– Non cucino più per tutti! Solo per me e per Anna. – E perché mai? – si indignò Niccolò. – Perché in questa famiglia, ho capito, ognuno pensa solo a sé stesso. Allora vivete così!

30 aprile

Oggi ho capito una cosa importante.

” Non cucino più per tutti! Solo per me e per Annina. E perché mai? si è arrabbiato Michele. Perché in questa famiglia, ho capito, ognuno pensa solo a sé stesso. Allora arrangiatevi!”

“Mamma, dovè la colazione? Lara è entrata in camera senza bussare. Farò tardi a scuola!”

Nina ha cercato di alzarsi, ma la testa le girava. Il termometro segnava trentotto e mezzo. La gola le bruciava, il petto le scricchiolava.

“Lara, sto male Prendi qualcosa dal frigo.”

“Non cè niente! Solo gli yogurt per la piccola! Mia figlia è rimasta sulla porta, incrociando le braccia. Pensi sempre solo a lei!”

Dalla cameretta si è sentito un pianto. Annina si era svegliata. Nina si è costretta ad alzarsi. Le gambe le cedevano, vedeva le stelle.

“Nina, dovè la mia camicia? Michele è spuntato dal bagno. Quella a righe blu?”

“Dovrebbe essere nellarmadio”

“Non cè! Lhai stirata ieri?”

Nina si è appoggiata al muro. Ieri aveva passato tutta la giornata con la febbre, cercando di badare alla più piccola.

“No, non ho fatto in tempo.”

“Accidenti! Ho una riunione! mio marito ha sbattuto la porta del bagno.”

Annina piangeva sempre più forte. Nina è trascinata nella cameretta, ha preso la bambina in braccio. Si è stretta a lei, singhiozzando.

“Mamma! Lara dalla cucina. Non cè proprio niente! Nemmeno il pane!”

“I soldi sono sul tavolo, comprati qualcosa per strada.”

“Non ho tempo di fermarmi! Ho un compito in classe! E poi, è il tuo dovere sfamare la famiglia!”

Nina, senza parlare, è andata in cucina con Annina in braccio. Ha tirato fuori dal freezer le polpette, ha messo la padella sul fuoco.

“E fai anche la pasta! ha ordinato Lara, immersa nel telefono.”

Mentre preparava la colazione, Michele è uscito dalla camera con una camicia stropicciata.

“Ho dovuto mettere questa. Sembro un barbone. Grazie mille!”

Nina è rimasta zitta. Parlare le faceva male, e non aveva nemmeno la forza per spiegare.

“Oggi è il compleanno di Silvia ha annunciato Lara, mettendosi la pasta nel piatto. Dopo scuola vado da lei. Torno tardi.”

“Lara, sto davvero male. Potresti restare a casa? Mi aiuti con tua sorella?”

“Ma sì, certo! Aspetto questa festa da sei mesi! E poi, non sono stata io a chiedere una sorella! Sono problemi vostri!”

Mia figlia ha preso la borsa ed è uscita sbattendo la porta.

Michele ha finito di fare colazione, scorrendo le notizie sul telefono.

“Michele, potresti tornare prima oggi? Non mi sento per niente bene.”

“Non posso. Cè laperitivo con i colleghi dopo il lavoro. Sai comè.”

“Ma sono malata”

“Be, prendi qualcosa. Paracetamolo, o roba simile. Non sei a letto, no? Arrangiati.”

Mi ha dato un bacio sulla tempia bollente, sudata ed è uscito.

Nina è rimasta sola con la figlia di tre anni. Annina voleva attenzioni, cibo, giochi. Nina ha fatto tutto automaticamente, sentendo le forze abbandonarla.

A pranzo la febbre è salita a trentanove. Nina ha mangiato qualcosa, ha messo a dormire la bambina ed è crollata sul divano. La testa le martellava, il cuore le batteva forte.

Il telefono ha vibrato. Un messaggio da Lara: “Mamma, dammi i soldi per il regalo a Silvia. Subito!”

Nina non ha risposto. Non aveva nemmeno la forza di prendere il telefono.

La sera, il primo a rientrare è stato Michele. Alticcio, allegro, con una busta del supermercato.

“Ho preso birra e patatine! Stasera cè la partita! si è lasciato cadere sul divano, accendendo la tv.”

“Michele, dai da mangiare ad Annina, per favore. Non riesco ad alzarmi.”

“Così male? finalmente mi ha guardato. Ma sei tutta rossa!”

“Febbre alta. Tutto il giorno”

“Be, chiama il dottore, se stai così. Dovè la piccola?”

“A letto. Si sveglierà tra poco.”

“Va bene, le do qualcosa. Appena si sveglia.”

Mezzora dopo, Annina si è svegliata. Piangeva, chiamava la mamma. Michele si è staccato a malincuore dalla tv, lha presa in braccio.

“Perché piangi? Vieni con il papà!”

Ma la piccola voleva solo la mamma, piangeva ancora più forte. Michele era perso.

“Nina, vuole te!”

“Dalle i biscotti dallarmadio. E il succo.”

“Dove? Non trovo niente!”

Ho dovuto alzarmi. La stanza ha girato, mi sono aggrappata al muro. Nina ha preso i biscotti, versato il succo. Annina si è calmata un po.

Lara è tornata dopo mezzanotte. Nina non dormiva la febbre non glielo permetteva.

“Perché non mi hai risposto? ha attaccato subito mia figlia. Ho dovuto chiedere i soldi alla mamma di Silvia! Che vergogna!”

“Lara, ho avuto la febbre a quaranta tutto il giorno”

“E allora? Non potevi prendere il telefono? Due secondi!”

Il mattino dopo, Nina si è svegliata perché Michele la scuoteva.

“Nina, alzati! Devo andare a lavoro, e la piccola strilla!”

La febbre era calata, ma la debolezza restava. Nina si è alzata, ha preso la bambina, lha vestita.

“E la colazione? ha chiesto mio marito.”

“Falla da solo. Io porto Annina allasilo.”

“Da solo? Ma non so fare niente! E non ho tempo!”

“Imparerai.”

Qualcosa nella sua voce ha zittito Michele. Ha borbottato e se nè andato in cucina.

Quando Nina è tornata dallasilo, la casa era un disastro. Piatti sporchi, vestiti in giro, il letto sfatto. Di solito iniziava subito a pulire. Ma non oggi.

Ha fatto la doccia, bevuto un tè e si è messa a letto.

A cena, la famiglia si è riunita. O meglio, seduta a un tavolo vuoto.

“Mamma, cosa cè per cena? ha chiesto Lara.”

“Non lo so. Quel che preparerete, quello ci sarà.”

“Cioè? mia figlia ha sgranato gli occhi.”

“Cioè esattamente quello. Non cucino più per tutti! Solo per me e Annina.”

“Ma perché? si è infuriato Michele.”

“Perché in questa famiglia, ho capito, ognuno pensa solo a sé stesso. Allora arrangiatevi!”

“Nina, ma che ti prende? ha provato ad abbracciarmi, ma Nina si è scostata.”

“Sono stufa di fare la serva! Ieri avete dimostrato benissimo che per voi sono solo personale di servizio. Gratuito.”

“Mamma, ma io ho chiesto scusa! ha mentito Lara.”

“No, non lhai fatto. E nemmeno tuo padre. Nessuno mi ha chiesto come stavo.”

“Va bene, scusa! ha brontolato Lara. E adesso, facciamo la fame?”

“Il frigo

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