«Non sei nessuno per me e non devo ascoltarti!» — mi ha detto la figlia di mio marito.

“Non sei nessuno per me, e non devo ascoltarti!” mi ha urlato di nuovo la figlia di mio marito.

Cinque anni fa, io, Giulia, ho sposato Luca, e da allora la mia vita in un paesino vicino a Napoli è diventata una battaglia quotidiana per mantenere la pace in famiglia. Luca ha una figlia dal primo matrimonio, Arianna, di quattordici anni, che vede spesso e aiuta economicamente. Non mi sono mai opposta al loro rapporto, anzi: con la sua ex moglie, Silvia, abbiamo un rapporto quasi amichevole. Ma Arianna, con tutta la sua ribellione adolescenziale, è stata una vera prova per me, e le sue parole “non sei nessuno” mi trafiggono il cuore ogni volta che le sento.

Silvia è una donna razionale. Se vuole che Arianna venga da noi, chiama sempre prima per chiedere se è comodo. A volte chiacchieriamo al telefono come due amiche. Non serra rancore verso Luca: dopo il divorzio, le ha lasciato l’appartamento comprato insieme e ha ceduto la sua quota ad Arianna. Io, Luca e il nostro figlio di due anni, Matteo, viviamo nel mio bilocale. Luca mantiene la famiglia, mentre io sono a casa con il bambino. Ma da quando Arianna entra in scena, il caos che porta con sé è diventato insostenibile.

Ultimamente Arianna ha avuto i suoi problemi da adolescente. Silvia si è risposata, e il suo nuovo marito, Massimo, si è trasferito da loro. All’inizio Arianna sembrava contenta, ma presto ha iniziato a ribellarsi. Quando Massimo le chiedeva di mettere in ordine, rispondeva: “Non sei mio padre, non puoi darmi ordini!” Nonostante Massimo cercasse di avvicinarsi a lei, regalandole cose e facendosi paziente, Arianna lo respingeva. È diventata ingestibile: non lavava i piatti, non buttava la spazzatura, rispondeva male a ogni richiesta. Durante un litigio ha urlato a Massimo: “Questa è casa di mia madre, qui non conti niente!” Quando Luca lo ha scoperto, è andato su tutte le furie: affittano il suo vecchio appartamento, e con quei soldi vivono. Silvia ha rimprovare Arianna, e lei, in lacrime, ha chiamato il padre supplicandolo di portarla da noi.

Non ho avuto obiezioni. Matteo dorme nella nostra camera, e in salotto abbiamo un divano letto per queste occasioni. Ho chiamato Silvia per sentire cosa ne pensasse. Lei ha accettato, ma mi ha avvertito: “Se Arianna non ubbidisce, chiamami subito”. Arianna è arrivata sconvolta, ma si è subito ambientata e ha iniziato a fare quello che le pareva. Ignorava le mie richieste, faceva il muso a ogni osservazione. Non lavava i piatti, non rifaceva il letto, lasciava i vestiti in giro per la stanza e passava il tempo a chiacchierare al telefono con le amiche. Sentivo la rabbia crescere dentro di me, ma trattenevo il respiro per Luca.

Alla fine, ho ceduto e ho chiesto a mio marito di parlarle. “Non mi prende sul serio,” ho detto. Luca ci ha provato, ma Arianna l’ha liquidato con una scrollata di spalle. Quando le ho chiesto di nuovo di sparecchiare la tavola, mi ha fulminato: “Non sei nessuno per me, e non devo ascoltarti!” Il mio cuore si è stretto per l’umiliazione. Ho trattenuto le lacrime a stento e ho risposto: “Sono la moglie di tuo padre e padrona di questa casa. Sei qui solo perché io lo permetto. Non rivolgerti a me con quel tono!”. Arianna è schizzata fuori dalla cucina sbattendo la porta. Nulla è cambiato: continua a comportarsi come se io non esistessi.

Ho parlato con Luca e ho chiamato Silvia. “Pensavo che almeno suo padre la ascoltasse,” ha sospirato Silvia. “Riportatela qui. Avete già abbastanza da fare con il piccolo”. Luca ha annunciato ad Arianna che l’avrebbe riportata da sua madre. Lei ha fatto le valigie in silenzio, poi è corsa a chiamare la nonna, lamentandosi di essere “cacciata da tutti”. Ma mia suocera, Teresa, non le ha dato ragione. Come mi ha raccontato Silvia, Arianna sperava che la nonna la prendesse con sé, ma Teresa si è rifatta una vita e non ha intenzione di occuparsi della nipote. Ora Arianna è sotto controllo: deve seguire un rigido programma di faccende domestiche.

Silvia mi capisce, e siamo dalla stessa parte. Ma mia suocera ci mette del suo. “Povera Arianna! Tutti l’hanno abbandonata! Il papà ha una nuova moglie, la mamma un nuovo marito, nessuno si preoccupa di lei!” piagnucolava. Non ho resistito: “Certo, specialmente la nonna, con la sua vita sentimentale più importante della nipote”. Teresa ha riattaccato, ma poco importa. L’importante è che Luca e Silvia mi sostengano. Arianna ha persino chiamato ieri, scusandosi e promettendo di comportarsi meglio. Ma il dolore delle sue parole non svanisce. Ho cercato di essere una madre per lei, l’ho accolta come una figlia, e lei mi respinge ogni volta. Il mio cuore si spezza: voglio la pace in famiglia, ma non so come raggiungere Arianna. Se mi dice ancora “non sei nessuno per me”, non so se riuscirò a trattenermi.

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