Non riesco a capire da dove venga tutta questa gelosia. Davvero non ci riesco. Ogni giorno, da quando abbiamo iniziato a frequentarci, sento solo accuse. Nei tuoi occhi c’è sempre sospetto.

Non riesco a capire da dove ti vengono tutte queste gelosie. Davvero non ci riesco. Ogni giorno, da quando abbiamo iniziato a stare insieme, sento solo accuse. Nei tuoi occhi cè sempre sospetto.

“Massimo, questo cosè?” chiese la ragazza con tono severo, tenendo in mano una camicia. “Questa macchia rosa qui? È rossetto? Eh? Ecco perché sei tornato tardi dal lavoro…”

“Valentina, ma che dici?” rispose lui stanco, sistemando le sue cose. “Ero di turno. Che rossetto? Nel mio reparto cè solo linfermiera zia Grazia. Dai, davvero… sono esausto.”

Valentina strinse le labbra, accartocciò la camicia e andò in bagno. Massimo sospirò profondamente.

Erano già più di sei mesi che Valentina e Massimo stavano insieme. E sembrava che tutto nella loro vita fosse perfetto, tranne una cosa: Valentina era una ragazza estremamente gelosa. Trovava pretesti anche dove non ce nerano.

“Guarda qui,” sbuffò Valentina. “Mi tradisce di sicuro. Guarda questa.”

Tese la camicia alla sorella e incrociò le braccia. Era visibilmente sconvolta.

Sofia, la sorella di Valentina, osservò la camicia, annusò la macchia e scoppiò a ridere.

“Perché ridi?” si offese subito Valentina.

“È marmellata di frutti di bosco.”

Valentina le strappò la camcia di mano e annusò a sua volta. Sullo suo volto si mescolavano stupore e confusione.

“Devi calmarti. Non capisco da dove ti venga tutta questa paranoia.”

Valentina si sedette di fronte a lei.

“Non è che siamo semplicemente usciti insieme. Io lho portato via da unaltra,” confessò, distogliendo lo sguardo. “Capisci? Ha tradito la sua ex con me. E io… allinizio pensavo che con me non lavrebbe mai fatto, ma poi ho capito che invece sì. Lo farà. E poi…”

“Questo non è un motivo per continuare a pensare al tradimento. Impara a fidarti.”

“Mi fido,” replicò Valentina. “È solo che ho paura di perderlo.”

Sofia scosse la testa, senza sapere cosa dire.

“Dove sei stato?” chiese Valentina incrociando le braccia. “È luna di notte.”

Massimo sospirò esausto.

“Valentina, mi hai lasciato uscire con i ragazzi. Abbiamo guardato la partita. Ci siamo fermati un po a chiacchierare. Che cè che non va?”

“Daniele è già rientrato da unora, ho chiamato Giulia. Dove sei stato queste ultime due ore?”

“Daniele è andato via prima perché aveva promesso alla moglie, io e Marco siamo rimasti ancora un po. Valentina, per favore, basta. Vado a dormire.”

Massimo entrò in camera e si sdraiò sul letto. Voleva solo dimenticare, staccarsi da quelle gelosie continue. Voleva che tornasse tutto sereno come prima. Ma Valentina aveva rovinato di nuovo tutto. Come sempre.

Uscita dal supermercato, Valentina camminava verso casa guardando il telefono, senza accorgersi di nulla. A un tratto, girando la testa, trattenne un grido. Dallaltra parte della strada, Massimo aveva le braccia intorno a una bionda. Lei parlava entusiasta, e lui la stringeva senza vergogna.

Gli occhi di Valentina si annebbiarono, lasciò cadere le buste della spesa e corse verso di lui. Afferrò la ragazza per un braccio e la tirò via.

“Lo sapevo!” urlò. “Lo sapevo che mi tradivi! Senza vergogna! Hai mentito per tutto questo tempo. No,” scosse la testa. “No. Avevo ragione! Tu… sei un traditore!”

Massimo la fissò cupo, le mani strette per la rabbia, mentre lanciò unocchiata di scusa alla bionda, che rimase lì confusa.

“Valentina…”

“Non parlarmi! So già cosa dirai. Non voglio sentire scuse stupide.”

“È mia cugina. Di secondo grado,” la interruppe Massimo.

“Cosa?” Valentina si bloccò.

“La figlia di zia Luisa. La conosci. Vittoria è mia cugina, siamo cresciuti insieme. E tu… sarebbe meglio se tornassi a casa. Parleremo dopo.”

Valentina obbedì e se ne andò, mormorando un confuso “scusa” alla ragazza.

Massimo tornò a casa tardi, visibilmente ferito. Le labbra così serrate che sembravano sparire, gli occhi che evitavano Valentina.

“Massimo…”

“Ne ho abbastanza,” ammise lui. “Non capisco da dove ti vengano tutte queste gelosie. Davvero non ci riesco. Ogni giorno, da quando siamo insieme, sento solo accuse. Mi controlli per i pazienti, le infermiere, i dottori. Persino per i lampioni. Questo è troppo… sono stanco, davvero.”

“Massimo!” gridò Valentina. “Vuoi lasciarmi? Ti prego… Ti amo! Perdonami, ti supplico. Non so cosa mi prenda, ma farò di tutto per non ricadere in questo errore. Ti prego…”

Valentina quasi gli si inginocchiò davanti, afferrandogli le mani e cercando il suo sguardo. Massimo aveva pietà di lei, la amava sinceramente e aveva perfino chiuso una relazione di cinque anni per stare con lei. Non aveva mai pensato di poterlo fare, ma Valentina… gli aveva conquistato lanima. E ora… ora i dubbi lo divoravano.

“Ti amo,” sussurrò lui stringendole la mano e guardandola negli occhi. “Ma quello che fai non è normale. Non posso vivere così…”

“Non lo farò più,” singhiozzò Valentina. “Mai. Resta con me, ti prego. Non capisci, non posso stare senza di te.”

Massimo espirò e la strinse a sé. Non poteva lasciarla. Nemmeno dopo tutto questo.

Per qualche mese, la loro relazione migliorò. Valentina non lo controllava piùo almeno non lo mostravae lui si godeva la loro compagnia, senza più evitare di tornare a casa.

Poi arrivò lautunno, e con esso il picco di pazienti. Massimo fisicamente non poteva tornare prima, era sfinito, e una volta a casa cenava e andava a letto.

Valentina ricominciò a sospettare. Allinizio cercò di credergli, di non chiedere perché la sua camicia profumasse di un altro profumo. Dopotutto, in reparto lavoravano quasi solo donne. Ma i dubbi crescevano, lo controllava, ispezionava le camicie, cercava prove.

Una sera, tornato dal lavoro, Massimo andò subito a farsi la doccia. Stavolta ci mise poco, voleva solo dormire. Aprì la porta piano e la vide: Valentina scorreva freneticamente il suo telefono.

“Valentina… che stai facendo?”

Lei sobbalzò e lo lasciò cadere.

“Niente. Dovevo solo fare una chiamata.”

Massimo indicò il suo telefono con la cover rosa, sul letto.

“E il tuo?”

“È scarico.”

Lo schermo del telefono di Valentina si illuminò: un messaggio.

“Davvero? Così scarico? Allora menti pure.” Massimo alzò le sopracciglia. “Cè altro che devo sapere? Eh?”

“Scusami,” abbassò la testa.

“E allora? Hai trovato quello che cercavi, Miss Marple?” disse lui irritato. Troppo irritato.

Valentina scosse la testa.

Massimo, in silenzio, andò allarmadio e iniziò a fare le valigie. Lei balzò dal letto e gli afferrò il braccio.

“Ti prego: no! Non farlo. Non lo farò più

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Non riesco a capire da dove venga tutta questa gelosia. Davvero non ci riesco. Ogni giorno, da quando abbiamo iniziato a frequentarci, sento solo accuse. Nei tuoi occhi c’è sempre sospetto.