Non ha avvertito… Ha semplicemente messo di fronte ai fatti: come l’amore è diventato un’amara delusione.

Non mi avvertì… Mi mise semplicemente di fronte al fatto compiuto: come l’amore si trasformò in amaro disinganno

Mi chiamo Giovanna. Ho ventisette anni. Sono una donna sicura di sé, bella, con un buon lavoro e un reddito stabile. Avevo dei sogni semplici e chiari: sposarmi, avere due figli e un giorno sedermi al volante di un’auto comprata con i miei sudati risparmi. Non cercavo la ricchezza, desideravo solo amore e serenità.

Un anno fa conobbi Luca. Sembrava maturo, affidabile, con un carattere equilibrato e un sorriso gentile. Mi innamorai come forse capita solo una volta nella vita. Cominciammo a frequentarci, e poco dopo mi propose di trasferirmi nel suo appartamento a Firenze. Non ci pensai due volte.

Ma i miei genitori furono contrari.

“È già stato sposato, Giovanna! Se non ha saputo tenere unita la sua famiglia, il problema è lui,” mi diceva mia madre, guardandomi con preoccupazione.

Anche mio padre non nascondeva la sua disapprovazione. Ma io credevo che tutti meritassero una seconda possibilità. E partii. Portai con me valigie, vestiti, libri, un po’ di calore domestico. In quel momento non immaginavo che, varcando la soglia di quella casa, stessi anche oltrepassando il confine della fiducia.

In cucina, seduto al tavolo, c’era un bambino di sette anni.

“È mio figlio, Matteo. Vivrà con noi,” annunciò Luca con tono pacato, come se stesse parlando di un gattino e non di una persona alla quale non ero pronta a fare da matrigna dal primo giorno.

Rimasi senza parole.

“Perché non me l’hai detto prima?”

“E cosa sarebbe cambiato?” scrollò le spalle. “Sua madre se n’è andata a vivere con il nuovo marito a Milano, e il bambino ora le dà fastidio. Da soli non ce la facciamo, tu sei una donna adulta…”

Cercai di convincermi che ce l’avrei fatta. Amavo i bambini. Pensavo che avremmo trovato un modo per legare, per diventare amici. Ma tutto andò storto.

Matteo era irritabile, capriccioso, maleducato. Mi insultava, faceva scenate, gridava che cucinavo male e che “puzzavo di estranea”. Se Luca mi si avvicinava, il bambino diventava geloso e pretendeva attenzione urlando.

Ero esausta. Tornando dal lavoro, lavavo i pavimenti, stiravo, cucinavo, e poi dovevo anche occuparmi di un bambino che mi odiava apertamente. Cercavo di farmi volere bene: gli offrivo aiuto con i compiti, proponevo di giocare insieme, di leggere fiabe. Lui mi voltava le spalle in silenzio o chiamava suo padre. Per lui esistevo solo Luca.

Quando mi lamentavo con Luca, mi liquidava:

“Devi abituarti, sei grande. Sii più severa. Se non vuoi, ignoralo. È solo un bambino, cosa vuoi che capisca?”

Stringevo i denti. Ma ogni sera sentivo che le forze mi abbandonavano. Smisi di voler tornare a casa. Smisi di sentirmi amata.

E un giorno non ci tornai. Andai dalla nonna a Siena. Spensi il telefono e sparii per un giorno intero. Quando chiamai Luca la mattina dopo, era freddo. Cercai di spiegare:

“Luca, dobbiamo parlare. Non mi hai avvertito che avremmo vissuto in tre. Non ero pronta. Non riesco a trovare un linguaggio comune con Matteo. E tu non mi sostieni…”

“Sostenerti? Sei un’adulta! Se non riesci a gestire un bambino, è un tuo problema. Hai fallito la prova.”

“Quale prova?” chiesi confusa.

“Quella di resistenza! Sei scappata. Significa che non fai per me. Ti piaceva il mio appartamento e i miei soldi, non io. Sei un’egoista!”

“Io egoista?! È tua ex moglie l’egoista, se vi ha lasciato il figlio! E tu non me l’hai nemmeno detto! Non ero pronta a fare la madre!”

“Vattene,” tagliò corto. “Prendi le tue cose e vattene.”

In silenzio, raccolsi le mie cose. Le lacrime mi strozzavano, ma resistevo. Uscii dal suo appartamento e lasciai dietro di me tutto ciò che fino al giorno prima sembrava l’inizio di una nuova vita.

E sapete una cosa? Non me ne pento. Ho capito che non devo dimostrare il mio valore a nessuno, specialmente a chi ha voluto trasformare l’amore in un esperimento.

Credo ancora nella famiglia, ma ora so una cosa per certa: non permetterò più a nessuno di cambiare la mia vita di nascosto. Un uomo con un figlio non è una condanna. Ma un uomo che nasconde la verità, quello non fa per me.

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