«Non ho dimenticato!»

«Non ho dimenticato!»

– Nonna, indovina un po’! Oggi al mare abbiamo trovato un anello d’oro! Nella sabbia! Papà ha infilato la mano per caso e voilà, un anello!

– Davvero?!
– Sì, nonna, non ci credi?!
– Certo che ci credo, cara.
– E papà l’ha subito regalato a mamma! C’era perfino l’etichetta!
– L’etichetta?!

– Sì! Papà ha spiegato che probabilmente l’anello è rotolato accidentalmente dalla gioielleria nella sabbia.
– Nella sabbia?!
– Sì, nonna!!! Beh, così ci ha spiegato papà. Che non è di qualcuno annegato o rubato!

– Beh, se lo dice papà…
– Sì, nonna! Ha detto che ce ne sono un sacco così! Io e Luca scaviamo nella sabbia ogni giorno sperando di trovarne un altro, anche un piccolino.
– Luca ha smesso di tossire?

– Certo che sì. Con tutto quello che abbiamo da fare! Come sta Franco?
– Sta bene. Che cosa mangiate lì?
– Nonna, non cambiare discorso. Fai vedere Franco!

La nonna girò la telecamera del telefono verso il cane. Franco era lì, accanto a lei, ascoltando con attenzione.
– Ecco. Salutalo, Franco.
– Nonna, perché sembra così triste?!

– È solo un po’ stanco, cara.
– No! So bene com’è quando sta bene! Franco!!! Che ti succede là?!
Franco riconobbe quel caro e familiare suono e scodinzolò.

– Va bene, cara, devo prepararmi per andare in campagna. Quanto rimanete ancora lì?
– La mamma vuole restare ancora due settimane.
– Due settimane?! – disse la nonna, guardando Franco.

– Sì. Stiamo bene qui! Magari troveremo anche un altro anello… Franco, vuoi un anello per il collare?!
– Ciao, cara.

***
– Mamma, ciao! Livia ha detto qualcosa d’importante?
– Sì. Quando tornate?
– Non so. Qui stiamo davvero bene. Forse un paio di settimane in più. Perché?!
– Niente! Franco non mangia nulla!

– Come, non mangia?!
– Ecco, non mangia. Da quando siete partiti dorme e guarda fuori dalla finestra, e corre verso la porta appena sente un rumore nel palazzo.
– Sicuri che gli date lo stesso cibo?!
– No, certo, lo nutriamo con patate crude! Certo, con il solito cibo!
– Uffa.

– Altroché uffa. È dimagrito tantissimo, sai?!
– Fammi vedere?!
La nonna mostrò Franco dormiente.
– Guarda. Solo pelle e ossa.
– Forse bisogna portarlo dal veterinario?!

– Dal veterinario?! Ma sei a posto con la testa?! Sente la vostra mancanza! È già un mese che siete via! Non l’avete mai lasciato per così tanto!
– Mamma, facciamo così. Prenoto una visita dal veterinario. Per favore, portacelo.
– Va bene.

***
– Mamma, ciao! Com’è andata?
– Oh… Ciao. Siamo andati. Ha morso il veterinario quando ha cercato di pesarlo. Non sono riuscita a trattenerlo. Abbiamo dovuto mettergli la museruola per l’ecografia.
– Uffa.

– Altroché uffa. Si è rifugiato in un angolo e ringhia. Chissà da dove ha preso tutta quella forza.
– E il dottore che ha detto?
– Ha detto che bisogna fare degli esami del sangue. Per il resto sembra tutto a posto. Probabilmente è stress.
– Perché?
– Perché?! Ecco, te lo domandi ancora???

– Mamma, non gridare! Anche noi siamo stressati.
– Fate quello che volete…

***
– Mamma, ciao. Perché chiami così tardi?
– Mi sembra che stia male.
– Come?! Abbiamo il volo domattina. Mamma, calmati. Non piangere.
– Non mangia da giorni. Prima almeno un po’…

Uno dei bambini di dietro chiese:
– Nonna, perché piangi?
– Franco sta male, cara mia.
– Papà diceva… Ma noi torniamo domani!
– Temo che non arriverà fino a domani…

Improvvisamente nel video della nonna apparve il viso di una bambina.
– No!!! Nonna, avvicina il telefono a lui e metti il viva voce!
– Cara mia, lui…
– Avvicina!!!!

Avvicinò il telefono al cane addormentato.
– Franco, mi senti?! Arriviamo domani! So che ti sei offeso. Pensavi che ti avessimo dimenticato! Franco, ascoltami!

Il cane si sollevò un po’. Ascoltava con attenzione.
– Anch’io a volte mi offendo, ma poi lascio perdere. Qual è il senso?! Vivere tutta la vita arrabbiati e tristi? Franco, capisci, sei un Bianchi! E i Bianchi, quando c’è difficoltà e paura, non si scoraggiano. Franco Bianchi, pensi che abbia dimenticato quando ti sei lanciato contro quello stupido rottweiler che mi assalì?

Eri la metà di lui, ma mi hai difeso! Ci hai rimesso, ma davvero pensi che ti abbia dimenticato?!
Il cane mosse debolmente la coda.

– Franco Bianchi, ti chiedo di andare in cucina e mangiare quei croccantini marroni! Marcia in cucina!
Il cane si avviò lentamente verso la cucina e cominciò a mangiare dalla sua ciotola.

***
Quando arrivarono la mattina seguente, Franco li perdonò. Ma non subito. Dopo cinque minuti. Si girò di spalle, si allontanò nel suo angolino, e poi corse a leccarli tutti. Erano sporchi. Di viaggio.

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