Non osare nemmeno pensare al divorzio! È un disonore per tutta la nostra famiglia! – urla mia madre, ma non capisco dove stia la vergogna

„Divorzio? Non azzardarti neanche a sognarlo! Nella nostra famiglia non si è mai visto niente del genere! Ti sei sposato, quindi vivi con lei! Sei stato tu a scegliere, quindi non osare macchiare l’onore della nostra famiglia con queste sciocchezze!” – così mia madre mi sbraita contro da anni. Né lei né mio fratello mi appoggiano. La loro risposta è sempre la stessa, come un disco rotto: “Sopporta! Tutti vivono così!” Ma io non ce la faccio più – sono al limite, sto soffocando!

Su una cosa hanno ragione – sono stato io a scegliere mia moglie. Nessuno mi ha costretto. È stata una mia decisione, solo mia. Ma allora ero un idiota, guardavo il mondo attraverso degli stupidi occhiali rosa, cieco di fronte alla cruda realtà. E poi quegli occhiali si sono frantumati in mille pezzi. Ci siamo sposati cinque anni fa in un paesino sperduto della Sicilia, vicino a Ragusa, dove tutti si conoscono come le loro tasche. Dopo un anno di matrimonio, ho capito che questa vita è un inferno in terra. Non si tratta della romanticheria svanita o della routine che mi ha schiacciato. No, ho guardato mia moglie con occhi diversi – e non era affatto quella che pensavo di aver sposato.

Ho scoperto che non è la donna tranquilla e casalinga che immaginavo. È una pigrona qualunque, interessata solo alla birra e alla televisione. All’inizio ero felice – stavamo a casa, insieme, una famiglia, un sogno. Poi mi è caduto il velo: non ha passioni, non ha slanci. Mi vieta di uscire, persino di vedere gli amici, e mi urla: “Sei un uomo sposato, il tuo posto è qui con me!” Pensavo fosse gelosia, ma ora vedo chiaro – le fa comodo così, vuole che sia sempre a disposizione, che le porti tutto, che la serva, mentre lei non muove un dito.

Prima la consideravo una donna brillante, sottovalutata al lavoro. Ora è lampante: è un’incapace, pigra e piena di sé. Le hanno detto mille volte di migliorare, di fare un corso, ma lei ribatte: “So già tutto quello che mi serve!” E resta lì, immobile come un palo. Vivo con una fannullona, un’imbrogliona che non aspira a nulla, che a volte borbotta e a volte scoppia. È sempre stata così – solo che io non me ne accorgevo, accecato dall’amore. Quando ho capito che mia moglie non è un sostegno, ma un peso morto che mi trascina a fondo, ho iniziato a pensare al divorzio. All’inizio ho provato a scuoterla, a spingerla a cambiare, ma presto ho realizzato: non si muoverà mai. Solo litigi e urla come risultato.

Poi è arrivata la notizia – aspettavamo un figlio. Per un attimo si è trasformata, si è data da fare, ha trovato un altro lavoro, e io mi sono illuso. Ma è durato poco – è tornata presto alla sua apatia. Ho provato a confidarmi con mia madre. Gli amici sono spariti – avevo smesso di vederli per non farla arrabbiare. Ma parlare con mia madre non mi ha dato sollievo. Lei insiste che sto inventando tutto. Dice che va tutto bene e che sto esagerando. In fondo, non beve, non mi picchia, non fuma. La birra non conta. Non ha amanti. Va a lavorare.

Ho accennato al divorzio per la prima volta quando nostro figlio era ancora un neonato. Mia madre ha detto che era solo stanchezza per le notti insonni. “E dove andresti? Vivete a casa sua, non hai un lavoro fisso, con un bambino in braccio. Non venire da me! Un uomo deve stare con sua moglie e sopportare tutto. Smettila di dire stupidaggini!”

Ci ho pensato su, mi sono calmato per un po’. Ma l’idea del divorzio non mi abbandonava, mi tormentava senza sosta. Ogni giorno con lei diventa più insopportabile. I soldi scarseggiano sempre, e lei mi incolpa: “Guadagni poco e sperperi tutto!” La sua colpa? Non la vede nemmeno. In casa non alza un dito. Ho provato ancora a lamentarmi con mia madre, e lei mi rassicura: “Quando tornerai al lavoro, sarà più facile.” Ma quando ho riparlato di divorzio, è esplosa: “A cosa pensi, eh? Credi che essere un padre divorziato sia una passeggiata? Tuo figlio crescerà senza madre! Vuoi distruggere questa famiglia? Non osare disonorarci! E come? Un figlio divorziato con un bambino al seguito – ecco la vergogna!”

Mi mette sempre davanti mio fratello come esempio: lui tollera la moglie, anche quando lei lo colpisce ogni tanto, e non si separa – i figli crescono bene. Ma è normale questo? Certo, paragonato a lui, il mio calvario sembra sopportabile. Ma non è una vita – è una maledetta dannazione!

Negli ultimi mesi mia moglie si è scatenata: “Se qualcosa non ti va, prendi le tue cose e sparisci!” E dove vado? Mia madre non mi accoglierà. Non ho un soldo per affittare qualcosa. Mio figlio ha appena un anno, e io sono allo stremo. Ho chiamato il mio vecchio capo, abbiamo parlato a cuore aperto. Sarebbe disposto a riprendermi, ma che ne sarà di mio figlio? A chi lo lascio? E dove viviamo? Mi servirebbe almeno una stanza da qualche parte.

E chi mi aiuterà? Posso contare solo sul mio capo. Se mi offre una via d’uscita decente, la afferrerò al volo, costi quel che costi. Non mi importa cosa urlerà mia madre o cosa dirà la famiglia. Sono stanco di piegarmi a tutti. Voglio vivere la mia vita, non trascinarmi in questo inferno eterno. Peggio di così non può andare. Mi tirerò fuori, magari non subito, ma rimetterò in sesto la mia esistenza.

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