verso sud, a Napoli. Mare, sole, lunghe passeggiate sul lungomare… Ero certo che tutto andasse a meraviglia.

Ma all’improvviso scoprimmo che il suo ex marito e la figlia, insieme alla loro nipotina di due anni, stavano anche loro in zona – a Sorrento.

Ricordo che lei diceva di non avere rapporti con loro, che la figlia non voleva saperne di lei, che era tagliata fuori dal suo passato. Ma un giorno il suo telefono squillò. Alessia guardò lo schermo e si illuminò per la gioia.

– Certo, venite! Siamo qui in hotel… – sentii la sua voce.

Non capivo cosa stesse succedendo. Come avevano fatto a ritrovarsi?

Dopo qualche ora arrivarono. La figlia neppure mi guardò – tutta la sua attenzione era rivolta verso la madre. E Alessia… brillava. Non aveva mai visto la nipotina e ora quel momento si era avverato.

Piangeva di gioia, stringendo la bambina tra le braccia, baciandola, abbracciandola. Non potevo ignorarlo. Sembrava che fossi di troppo.

– Vado a fare una passeggiata, – dissi, dando loro un po’ di tempo da sole.

Quando tornai, vidi il suo ex marito osservarla… con tenerezza, con una sorta di malinconia silenziosa.

Sentii un’ansia crescente.

Crepa invisibile.
Quando se ne andarono, tornammo in camera. Alessia si sdraiò subito a letto, senza neppure dirmi buonanotte. Era la prima volta.

La mattina seguente sembrava strana – nervosa, pensierosa.

– Ho solo mal di testa, – disse.

Ma qualcosa era cambiato.

Dopo pochi giorni, annunciò che dovevamo tornare a casa prima. Raccoglieva le cose in fretta, quasi non parlava durante il viaggio.

Poi… poi scomparve.

Scomparsa.
Il giorno dopo il ritorno, partì “per affari” verso Roma. E non tornò più.

La chiamai, ma trovava sempre delle scuse – “sono in metropolitana”, “sono a un incontro”, “ti richiamo dopo”. Ma non richiamava.

E io non riuscivo a chiamarla di nuovo. Semplicemente non potevo.

Per una settimana ho lottato con il telefono, ma alla fine lo lasciavo sul letto, rendendomi conto che sentire l’ennesima menzogna era insopportabile.

Tutto mi era chiaro anche senza parole.

Porta chiusa.
Dopo un paio di settimane, mi chiamò. La sua voce era bassa, quasi colpevole.

– Ho commesso un errore. Pensavo che… mi ero persa… Scusa.

Stava dicendo qualcos’altro, ma non l’ascoltavo più.

– È tardi, Alessia.

E riattaccai.

Non mi aspetto che il suo nuovo-vecchio uomo cambi. Forse fra un anno, due o tre, mi richiamerà di nuovo.

Ma ora non importa.

Non c’è più posto per lei nella mia vita.

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