«Non le ho mai detto nulla di male, eppure si comporta come una estranea»: come mia nuora mi ha allontanato da mio figlio e mio nipote

Oggi, nel mio diario, sento il bisogno di confidare un dolore che mi accompagna da anni. Mi chiamo Antonella Bianchi, ho sessantadue anni, eppure mi sento più sola che mai. Il motivo? Mia nuora, Beatrice, ha allontanato mio figlio e mio nipote da me. E la cosa più amara è che non le ho mai fatto nulla di male. Nemmeno una parola sgarbata, nessun rimprovero. Solo gentilezza, attenzioni e il desiderio sincero di essere parte della loro vita. Eppure, in cambio, ricevo solo silenzio e freddezza.

Quando mio figlio Luca mi annunciò che si sarebbe sposato, ero felice e volevo conoscere la sua futura moglie. Avevo sempre sognato di accogliere la nuora come una figlia, con affetto e rispetto. Ma Luca, imbarazzato, mi disse: “Mamma, Beatrice preferisce aspettare. È timida.” Capii, pensando fosse solo insicurezza. Ma quando si avvicinò il matrimonio, non resistetti: “Devo davvero conoscere tua moglie solo all’altare? Non sono una zia qualsiasi!” Allora Luca, a fatica, la convinse a venire a casa mia.

Preparai tutto con cura: un pranzo abbondante, la tavola apparecchiata, fiori freschi. Ma Beatrice rimase in silenzio per tutta la sera. Non un sorriso, non un grazie, quasi fosse costretta a essere lì. Pensai fosse nervosismo, ma il mio cuore si strinse.

Dopo il matrimonio, presero casa a Milano con un mutuo. Li lasciai vivere la loro vita, senza intromettermi. Un anno e mezzo dopo, nacque Matteo, la luce dei miei occhi. Sperai che Beatrice, diventata madre, si sarebbe avvicinata a me. Invece, peggiorò. Se chiamo per andare a trovarli, mi risponde secca: “Non ci saremo.” Poi scopro da Luca che erano a casa tutto il giorno.

Non mi sono arresa. Compro giocattoli, vestitini, libri per Matteo. Porto frutta, biscotti fatti in casa, cerco di essere presente senza pesare. Ma Beatrice, quando arrivo, non mi saluta nemmeno. Si chiude in camera, lasciandomi in cucina con Luca e il bambino. Beviamo il caffè, ridiamo, giocherelliamo, mentre lei fa finta che non esista.

Perché? Non ho mai criticato, ho sempre cercato di aiutare. Forse teme che mi intrometta? Io volevo solo condividere la loro felicità e sostenerli. Cosa c’è di male?

Ormai non so più come comportarmi. Andare lì mi spezza il cuore, ma non vedere Matteo è peggio. Amo mio figlio. Amo la sua famiglia. Ma la mia presenza non è gradita a tutti.

Eppure, continuo a sperare. Che un giorno Beatrice apra la porta, mi sorrida e mi dica: “Entra, mamma Antonella. Siamo felici di averti qui.” Basta solo resistere… fino ad allora.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

15 − 4 =

«Non le ho mai detto nulla di male, eppure si comporta come una estranea»: come mia nuora mi ha allontanato da mio figlio e mio nipote