**Diario Personale**
Ancora non è arrivato. Ultimamente è stato travolto dal lavoro e torna sempre più tardi.
Giovanna ha messo a letto i bambini ed è andata in cucina per farsi una tazza di tè. Giovanni non era ancora rientrato. Da un po di tempo, era sommerso da impegni e stanchezza, tanto che ormai tardava spesso. Lei lo compativa e cercava di alleggerirlo dalle faccende domestiche. Dopotutto, era lunico a portare soldi a casa.
Subito dopo il matrimonio, avevano deciso che Giovanna si sarebbe occupata della casa e dei futuri figli, mentre Giovanni avrebbe provveduto al benessere della famiglia. Così, uno dopo laltro, erano nati i tre bambini. Lui si era commosso ogni volta e diceva che non aveva intenzione di fermarsi lì.
Giovanna, invece, era stanca dei pannolini infiniti, del latte in polvere e delle notti insonni. Aveva deciso di fare una pausa.
Giovanni rientrò dopo mezzanotte, leggermente allegro. Alla sua domanda sul motivo del ritardo, rispose:
“Giovanna, eravamo sepolti dal lavoro, così siamo usciti per rilassarci un po.”
“Caro mio!” sorrise lei. “Vieni, ti preparo qualcosa da mangiare.”
“Non serve. Ho già mangiato delle ali di pollo e non ho più fame. Vado direttamente a letto.”
Si avvicinava l8 marzo. Giovanna, dopo aver chiesto alla madre di badare ai bambini, era andata al centro commerciale. Voleva festeggiare quella sera in modo speciale: una cena romantica solo per loro due. La mamma aveva accettato di tenerli.
Oltre a fare spesa e comprare regali, Giovanna decise di prendere qualcosa anche per sé. Non comprava nulla da temposi vergognava a chiedere soldi a Giovanni per i vestiti, e non aveva neanche occasione di indossarli. Lultimo acquisto era stato un pigiama, ma non era adatto per la serata. Entrò in un negozio, scelse qualche vestito e si infilò nel camerino.
Stava provando il secondo abito quando sentì la voce familiare del marito nel camerino accanto:
“Mmm, non vedo lora di togliertelo!”
Risate cristalline seguirono le sue parole.
“Abbi pazienza, birichino! Vai a comprare qualcosa per tua moglie!”
“E perché dovrebbe servirle? È troppo presa dai bambini. A loro non importa come si veste, basta che li nutra, li cambi e raccolga i giocattoli! Le prenderò un robot da cucina! O forse una macchina del paneche si goda la comodità!”
Un brivido freddo la percorse. Continuò a provare i vestiti meccanicamente, ma era concentrata sulle voci accanto.
“E se ti chiede dove hai speso tutti quei soldi? Un robot da cucina e una macchina del pane non costano così tanto,” ridacchiò la ragazza.
“Perché dovrei renderle conto di come spendo i miei soldi? Io lavoro, lei sta a casa! Le do una somma fissa per la spesa e basta! Dovrebbe ringraziarmi!”
Poco dopo, i rumori cessarono e le voci si allontanarono. Giovanna sbirciò con cautela e vide il suo amato marito alla cassa, mentre pagava insieme a una bionda. Dopo aver saldato, non esitò a baciarla, proprio davanti alla cassiera.
“Tutto bene, signora?” chiese la commessa, notandola ancora nel camerino.
“Sì, sì, tutto a posto!” rispose, tirando da parte la tenda e consegnandole i vestiti.
A casa, Giovanna lasciò andare la madre e mise i bambini a fare il riposino. Iniziò a fare i suoi piani. Non si era mai aspettata un tradimento del genere. Non tanto per linfedeltà, ma per il disprezzo verso ciò che faceva per la famiglia. In un attimo, tutto quello che aveva costruito per loro non valeva più nulla. Avrebbe voluto scappare subito e chiedere il divorzio, ma si fermò a riflettere.
“Se divorzio, lui va dalla sua amante, e io resto con i bambini, senza mezzi. Gli alimenti? Saranno una miseria E di cosa vivremo?”
Prima di sera, aveva preso una decisione. Quel giorno, Giovanni non tardò con la scusa del lavoro. “Probabilmente è stato con lei di giorno,” pensò Giovanna con indifferenza. Ogni sentimento per lui era svanito. Ora era un estraneo. Lunica preoccupazione era che potesse chiedere intimità, ma per lei era ripugnante.
Ma, evidentemente, Giovanni aveva già avuto tutto ciò che voleva dalla sua amante, perché non la sfiorò nemmeno.
Il giorno dopo, Giovanna scrisse il suo CV e lo inviò a diverse aziende e agenzie. Doveva solo aspettare. Iniziarono lunghe giornate di attesa. Ogni mattina controllava lemail. Finalmente, arrivò una risposta. Era stata invitata a un colloquio in unazienda della città. La stessa dove lavorava Giovanni. Rifletté a lungo se andare o no, ma decise che doveva farlo!
Chiese alla madre di occuparsi dei bambini e si presentò al colloquio. Dopo due ore di discussione con i dirigenti, le fu offerto un posto decente, con orari flessibili. Lo stipendio non era alto allinizio, ma sufficiente per mantenere lei e i figli.
Tornò a casa felice. La madre, vedendola così contenta, iniziò a farle domande.
“Mamma, Giovanni mi tradisce!” esclamò Giovanna sorridente. Credendo che la figlia avesse perso la testa per lo stress, la donna le prese la mano e la fece sedere sul divano.
“Giovanna, come puoi dire una cosa del genere? Lui lavora tutto il giorno!”
“Non lavora, va dalla sua amante!” e le raccontò tutto ciò che aveva sentito nel camerino. La madre, ascoltando, chiese:
“E cosa hai intenzione di fare?”
“Chiederò il divorzio! E sì, ho trovato un lavoro part-time. Ora farò domanda per lasilo e, quando tutti i bambini inizieranno, passerò a tempo pieno!”
“Beh! Non ti fermerò! Il tradimento non va perdonato! Credo sia solo linizio. Lui non ti considera più nemmeno una persona! Ti aiuterò con i bambini!”
“Grazie, mamma!” Giovanna labbracciò commossa.
La sera del 7 marzo, Giovanni tornò di nuovo tardi, dopo mezzanotte. Giovanna non gli chiese nulla. Lui, stupito dalla sua indifferenza, iniziò a giustificarsi:
“Giovanna, anche stavolta siamo rimasti fino a tardi con i colleghi” ma lei lo interruppe, dicendogli di andare a dormire.
La mattina dopo, mentre Giovanna era in cucina a preparare la colazione ai bambini, Giovanni le porse trionfante un regalouna macchina del pane.
“Cara, per alleggerirti il lavoro di casa!” cercò di baciarla. Ma lei si tirò indietro e, senza guardare il regalo, si alzò dalla sedia.
“Anchio ho un regalo per te!”
Sorpreso, Giovanni, con la scatola in mano, la seguì. Giovanna andò nellingresso e indicò due valigie.
“Divorziamo. Ora non devi più inventare scuse per nascondere le tue avventure!”
“Come lo sai?” borbottò lui sbalordito.
“Ho sentito tutto nel camerino, mentre compravi regali alla tua bionda. E comunque: la macchina del pane puoi darla a lei, io non ne ho bisogno!”
Colto in flagrante e sul punto di perdere la famiglia, Giovanni si infuriò:
“Sei gelosa perché ho unaltra donna? Una bella, passionale e curata, a differenza tua! Hai dimenticato persino come truccarti





