Non sei una moglie, sei una serva. Non hai figli!

31 ottobre 2024

Oggi, mentre la casa di via Trastevere era ancora immersa nel caos dei lavori, la suocera di Anna si è presentata con la consueta arroganza. Non sei la moglie, sei la cameriera. Non hai figli! Quando li avrai ne parleremo, mi ha scaraventato in faccia. È stato un colpo secco, ma non è la prima volta che la signora Carmela (mia madre) si intromette così nelle nostre vite.

Anna, la mia dolce moglie, mi ha chiesto con voce un po tremante: «Marco, Cinzia è qui. Stiamo ristrutturando lappartamento, non possiamo vivere lì. Cè una stanza libera, perché deve stare a polvere?» La sua preoccupazione era evidente; lappartamento è un vero cantiere e il silenzio è lunico rifugio per il suo lavoro da remoto. Io, tutto il giorno in ufficio, non potevo certo stare a casa con la suocera sotto lo stesso tetto.

La serata è proseguita con un tentativo di cena. Carmela ha insistito a servire la sua solita insalata speciale. «Cinzia, dammi la tua insalata firmata», ha detto, guardandomi con unalzata di sopracciglio. «Marco, non dargli quella chimica. Lho rifatta, è più salutare», ha sbuffato la suocera, mentre io osservavo la borsa della spesa piena di pomodori.

Il mio stomaco si è irrigidito: sono allergico ai pomodori. Come poteva Carmela dimenticarsene? Da giovane non gli aveva mai fatto caso, ma ora ha pensato di darmi una compressa e basta. «È solo un pomodoro, non succederà nulla», ha detto, con la voce di chi non vuole ammettere un errore. Anna, preoccupata, ha alzato la voce: «È una questione di allergia! Perché hai messo i pomodori nella tua insalata?»

«Stai esagerando», ha risposto la suocera, «non ha allergia, sua madre lo conosce meglio di te». Ho sentito il sangue ribollire. «Io sono sua moglie, mi occupo di lui», ha replicato Anna, ma la suocera non ha mollato: «Non sei la moglie, sei la cameriera. Se avrai figli ne parleremo.»

Cinzia è salita di scatto al tavolo, gli occhi rossi per la rabbia, e ha attraversato la casa verso la camera da letto. Sempre pronta a puntare il dito su ciò che le pesa di più, la suocera non smetteva di rimproverare. Io lho seguito, cercando di calmarla: «Marco, scusa. Preferisco andare dai miei genitori o al lavoro. Non voglio restare con tua madre».

Ho provato a mediare: «Fammi parlare con lei, la farò ragionare». Ma la risposta è stata secca: «Abbiamo già rivisto questa questione mille volte. Non riusciremo a convivere sotto lo stesso tetto». Così abbiamo deciso di affittare un piccolo appartamento vicino al Colosseo, così da evitare un altro scandalo familiare. Carmela, naturalmente, ha espresso il suo disappunto, ma non aveva più scelte.

Nonostante tutto, sento una gratitudine immensa per la pazienza e la comprensione di Anna, un uomo che sa quando è il momento di cedere e quando è il momento di lottare.

**Lezione personale:** ho imparato che, quando la famiglia diventa una tempesta, la chiave è trovare un rifugio dove il rispetto e lamore possano respirare senza ostacoli.

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