Non sono la domestica di mia suocera

Ah senti questa storia! Lavare i pavimenti a casa dei suoceri? Ma per favore, neanche per sogno! Io, Giulia, a trentotto anni ho deciso che finalmente è ora di vivere per me stessa e non correre con lo straccio nella loro villa enorme. I miei suoceri, Enrico e Maria, hanno rispettivamente 92 e 83 anni e ovviamente a quell’età non riescono più a gestire la casa da soli. Mio marito, Davide, è il loro unico figlio, nato quando loro avevano già passato i quaranta, e ora tutti guardano me come la salvatrice principale. Ma io non ho firmato per fare la loro domestica! La gente chiacchiera, i suoceri fanno allusioni, ma io sono decisa: basta, il mio tempo è mio, punto e basta.

Siamo sposati da dieci anni, e per tutto questo tempo ho cercato di essere una brava nuora. I suoceri non sono persone semplici, ma non sono cattivi. Enrico, nonostante l’età, è ancora vivace: cammina con il bastone, legge i giornali e adora raccontare storie della sua gioventù. Maria è più fragile, passa il tempo seduta sulla sua poltrona a lavorare a maglia o guardare la TV. La loro casa è grande, vecchia, con pavimenti in legno e un sacco di stanze che si rifiutano di affittare o vendere. “È il nostro nido”, dicono. E a me andrebbe bene, se questo “nido” non fosse diventato il mio mal di testa.

All’inizio del matrimonio, andavo spesso da loro per aiutare con le pulizie, cucinare, accompagnarli dal dottore. Non mi pesava, pensavo fosse temporaneo. Ma gli anni passavano e le loro aspettative crescevano. Ora, ogni volta che andiamo a trovarli, Maria mi guarda con aria triste e sospira: “Oh Giulia, qui i pavimenti avrebbero bisogno di pulizia, c’è così tanta polvere”. E Enrico aggiunge: “Sai, sei una brava massaia, te la caverai benissimo”. Massaia?! Io lavoro come marketing manager, ho due figli, un mutuo da pagare e mille cose da fare. Quando mai avrei il tempo di fare la loro addetta alle pulizie?

L’altro giorno è scattata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Siamo andati da loro per il weekend e Maria, appena messo piede in casa, mi ha messo in mano un secchio e uno straccio: “Giulia, pulisci i pavimenti, io non ce la faccio più, mi fanno male le gambe”. Sono rimasta senza parole. Ma scusa, sono forse la tua tata? Ho rifiutato educatamente: “Maria, mi dispiace, ho mal di schiena e un sacco di cose da fare”. Ha storto la bocca e Enrico ha borbottato: “I giovani oggi sono pigri”. Pigri?! Io dopo il lavoro vado a prendere i bambini a scuola, controllo i compiti, mangio un panino di corsa, e loro mi parlano di pigrizia?!

Ho detto a Davide che non intendo più pulire i loro pavimenti. Lui, come al solito, ha cercato di fare il diplomatico: “Dai Giuli, sono anziani, è dura per loro. Aiutali un po’, che ti costa?”. Un po’?! Ma è sempre così! Gli ho ricordato che i suoi genitori hanno la pensione e potrebbero assumere una collaboratrice domestica. Ma Davide ha solo sospirato: “Lo sai che non vogliono estranei in casa”. Strani?! E io allora non sono estranea, quindi possono sfruttarmi? Ho messo un ultimatum: o troviamo una persona che li aiuti, o io non tocco più quei pavimenti. Davide ha promesso di parlarne con loro, ma so che non insisterà abbastanza.

I vicini, ovviamente, sanno già tutto. Nel nostro paesino le voci corrono più veloci del vento. L’altra giorno, la zia Lucia, vicina dei suoceri, mi ha fermato al supermercato e ha iniziato: “Giulia, come fai a lasciarli così? Sono anziani, dovresti aiutare di più! Hanno fatto di tutto per Davide!”. Ho dovuto trattenermi per non risponderleHo solo sorriso e risposto: “Zia Lucia, se vuoi dare una mano con le pulizie, ti posso passare il numero della mia collaboratrice domestica.” …

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