«Non so che fare. Mio figlio sta sempre dalla parte della moglie — anche quando ha torto»

Non so più che fare. Mio figlio è sempre dalla parte di sua moglie, anche quando ha torto dice la voce di Lucrezia Alessandrina, settanta anni, colma di lacrime. Mio figlio, Matteo, difende la moglie a qualunque costo. Qualunque cosa succeda, qualunque cosa io dica, alza la mano e mi risponde: «Mamma, non ti preoccupare, Giulia risolverà da sola. Non è stupida». Per lei cè sempre una scusa, anche quando è evidente che sbaglia!

Giulia, la nuora di Lucrezia, ha ventotto anni. Lei e Matteo hanno un figlio di un anno e mezzo, vivono separati in un appartamento a Milano comprato con mutuo. Giulia è in congedo maternità, lavora solo Matteo. Sopravvivono con il poco che hanno, senza stravizi ma neanche privazioni.

La suocera non riesce proprio a digerire Giulia.

Quando Matteo mi ha portato Giulia a casa per la prima volta, sono rimasta senza parole ricorda Lucrezia. Unghie lunghe e finte, un tatuaggio sul collo, gonna corta, tacchi alti come se volesse sfilare su una passerella. E quelle labbra evidentemente truccate. Ho pensato fosse uno scherzo. Come può mio figlio frequentare una donna così leggera, per usare un eufemismo.

Un mese dopo si sono sposati. Anche al matrimonio, a giudizio di Lucrezia, Giulia era scandalosamente appariscente: gonna di pelle, top scintillante, trucco da diva. Ma Matteo era felice e Lucrezia ha deciso di stare a guardare, senza intromettersi.

Allinizio parlava a malapena con la nuora, si limitava a una telefonata al mese al figlio per chiedere come andava. Poi, un anno e mezzo fa, è nato il nipote Paolo.

Sono arrivata il secondo giorno dopo la dimissione dellospedale, e cosa vedo? racconta. Giulia con le unghie fresche. Le dico: «Giulia, sei impazzita? È pericoloso per il neonato!» Lei risponde: «Tranquilla, ho tutto sotto controllo». Vado da Matteo, lui mi dice: «Mamma, non ficcare il naso, non è affar tuo». E così è sempre: pronuncio una frase e sento sempre «Non ti immischiare».

Lucrezia prova a «educare» la nuora con consigli, osservazioni, rimproveri. In risposta ottiene solo indifferenza. Giulia non è tipo da giustificarsi.

Quando entro a casa cè il caos. Le dico: «Giuli, prepara una zuppa per il bambino, Matteo lavora». Lei risponde: «Ma Matteo non mangia zuppa». Come così? Lo mangiava! È solo pigrizia! Se cucinasse bene, mangerebbe anche la zuppa e il minestrone.

Lucrezia tenta di parlare con Matteo, ma lui, come sempre, si schiera a difesa di sua moglie.
«Mamma, basta puntare il dito. Tutto va bene, Giulia è una brava madre.»

Brava? esclama Lucrezia. Non riesce a staccare gli occhi dal cellulare! Non lho più vista senza il telefono in mano. Sfoglia Instagram anche con il bambino sul grembo.

Lultima goccia è scoppiata al parco giochi.

Entrata a casa, bussai, nessuna risposta. Immaginavo fossero al parco. Vado al parco vicino e vedo Paolo che scava nella sabbia, Giulia sulla panchina con lo sguardo fisso al telefono. Mi avvicino e vedo il piccolo vicino al cancello. Improvvisamente corre verso di me, sorride, chiama «nonna». Giulia non si gira neanche. Il bambino balza fuori sulla strada! Non ci passano molte auto, ma può capitare qualsiasi cosa!

Grazie a Dio, dice con voce tremante, non cera nessuna macchina. Prendo Paolo fra le braccia e corro verso Giulia, che è immobile come in trance. Le grido: «Se non spegni subito quel telefono lo butto a terra! Sei madre o che cosa sei?!»

Giulia si alza di scatto, prende Paolo e scappa. Il bambino piange e tenta di aggrapparsi a me, ma la porta si chiude davanti al mio naso e non si riapre più.

Ho chiamato Matteo, gli ho raccontato tutto, prosegue Lucrezia, e lui mi ha risposto: «Mamma, hai esagerato. Calmati, Giulia si arrangia». Come è possibile? Lho visto con i miei occhi! Lui non crede! Ora non mi parla più, non risponde alle chiamate, non apre la porta. È passato un mese! Non so che cosa gli abbia detto Giulia, ma io voglio solo che il mio nipotino sia al sicuro.

Lucrezia si chiede:
Forse ha ragione? Forse avrei dovuto tacere? Ma non posso stare zitta quando si tratta di un bambino! Sono madre. Sono nonna.

Ora è sola, con il telefono spento. E il figlio che ha cresciuto è dallaltra parte, sempre dalla parte della moglie. Sempre.

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