Non chiamare indietro

— Mamma, ma sei completamente pazza! — La voce di Lorenzo tremava per il disgusto. — Come hai potuto credere a quella serpe?

— Non permetterti di parlare così di Elena! — lo interruppe bruscamente Valentina. — Per me è come una figlia!

— Una figlia? — rise nervosamente Lorenzo. — Mamma, ti ha derubata! Ha svuotato tutti i tuoi risparmi!

— Non mi ha derubata! Le ho dato io quei soldi! — Valentina batté il pugno sul tavolo. — E non sono affari tuoi, come li spendo!

— Sono anche miei, mamma! È l’eredità della nonna! La tua pensione e quello che ti do io! E lei ha preso tutto e è sparita!

Valentina si voltò verso la finestra. Fuori pioveva, le gocce scendevano sul vetro come lacrime. Ma lei non piangeva. Aveva finito le lacrime ieri, quando aveva capito che Elena l’aveva ingannata.

— Non è sparita — sussurrò. — È andata dalla sorella a Bari. Ha detto che torna tra un mese.

— Mamma, svegliati! Che sorella? Sai bene che non ha nessuno! È orfana!

— Forse una sorella è riapparsa… forse l’ha trovata…

Lorenzo le mise le mani sulle spalle.

— Guardami. Elena Neri è una truffatrice. Si è avvicinata a te solo per i soldi. Ha già fregato decine di donne come te.

— Come lo sai?

— Ho assunto un investigatore. Guarda.

Tirò fuori una cartella con documenti e foto.

— Elena Neri, trentotto anni. Precedenti per frode. Bersaglia donne anziane sole. Ecco le foto con le sue vittime.

Valentina prese la cartella con mani tremanti. Nelle foto, Elena sorrideva abbracciata a donne della sua età, tutte felici.

— Non può essere vero… — sussurrò.

— Ti ha portato via ventimila euro, mamma. Ti ha detto che sua figlia era malata e aveva bisogno di un’operazione. Ma non ha figli!

Valentina si lasciò cadere sulla sedia. Le tremavano le mani, tutto le girava davanti agli occhi.

— Ma ci siamo conosciute… è durato un anno… mi aiutava, mi portava la spesa, mi accompagnava in ospedale…

— Preparava il terreno. Aspettava il momento giusto per colpire.

Valentina ricordò il loro primo incontro. Era alla clinica, in fila dal cardiologo. Elena si era seduta accanto a lei, avevano chiacchierato. Le aveva detto di essere sola, il marito morto, la figlia lontana. Proprio come lei.

Poi gli incontri al supermercato, in farmacia. Elena era sempre gentile, pronta ad aiutare. Pian piano erano diventate amiche. Veniva a trovarla, bevevano il tè, condividevano ricordi.

— Ti avevo avvertita — continuò Lorenzo. — Ti ho detto di stare attenta alle nuove conoscenze.

— Lo so. Ma sei sempre sospettoso. Pensi che tutti siano cattivi.

— Non tutti. Ma alcuni sì. Specie quelli che diventano amici troppo in fretta.

Valentina chiuse gli occhi. Ricordava il giorno in cui Elena era venuta da lei in lacrime, dicendo che sua figlia Oliva era malata, che serviva un’operazione urgente, che i soldi non bastavano.

— Valentina, non so a chi rivolgermi — singhiozzava. — Sei l’unica persona che ho.

E lei le aveva dato tutto, senza pensarci. Come poteva non aiutare un’amica?

— Perché non me l’hai detto? — chiese Lorenzo. — Ti avrei fermato.

— Perché sapevo che saresti stato contro. Non l’hai mai sopportata.

— Sentivo che era una bugiarda. Rideva troppo, adulava troppo. Gli amici veri non sono così.

Valentina si alzò e andò alla credenza. C’era una cornice con una foto di lei ed Elena al parco, vicino alla fontana. Sorridevano abbracciate. La prese e la scagliò a terra. Il vetro andò in frantumi.

— Mamma! — si spaventò Lorenzo.

— Che stupida! — gridò Valentina. — Vecchia sciocca! Come ho potuto essere così ingenua?

Scoppiò in lacrime. Lorenzo la strinse a sé.

— Non biasimarti. È una professionista. Sa come manipolare.

— Ma perché proprio io? Perché ha scelto me?

— Perché sei buona. Perché sei sola.

Valentina si staccò e lo guardò negli occhi.

— Andrò alla polizia.

— È troppo tardi. È andata via. Non la troveranno.

— La troveranno. Di sicuro.

Lorenzo scosse la testa.

— Anche se la trovano, i soldi non li riavrai. Li ha già spesi.

— Almeno altre donne non cadranno nella sua trappola.

Si asciugò le lacrime e si raddrizzò. Negli occhi aveva una nuova determinazione.

— Domani vado in commissariato. Farò denuncia.

— Bene. Vengo con te.

— No. Lo faccio da sola.

Lorenzo ripose i documenti.

— Perché non mi hai chiamato in questi giorni? Ero preoccupato!

— Mi vergognavo. Sapevo che mi avresti sgridata.

— Non ti sgrido. Mi preoccupo per te.

— Lo so. Perdonami, Enzo.

Il figlio le baciò la fronte.

— Vuoi venire a vivere da me? Non voglio lasciarti sola.

— No — rispose ferma. — Sono abituata alla mia indipendenza.

— Ma dopo questo colpo…

— Proprio ora devo restare. Se scappo, non mi perdonerò mai.

Lorenzo voleva obiettare, ma capì che aveva ragione. Era sempre stata una donna forte.

— Va bene. Ma passerò ogni giorno.

— Non serve. Una volta a settimana basta.

— Mamma…

— Enzo, ce la farò. Davvero.

Se ne andò, e Valentina restò sola. Raccattò i pezzi della cornice, strappò la foto in mille pezzi e la gettò nel cestino.

Poi si sedette nella sua poltrona vicino alla finestra e rifletté. Come aveva potuto essere così stupida? Perché aveva creduto a un’estranea più che a suo figlio?

Il telefono squillò. Vide il numero: Elena.

Esitò, poi rispose.

— Valentina, ciao! — la voce allegra. — Come stai? Mi sei mancata tanto!

— Elena… — disse piano.

— Valentina, ho buone notizie! Oliva è stata operata! Tutto bene, sta già guarendo!

— Bene — rispose senza emozione.

— Che hai? Sembri strana.

— Niente. Sono stanca.

— Capisco. Sento, torno tra una settimana! Ci vediamo, ti racconto tutto!

— Mostrami una foto di Oliva.

— Cosa?

— Mostrami una foto di tua figlia. Mi piacerebbe vederla.

Silenzio.

— Perché vuoi la foto?

— Curiosità. Ne hai parlato tanto.

— Non ho foto con me. Ho rotto il telefono, le ho perse tutte.

— Capisco.

— Valentina, che succede? Perché queste domande?

Respirò profondamente.

— So tutto.

— Che cosa?

— Che non hai una figlia. Sei una truffatrice. Mi hai ingannata.

Un’altra pausa, poi una risatina nervosa.

— Cosa dici? Stai bene? Hai la pressione alta?

— Io sto bene. Tu no.

— Non capisco. Chi ti ha messo queste idee in testa?

— Nessuno. Ho scoperto da sola.

— Cosa hai scoperto?

— Che sei una truffatrice. Che hai già fregato decine di donne.

La voce di Elena divenne fredda.

— E allora? Correrai dalla polValentina riagganciò, bloccò il numero per sempre, e mentre fuori il sole illuminava i fiori sul davanzale, capì che la vera libertà era non aspettarsi più niente da chi aveva spezzato la sua fiducia.

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