**Diario di un uomo**
Quando Loredana vendette il suo appartamento a Milano e si trasferì in un paesino della Toscana, comprando una piccola casa, nessuno del posto capì il perché. Ma con il tempo, divenne una di loro. Iniziarono a chiamarla affettuosamente “Lora”. Nella sua nuova casa, si stabilì un gatto rosso di nome Nico, che all’inizio guardava il paesino con sospetto, come se non credesse di aver lasciato per sempre i tetti di Milano. Poi, però, si abituò—sulla veranda, in giardino, persino tra le aiuole.
La vicina dall’altra parte della strada, Giulia, l’accolse come una sorella. La aiutava con l’orto, le portava piantine, condivideva conserve. Le due divennero grandi amiche: serate lunghe con tè e chiacchiere, ricette scambiate, maglia mentre ascoltavano vecchie canzoni. La vita scorreva lenta e tranquilla.
Tutto cambiò quando un giorno Loredana ricevette una chiamata da suo figlio.
“Mamma, Cecilia è incinta. Io e Lucia andiamo in Germania per un contratto di due anni. Cecilia resterà sola. Abbiamo bisogno di te… Trasferisciti in città.”
Loredana rimase senza parole. Sua nipote—incinta? La richiamavano proprio in quell’appartamento da cui era scappata per vivere finalmente per sé? Provò a rifiutare:
“Figlio mio, che aiuto posso darti? Ho la pressione alta, ho superato i sessanta…”
“Mamma, saresti a casa tua. Cecilia ha solo bisogno di sostegno. Non ti obblighiamo… Pensa solo un attimo.”
Loredana ci pensò. Andò a Milano. E tornò distrutta. Sua nipote era davvero sposata, aspettava un bambino. L’appartamento era in rovina. Stanca di tutto, chiamò un’ambulanza—la pressione alle stelle. In quel momento capì: non ce la poteva fare. Non era più la sua vita.
Giulia lo capì subito. Quando, il giorno dopo, Loredana tornò al paesino per prendere le sue cose e annunciò di aver venduto la casa e di partire per sempre, negli occhi di Giulia si accese una fiamma.
“Non ti lascio andare, capito?” sussurrò, stringendola forte. “Non vai da nessuna parte.”
“Ma che dici…” si spaventò Loredana. “Non scherzare così.”
Giulia corse all’auto, ficcò dei soldi al tassista, disse qualcosa. La macchina fece inversione e sparì, lasciando solo polvere sulla strada.
“Giulia, cosa stai facendo?! Mi aspettano!” gridò Loredana, incredula.
“Ascolta. Non sono tua parente, ma in quindici anni siamo diventate più vicine della”Ti voglio bene, e resterai qui, perché la felicità non si compra con il sacrificio di se stessi.”