Non è così diverso

— Figlia mia, ma che ci trovi in quel briccone? Non ti porterà nulla di buono, te lo dico io! Con lui finirai solo a piangere… e piangere… Prima o poi finirà in galera, e tu lo aspetterai per anni come una moglie di un brigante, eh?

— Mamma, non parlare così! Sandro non è un briccone. È dolce, premuroso, e mi ama davvero!

— Quella è un’amore finché gli fa comodo! Lascialo perdere. Guarda invece Gino, quello sì che sarebbe un marito perfetto. Con lui saresti al sicuro, come dietro un muro di pietra! Fidati di me, lo so bene io.

Licia fissò la madre con aria offesa, incapace di farsi capire. E la madre, dal canto suo, non aveva la minima intenzione di provarci.

— Mamma, Gino non mi piace. È troppo…

— Troppo cosa? Sì, magari non ha l’aria da duro, ma ti adora! Dagli una possibilità! E manda a quel paese quel buono a nulla di Sandro!

— No, mamma. Io sposerò solo Sandro. Ho deciso così.

— Franco, dai, diglielo tu che ha torto! — Marina si voltò verso il marito. — Ma come fai a stare zitto?

Franco si alzò dal divano e si avvicinò alle due litiganti. Sandro non gli piaceva poi tanto, ma non voleva intromettersi nella vita della figlia. Per lui, Licia era già grande abbastanza da scegliere da sola il suo futuro. Del resto, la vita era la sua, non la loro.

— Ma che combinate, voi due? Marina, lasciala stare con chi le pare. E tu, Licia, stai attenta e, se hai bisogno, vieni da me. Ti aiuterò, capito?

La donna alzò le braccia al cielo, mentre Licia abbracciò il padre raggiante.

— Grazie, papà! Io e Sandro stiamo solo insieme, per ora. Mica mi ha chiesto di sposarmi.

— Meno male. Speriamo proprio che non lo faccia, — borbottò Marina.

Licia non replicò, per evitare un nuovo fiume di prediche.

A vent’anni, era convinta di potersi gestire da sola, e che sua madre tanto non avrebbe mai capito. Sandro era il suo universo, e si amavano da anni, cosa che infastidiva non poco Marina. Al contrario, Gino, suo compagno di università, piaceva moltissimo alla madre, ma a Licia non ispirava proprio nulla.

Con il via libera del padre, Licia iniziò a frequentare Sandro apertamente. Lui ne era felicissimo. Anche se aveva un carattere un po’ turbolento e amicizie altrettanto vivaci, lei gli piaceva davvero, e per lei era pronto a fare di tutto. Anche a cambiare.

— Sandro, dopo il matrimonio prenderemo casa in affitto, vero? Ce la farai?

— Certo che sì. Al massimo, i miei ci daranno una mano. Tra l’altro, sono felicissimi di noi. Dicono che tu mi stia cambiando in meglio, — sorrise tenero.

— Davvero? — Licia arrossì, imbarazzata e contenta.

Questa conversazione avvenne mentre Licia era all’ultimo anno di università. Sandro lavorava già, e insieme risparmiavano per il matrimonio. Marina, però, era ancora contraria e aveva annunciato che non avrebbero contribuito alle spese. Franco non aveva protestato, anche se di nascosto aiutava la figlia.

— Trovati un ragazzo serio, e allora ti daremo una mano. Ma se ti ostini con quel fannullone, arrangiati!

Licia aveva pianto per la delusione, ma non poteva far cambiare idea alla madre.

Dovettero cavarsela da soli. Fortuna che i genitori di Sandro erano più comprensivi e l’avevano accolta a braccia aperte.

— Mi dispiace che la mamma non ti sopporti. Papà invece mi ha detto che posso scegliere da sola. Lui non mi ostacola, anzi, mi sostiene.

Sandro la strinse e le guardò negli occhi.

— Licia, non preoccuparti. Tua madre vuole solo il tuo bene. Io sopporterò le sue occhiatacce. Tanti nella vita non mi hanno amato, non è mica la fine del mondo.

— E chi sarebbe che non ti ama? — Licia lo spinse scherzosamente.

— Ecco… — la baciò e sussurrò. — Io amo solo te.

— Sempre?

— Sempre.

Era vero: la amava dall’infanzia, da quando Licia e i suoi si erano trasferiti nel quartiere ed era entrata nella sua scuola. All’inizio la prendeva in giro, ma lei aveva saputo difendersi. Da lì era nata un’amicizia, poi l’innamoramento, e infine un amore solido.

Questo non gli aveva impedito di combinare guai, cosa di cui a volte si pentiva, ma spesso nemmeno ci pensava.

Ora però aveva messo la testa a posto: aveva finito gli studi e lavorava in un’officina, guadagnando bene.

Si sposarono senza l’aiuto dei genitori di lei. Sandro era ben visto al lavoro e ormai la sua gioventù turbolenta era un ricordo. Licia era felice con lui, anche se sua madre continuava a trattare il genero, diciamo, con freddezza. Marina era convinta che sua figlia avrebbe avuto una brutta fine con quel farabutto.

— Sandro, domani andiamo dai miei? — Licia abbracciò il marito.

Lui le accarezzò il pancione con dolcezza.

— Licia, ma che dici? Non è il momento di agitarti. Quando nascerà Matteo, allora andremo. Mostreremo il nipotino ai nonni. I miei, comunque, volevano passare a trovarci.

— Va bene, — annuì lei. — Di’ a tua mamma di fare la sua crostata, okay?

Sandro sorrise, guardandola con affetto.

— Certo, lo farà volentieri. Ti vizia sempre.

— Sì, tua mamma è un tesoro, — Licia si massaggiò il pancino. — Lo fa tutto per il nipotino. Dice che vuole che nasca sano e robusto, e per questo devo mangiare bene.

— Beh, che si impegni pure, — rise Sandro.

I giovani sposi non vivevano nel lusso, a volte facevano debiti, ma Sandro non si lamentava. Licia non aveva ancora iniziato a lavorare dopo l’università, quindi lui portava avanti la famiglia da solo. Ma l’ex birichino era pronto a tutto per la sua donna, e si dava da fare con tutte le forze.

Il tempo volò, e finalmente nacque Matteo. I genitori erano così felici che avrebbero voluto mostrarlo a tutto il mondo. Al primo giorno libero di Sandro, andarono dai nonni. Certo, erano stati in ospedale, ma Licia sentiva la loro mancanza, e il piccolo aveva già un mese dall’ultima visita. Tutti attendevano quel momento.

Marina aveva preparato un banchetto, mentre Franco sistemava la casa. Non vedeva l’ora di rivedere il nipotino, anche se di nascosto andava già a trovarlo. Marina, invece, non riusciva ad accettare il genero.

— Ciao, mamma! — Entrarono rumorosamente.

Sandro, orgoglioso, cullava Matteo canticchiando. Licia portava una borsa con tutto l’occorrente.

— Figlia mia! Ma perché porti tutto da sola? Che marito hai! Non ti aiuta per niente. — Marina aveva deciso di andare subito al sodo.

— La borsa non è pesante, e Sandro tiene Matteo. Mamma, basta…

Sandro le sfiorò il braccio, scuotendo la testa. Avevano deciso di non reagire alle provocazioni, ma Licia non ci riusciva quando si trattava di lui.

— Ciao, dammi Matteo, — intervenne Franco, prendendo il bambino.

I due giovani genitori si scambiarono un sorriso complicice, sapendo che, nonostante tutto, l’amore avrebbe alla fine vinto.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

1 × 5 =

Non è così diverso