Non voleva, ma lo fece
Non sapeva fumare, Ludovica, ma era comunque convinta che la aiutasse a calmare i nervi. Si trovava nellaia della sua casa, guardando la strada polverosa del piccolo paese, mentre i pensieri le scorrevano scuri, agitati e inquietanti. La sua vita, ultimamente, si era riempita di impegni gravi.
Ludovica viveva sola nella casa della nonna morta, i genitori stavano nel borgo di Rocca Magna, a sette chilometri. Da quando aveva ventitré anni desiderava vivere per conto suo, voleva autonomia. Lavorava alle Poste.
Non riusciva Ludovica a finire la sigaretta; la spense con decisione e la buttò via:
Non mi piace fumare come Giulia, lei ne accende una dietro laltra. È stata lei a consigliarmelo, dice che rilassa, ma non ci credo… pensava tra sé.
In quel momento passò davanti casa sua una macchina: era il nuovo maresciallo, Antonio, trasferito da un comune vicino. Ludovica lo conosceva solo per sentito dire dalle colleghe delle Poste. Seguì con lo sguardo la macchina mentre il sole tramontava. Quella sera la aspettava un compito importante e pericoloso…
Il giorno prima, allufficio postale, non cera molta gente, ma ogni tanto entravano dei paesani.
Domani qui sarà un macello, disse Anna Federica, oggi è solo la quiete prima della pensione.
Anna Federica lavorava alle Poste da ragazza, i paesani non ricordavano nemmeno da quanto. Lei sogghignava:
Son trentanni che sto qui. Mi conoscono tutti. E non saprei proprio dove altro potrei lavorare.
Eh sì, zia Anna, rideva la giovane Chiara mia mamma dice che senza di te le Poste non girerebbero. Sei tu la colonna portante.
Ma figurati, tutti sono sostituibili. Vedrai quando andrò in pensione…
Salve, disse entrando Marina, prosperosa, quarantadue anni. Che afa oggi, mamma mia! Sono qui perché la mia vicina, la signora Ginevra, mi ha chiesto di rinnovare labbonamento alla rivista. Lei ama leggere. Domani allalba partiamo per il mare, fino in Grecia… Lei ci tiene tanto e teme di restare senza letture. Poverina, non cammina più e passa il tempo nei libri, dice che il tempo così va più veloce.
Coraggiosa, Marina! Fino in Grecia, e pure in aereo! commentò Anna Federica, con il tono di chi è appena rientrata da lì. Almeno vi scaldate al sole.
Non ho paura, appena arrivo pubblico tutte le foto, mi sono comprata un costume nuovo! assicurò Marina, lasciando lufficio.
Quanti soldi ci vogliono per portare tutta la famiglia in Grecia? sbottò Chiara.
Eh, hanno i soldi, il marito di Marina ha unazienda agricola, rispose Anna Federica.
Ma Ludovica non parlava, seduta vicino al muro osservava il monitor e ascoltava. Pensava…
Poco dopo entrò il maresciallo Antonio. Salutò allegramente:
Buongiorno, aspettavo una raccomandata, potete controllare? chiese a Chiara, ma poi vide Ludovica e rimase a fissarla.
Non sapevo che qui lavorassero ragazze così belle… ma sembri triste…
Anna Federica seguì il suo sguardo.
Eh, Ludovica. Ha seppellito il fidanzato da poco.
Capisco, disse il maresciallo, e Chiara gli spiegò che non cera ancora nulla per lui.
Tre settimane prima, Ludovica aveva perso il fidanzato, Davide. Lo trovarono morto nella periferia del capoluogo, in un terreno desolato. Si diceva fosse un giocatore, frequentava un circolo clandestino; Ludovica non ne sapeva nulla. La polizia non trovò il colpevole, ma una sera tardi, due giovani della città giunsero da lei. Li aveva visti con Davide, una volta.
Il tuo Davide ci deve un bel po di soldi.
Ma lui è morto! disse Ludovica, terrorizzata.
Eh, i debiti non muoiono, cara. Tocca a te saldarli. Uno dei due, Luca, le sparò la cifra: trentamila euro.
Dove li trovo io?
Problemi tuoi, cè gente benestante da queste parti. Pensa.
Ma non so chi sono…
Non fare la furba, tu alle Poste sai tutto di tutti, ribatté Luca, la settimana prossima torniamo. Se tenti di avvisare la polizia, sei spacciata. Eccoti delle chiavi universali. Aprirai qualsiasi serratura.
Appena se ne andarono, Ludovica chiuse la porta tremando. Il cuore le martellava nelle tempie, la casa era silenziosa, fuori il buio fitto. Dopo una notte insonne, decise di agire. Aspettò che Marina e famiglia partissero per il viaggio. Sapeva che non cerano cani in giardino, solo il cancello chiuso. Ma poco le importava; scavalcò la recinzione.
Non sapeva come sarebbe entrata, ma con le chiavi di Luca aprì la porta. Il cuore batteva forte. Stava violando la legge. Era ormai una ladra, come quei banditi che la costringevano a quellatto.
Cercò per un po; la stanza era rischiarata dal lampione della piazzetta. Pensava, tremando:
Mio Dio, cosa sto facendo. Voglio vivere Ma tu, Davide, che cosa mi hai lasciato da affrontare. Sei lì sottoterra e io devo pagare per te, persino commettere un delitto
Sapeva che avrebbe dovuto avvisare la polizia, ma temeva Luca, ovunque fosse lei la avrebbe trovata Trovò solo millecinquecento euro nascosti, un anello e un bracciale doro di Marina nel cassetto del comò. Vide anche il portatile, lo infilò nella borsa.
Uscì silenziosa come era entrata, con la borsa a tracolla, osservando che nessuno fosse in giro, le finestre nere, solo qualche cane che abbaiava distante. Nessuno, silenzio. Tremava di paura.
A casa nascose la borsa nel vecchio baule della nonna, dietro le coperte. Quella notte non riuscì a dormire. Al lavoro andò col mal di testa. Verso mezzogiorno uscì dalle Poste e si diresse verso la piccola trattoria del paese.
Buongiorno, apparve il maresciallo Antonio, lei sobbalzò, lui sorrise tranquilla, siamo solo di strada, anchio pranzo qui.
Buongiorno, rispose lei, temendo, saprà già… Mi aspettava?
Proprio te, scherzò Antonio.
Ludovica lo guardò e si rassicurò, vide che scherzava. Da allora iniziarono a pranzare insieme, e a volte lui la aspettava dopo il lavoro e si fermava anche la sera.
Le voci si diffusero come vento tra gli ulivi:
Se lè preso Ludovica il maresciallo, mormorava Tamara, Antonio piaceva a mia figlia Teresa, si sa che aveva messo gli occhi su di lui, ma Ludovica lha fregata…
Ma dai, si vede che lui è cotto di Ludovica, ribatteva chi era meno malizioso.
In effetti tra loro tutto era reciproco. Alcuni compaesani però la condannavano.
Ha seppellito il fidanzato di recente e già trova un altro.
E che deve fare, soffrire per sempre? le difendevano altri.
Ludovica non trovava pace, si avvicinava il giorno in cui Luca sarebbe tornato a riscuotere i soldi. Temeva che trovasse lì anche Antonio… Voleva confessare tutto a lui, e il tempo scorreva impietoso. A due giorni dallappuntamento, cedette:
Antonio, devo confessarti una cosa, iniziò Ludovica, lui rise.
So già, anche io ti amo…
No, non è quello…
Antonio lascoltò attento, serio, incredulo che lei, fragile e bella, potesse aver commesso ciò. Ma subito la giustificò: lavevano minacciata.
Ah, Ludovica, ora dovrai rispondere di questo. Dovè la refurtiva? Dovevi venire subito da me…
Lei gli diede la borsa. Lui la rassicurò a lungo. Due sere dopo, bussarono alla porta; Ludovica aprì col batticuore. Fuori cerano Luca e il suo compagno, chiedevano il denaro.
Non lho trovato, ma posso cercare, balbettò lei. Datemi ancora tempo…
Luca la afferrò per una spalla, stringendo forte.
Vuoi tempo? O ci dai i soldi o ora… tirò con forza il colletto della maglietta, strappandola. Ma in quellistante il complice cadde allindietro, poi anche Luca, e Antonio lo ammanettò. Era arrivato insieme a un collega.
È tutto finito, disse Antonio piano, ora pagheranno per ciò che hanno fatto. Domani mattina verrai in commissariato, parleremo.
Ludovica venne interrogata; raccontò tutto sinceramente al commissario. Marina rientrò dal viaggio, le restituirono ogni cosa, ma Antonio implorò il commissario di non diffondere la colpa di Ludovica. Come fu, fu, tutto si risolse. Nessuno immaginava che Ludovica, così mite, potesse essere capace di tanto. Decisero tutti che la rapina era opera di Luca e del suo complice. E furono loro, daltronde, ad aver ucciso Davide. Finirono in galera per molti anni.
Antonio chiese Ludovica in sposa. Celebrarono le nozze. Lamore di Antonio lavò ogni peccato e sanò le ferite del passato. Ora, insieme, crescono una bambina, Fiorella.






