**8 Marzo Un giorno che non dimenticherò mai**
Ancora non è arrivato. Ultimamente è stato sommerso dal lavoro e torna sempre più tardi.
Martina ha messo a letto i bambini ed è andata in cucina per farsi una tazza di tè. Giovanni non era ancora a casa. Da qualche tempo, era travolto dal lavoro e dalla stanchezza, e spesso faceva tardi. Martina lo comprendeva e cercava di risparmiargli le preoccupazioni domestiche. Dopotutto, era lunico a portare soldi in casa.  
Subito dopo il matrimonio, avevano deciso che Martina si sarebbe occupata della casa e dei futuri figli, mentre Giovanni avrebbe garantito il benessere della famiglia. Così, uno dopo laltro, erano nati i tre bambini. Giovanni si era emozionato ogni volta e diceva che non aveva intenzione di fermarsi lì.
Martina, invece, era stanca dei pannolini infiniti, del latte in polvere e delle notti insonni. Aveva deciso di fermarsi un po con i figli.
Giovanni tornò a casa dopo mezzanotte, leggermente allegro. Alla sua domanda sul motivo del ritardo, rispose:
“Martina, siamo sepolti dal lavoro, così abbiamo deciso di uscire a rilassarci un po.”
“Tesoro mio!” sorrise lei. “Vieni, ti preparo qualcosa da mangiare!”
“Non serve. Ho mangiato delle allette di pollo e ho perso lappetito. Meglio andare a dormire.”  
Si avvicinava l8 marzo. Martina, chiedendo a sua madre di badare ai bambini, andò al centro commerciale. Voleva festeggiare quella giornata in modo speciale: una cena romantica solo per loro due. Sua madre accettò di tenerli.
Oltre ai regali e agli ingredienti, Martina decise di comprare qualcosa anche per sé. Non acquistava nulla da tempole vergognava chiedere soldi a Giovanni per i vestiti, e tanto non aveva dove indossarli. Lultimo acquisto era stato un pigiama, ma non era adatto per la serata. Così entrò in un negozio e, dopo aver scelto alcuni abiti, si infilò nel camerino.
Stava provando il secondo vestito quando sentì la voce familiare del marito nel camerino accanto:
“Mmm, non vedo lora di levartelo!”
Risate argentate seguirono le sue parole.
“Abbi un po di pazienza, birbante! Vai a comprare qualcosa a tua moglie!”
“E a cosa le servirebbe? È troppo presa dai bambini. A loro non importa come si veste, basta che siano sfamati, cambiati e con i giocattoli in ordine! Le prenderò un robot da cucina! O forse una macchina del panecosì sarà felice!”  
Martina sentì un brivido freddo. Continuò a provare i vestiti meccanicamente, ma si concentrò sulle voci accanto.
“E se ti chiede dove hai speso tutti quei soldi? Un robot da cucina e una macchina del pane non costano così tanto,” ridacchiò la ragazza.
“Perché dovrei renderle conto di come spendo i miei soldi? Lavoro io, lei sta a casa! Le do una cifra precisa per le spese ed è abbastanza! Dovrebbe ringraziarmi!”  
Presto le prove finirono e le voci si allontanarono. Martina sbirciò con cautela e vide il suo amato marito alla cassa, pagando insieme a una bionda. Dopo il pagamento, non si vergognò di baciarla, proprio davanti alla cassiera.
“Tutto bene, signora?” chiese la commessa, notando Martina ancora nel camerino.
“Sì, sì, tutto bene!” rispose, aprendo la tenda e consegnandole i vestiti.  
A casa, Martina lasciò andare sua madre e mise i bambini a dormire. Cominciò a fare progetti. Non si sarebbe mai aspettata un tale tradimento da parte di suo marito. Non tanto per linfedeltà, ma per il disprezzo verso ciò che faceva per la famiglia. In un attimo, tutto ciò che aveva costruito per loro non aveva più valore. Avrebbe voluto scappare subito e chiedere il divorzio, ma si fermò a riflettere.
“Se divorzio, lui va dalla sua amante, e io resto con i bambini, senza mezzi. Gli alimenti? Saranno una miseria E con cosa vivremo?”
Alla sera, prese una decisione. Quella sera, Giovanni non arrivò in ritardo con la solita scusa del lavoro. “Probabilmente è stato con lei di giorno,” pensò Martina con indifferenza. Ogni sentimento per lui era svanito. Era diventato un estraneo. Lunica preoccupazione era che potesse volere intimità, ma lei non sarebbe riuscita a dargliela. La ripugnava.
Ma, evidentemente, Giovanni aveva ottenuto tutto ciò che voleva dalla sua amante, perché non si avvicinò a Martina.
Il giorno dopo, Martina scrisse il suo curriculum e lo inviò a diverse aziende e agenzie. Doveva solo aspettare. Cominciarono lunghe giornate di attesa. Ogni mattina controllava la posta. Finalmente arrivò una risposta. Fu invitata a un colloquio in unazienda della città. Proprio quella dove lavorava Giovanni. Martina rifletté a lungo se andare o no, ma decise che doveva farlo!
Chiese a sua madre di badare ai bambini e si presentò al colloquio. Dopo due ore di discussione con i dirigenti, le fu offerto un posto dignitoso, con orari flessibili. Lo stipendio non era alto allinizio, ma bastava per mantenere sé e i figli.
Martina tornò a casa felice. Sua madre, vedendola così contenta, cominciò a farle domande.
“Mamma, Giovanni mi tradisce!” esclamò Martina, raggiante. Credendo che la figlia avesse perso la testa per lo stress, la donna le prese la mano e la fece sedere sul divano.
“Martina, come puoi dire una cosa del genere? Giovanni lavora tutto il giorno!”
“Non lavora, sta con la sua amante!” Martina le raccontò tutto ciò che aveva sentito nel camerino. Sua madre, ascoltando, chiese:
“E cosa intendi fare?”
“Chiederò il divorzio! E sì, ho trovato lavoro con orari flessibili. Ora farò domanda per lasilo e, quando tutti i bambini andranno, potrò lavorare a tempo pieno!”
“Bene! Non ti fermerò! Un tradimento non va perdonato! Credo che sia solo linizio. Lui non ti considera più una persona! Ti aiuterò con i bambini!”
“Grazie, mamma!” Martina la abbracciò commossa.  
La sera del 7 marzo, Giovanni tornò di nuovo tardi, dopo mezzanotte. Martina non gli chiese nulla. Lui, sorpreso dallindifferenza della moglie, si giustificò:
“Martina, anche oggi siamo rimasti fino a tardi con i colleghi” Ma Martina lo interruppe, dicendogli di andare a dormire.  
Il mattino dopo, mentre Martina era in cucina a preparare la colazione ai bambini, Giovanni le offrì trionfante un regalouna macchina del pane.
“Cara, per alleviarti il lavoro di casa!” cercò di baciarla. Ma Martina si tirò indietro e, senza guardare il regalo, si alzò.
“Ho un regalo anche per te!”  
Sorpreso, Giovanni la seguì con la scatola in mano. Martina andò nellingresso e indicò due grandi valigie.
“Divorziamo! Ora non devi più inventare scuse per nascondere le tue avventure!”  
“Come lo sai?” mormorò Giovanni stupito.
“Ho sentito tutto nel camerino, mentre compravi un regalo alla tua bionda. E sì: la macchina del pane puoi darla a lei, io non ne ho bisogno!”  
Colto in flagrante e perdendo la famiglia, Giovanni si infuriò:
“Ti rode che ho unaltra donna? Una bella,






