«Non sarà mai mio genero, punto e basta!» — così la nonna sta distruggendo la mia famiglia.
Fin dal primo momento non l’ha sopportato. Non pronuncia mai il suo nome, lo chiama solo “quello” o “quel tuo”. Le ho chiesto infinite volte di non intromettersi nei nostri rapporti, ma la nonna ha le sue idee ben radicate. “Se fosse un uomo perbene, vi sareste già sposati. C’è un bambino, ma niente matrimonio!” È tutto quello che ripete. Nessun rispetto per lui, racconta con amarezza la ventiseienne Fiorella di Milano.
Con Luca stanno insieme da oltre due anni. All’inizio uscivano semplicemente, ma quando Fiorella è rimasta incinta, hanno deciso di andare a vivere insieme. Luca non è scappato, non si è tirato indietro, anzi, le ha persino fatto la proposta. Ma come per disgrazia, niente è andato come previsto: prima lei ha avuto problemi di salute, poi lui ha iniziato ad avere guai al lavoro. Di matrimonio neanche parlarne.
Vivevano a casa della nonna di Fiorella — un trilocale in un palazzo di periferia a Quarto Oggiaro. L’appartamento era di proprietà della nonna, ma Fiorella e sua madre ci vivevano da sempre. Da qualche tempo ci abitava anche Luca. Quando è nata la loro bambina, lo spazio è diventato ancora più stretto, ma l’amore li teneva uniti.
All’anagrafe non ci sono mai andati. Prima per motivi di salute, poi per questioni pratiche. Ma Luca le diceva: “Voglio che per te sia una festa. Con l’anello, il vestito, tutto come hai sempre sognato”. Lui voleva risparmiare per un vero matrimonio, non solo per firmare un documento.
Ed è allora che la nonna — Rosa Maria — ha iniziato a opporsi. La sua opinione era categorica: finché non si sposano, lui non è un vero marito. Anche se Luca non ha mai abbandonato né Fiorella né la bambina, la nonna lo considerava un “farabutto”. Diceva che, se avesse voluto, avrebbe già fatto tutto. E per lei, le formalità contavano più di ogni altra cosa.
Quando poi Luca ha perso il lavoro, la nonna non gli dava tregua. Lo chiamava sfaticato, parassita, “un ragazzino senza spina dorsale”. Per lui era insopportabile stare in casa, così ha accettato qualsiasi lavoro pur di andarsene. Un lavoro pesante, pagato una miseria, ma lui cercava di meglio.
La madre di Fiorella è una donna tranquilla, non si intromette nelle questioni dei giovani, ma persino lei ammette che Rosa Maria esagera. Si intromette, impone, critica. E i ragazzi, già così, hanno abbastanza difficoltà.
Un’amica di Fiorella le consiglia da tempo di trasferirsi. Le ha persino offerto di stare da lei. Ma lo stipendio di Luca è incerto, e un affitto sarebbe metà del loro reddito. Le bollette riuscirebbero a pagarle, ma come vivere con quel che resta?
“Resistiamo,” sussurra Fiorella. “Speravamo che presto tutto si sistemasse. Poi è successo quel che è successo. Quella sera era uscito con gli amici. Aveva promesso di tornare per le undici. Mezzanotte — niente. L’una — ancora niente. Ho iniziato a chiamarlo, a preoccuparmi. La nonna vedeva tutto. È tornato all’alba, ubriaco. Si scusava, cercava di spiegare. Ma la nonna… non ha trattenuto la rabbia. Gli è saltata addosso, ha urlato, l’ha cacciato. Ha detto: ‘Casa mia, le regole le faccio io! Se ti rivedo qui, chiamo i carabinieri!'”
Da allora Luca vive da un amico. Chiama Fiorella ogni giorno, gli manca la bambina. Dice che sta cercando una soluzione. Promette di trovare un appartamento, di portarle via. Ma per ora sono solo parole. Né soldi, né possibilità.
E Fiorella è divisa tra due fuochi: da una parte l’uomo che ama, dall’altra un tetto sulla testa. La nonna non cede. Le sue regole in casa sua non si discutono.
Ma ha davvero il diritto di distruggere una famiglia solo perché le cose non vanno come vuole lei? Un pezzo di carta è davvero la misura dell’amore e della responsabilità? Per una formalità vale la pena privare una bambina di suo padre e una donna del suo sostegno?
Fiorella non sa cosa fare. Non ha scelta. Non ha soldi. L’unica speranza è in suo marito. Ma anche lui, per ora, ha solo promesse.
E così, la notte, si siede a fissare la stanza vuota dove prima c’era il suo zaino e si chiede: “Forse davvero non è l’uomo giusto? Forse la nonna ha ragione?”
O forse, semplicemente, qualcuno ha voluto aver ragione a tutti i costi — e ha distrutto ciò che l’amore aveva costruito.