« Nonna a tempo pieno: Quando lamore per i nipoti diventa un peso »
Avevo sempre sognato che la pensione fosse finalmente il mio momento per leggere, lavorare a maglia, passeggiare al parco e godermi tutte quelle cose a cui non avevo mai avuto tempo di dedicarmi. Ma quei sogni svanirono al suono del campanello.
Era una domenica, poco prima delle vacanze autunnali. Alla porta cera mia figlia Chiara con i suoi due figli Matteo, di 12 anni, e Luca, di 4. Senza preavviso, senza spiegazioni.
« Mamma, tieni i bambini. Partiamo con Marco per una settimana di benessere. Siamo esausti! » disse, aiutando i ragazzi a togliere i cappotti.
« Ma credevo non ci fossero vacanze adesso! E il lavoro? » chiesi, confusa.
« Marco ha preso tre giorni di ferie. Mamma, non abbiamo tempo! » E già se nerano andati.
Pochi minuti dopo, la televisione urlava e i vestiti erano sparsi ovunque. Provai a mettere un po di ordine invano. Si rifiutarono di mangiare la minestra che avevo preparato perché la loro mamma aveva promesso la pizza. Chiamai Chiara per spiegarle che i bambini pretendevano il servizio di un ristorante.
« Ordinerò loro una pizza. Tanto non mangiano mai la tua minestra, ogni volta è una guerra! Portali fuori, divertitevi! Lo dici anche tu che in casa ti stancano! » rispose, irritata.
« E con quali soldi? La mia pensione? » domandai, indignata.
« Sono i tuoi nipoti, non degli estranei! Non posso credere che tu dica così! » Poi riattaccò.
Per unintera settimana, cucinai, pulii, supplicai e sopportai. Amo i miei nipoti davvero. Ma non posso più essere la « nonna gratis ». La differenza detà e la mancanza di rispetto dei miei figli rendono tutto insopportabile.
Ho dato tutto perché mia figlia crescesse felice. E ora ricevo solo rimproveri. Noi anziani non abbiamo diritto a un po di tranquillità? Perché tutti credono che la nostra vita non abbia più valore?
Be, non tacerò più.
La lezione? Lamore non dovrebbe mai essere dato per scontato, né trasformarsi in un obbligo. Anche i nonni meritano rispetto e gratitudine, perché laffetto vero si costruisce sulla reciprocità, non sullo sfruttamento.