Non voglio una matrigna!

“Non voglio una matrigna!”

Martina non aveva voglia di tornare a casa. Quella mattina suo padre le aveva detto che avrebbe portato un’altra “fidanzata” per farle conoscenza. Ancora una volta sarebbe stata costretta a sorridere falsamente, a fingere di essere una brava bambina, solo perché quella straniera potesse rimanere con loro. Ma Martina era stanca di quel teatro senza fine.

Dopo il divorzio dei genitori, il loro appartamento a Milano era diventato un luogo di passaggio. Suo padre portava a casa una “mamma” dopo l’altra, e Martina a volte rimpiangeva di aver scelto di vivere con lui. Sua madre, invece, era fredda come un inverno alpino: per lei il lavoro veniva sempre prima di tutto. Martina era cresciuta con le nonne, mentre sua madre si occupava solo di sgridarla per ogni minima mancanza. Amore? Cura? Di quello poteva solo sognare.

Sua madre manteneva la famiglia, guadagnava bene, ma a quale prezzo? Martina spesso pensava: sarebbe stato meglio se fosse stata solo una mamma, e non una macchina per fare soldi. Quando il loro matrimonio era finito, i genitori si erano allontanati come se avessero tolto un peso enorme dalle spalle. Ognuno aveva ricominciato una nuova vita, ma Martina era rimasta da parte, dimenticata da tutti.

Aveva provato a farsi notare dalla madre: marinava la scuola, rispondeva male ai professori, pur di attirare la sua attenzione. Ma in cambio riceveva solo urla e umiliazioni. Dopo un’ennesima lite, quando la madre era stata chiamata dal preside, l’aveva picchiata e cacciata di casa. Martina aveva preso lo zaino ed era andata da suo padre. La madre non aveva nemmeno tentato di fermarla—anzi, aveva sospirato di sollievo.

Con suo padre, Marco, la vita era diventata più leggera. Martina sentiva il suo affetto, il suo amore sincero. Si era messa in riga, aveva iniziato a studiare seriamente, smettendo di ribellarsi. Le nonne aiutavano in casa mentre suo padre lavorava tutto il giorno per mantenerli. Nella loro casa alla periferia di Milano si era creato un fragile equilibrio, quello che Martina aveva sempre desiderato.

Ma tutto era cambiato quando suo padre aveva deciso di cercare una nuova moglie. Da quel momento, la casa si era riempita di donne sconosciute. Martina le accoglieva con freddezza e sgarbatezza, sperando di spaventarle. Non voleva “mamme” che la guardassero come un peso. Ma quella volta suo padre era stato irremovibile: “Martina, basta capricci! Sto facendo tutto per te, voglio che abbiamo una famiglia normale!”

Oltrepassando la porta di casa, Martina riconobbe una voce familiare. Il cuore le fece un balzo. Si tolse le scarpe e sbirciò in soggiorno. Lì, seduta a tavola, c’era la sua professoressa preferita, la signora Bianchi. L’adorava: gentile, giusta, sempre pronta ad ascoltarla. Ma cosa ci faceva lì?

Si scoprì che la professoressa era venuta per parlare dei voti di Martina. La ragazzina si sentì confusa. All’improvviso le venne in mente che forse la signora Bianchi avrebbe potuto far parte della loro famiglia. Era davvero lei la “fidanzata”? Martina rimase immobile, terrorizzata all’idea di spegnere quella speranza. Ma la conversazione finì, e la signora Bianchi se ne andò, lasciando Martina nel caos.

Prima che potesse riprendersi, suonò il campanello. Sulla soglia c’era una ragazza sconosciuta—giovane, con un trucco vistoso e un sorriso sicuro di sé. Martina sentì tutto crollarle dentro. Aveva sperato così tanto che la visita della professoressa significasse qualcosa! Disperata, corse in camera sua, sbatté la porta e scoppiò in lacrime.

Martina rimase chiusa nella sua stanza fino a tarda sera, quando arrivò la nonna. La ragazzina le urlò tutta la sua paura e il suo dolore. “Non voglio nessuna matrigna! Perché papà non capisce quanto sto male?” singhiozzò. La nonna, ascoltandola, la strinse forte tra le braccia. Capiva quanto fosse difficile per Martina, la cui anima infantile era straziata dalla solitudine e dal tradimento.

La nonna parlò con Marco. Decisero che non avrebbero più portato nessuna “fidanzata” in casa, almeno finché Martina non si fosse sentita pronta. E nella mente della ragazzina già fioriva un piano. Era decisa a far incontrare suo padre con la signora Bianchi. Se i sogni possono venire dal nulla, perché non aiutare questo a realizzarsi? Martina giurò di fare di tutto perché la sua professoressa preferita diventasse parte della loro famiglia.

Nel profondo del suo cuore, sapeva che il suo sogno si sarebbe avverato. Perché anche nel giorno più buio, c’è sempre un po’ di luce, no?

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