Nuora chiacchiera con mio figlio invece di tagliare il formaggio: come gestire il rapporto?

Chiesi alla mia futura nuora di tagliare il formaggio, ma lei continuò a chiacchierare con mio figlio. Non so più come gestire questa relazione.

Ho cinquantacinque anni e per tutta la vita ho creduto che i conflitti tra suocera e nuora si potessero evitare, purché entrambe si comportassero con buonsenso. Dopotutto, ci unisce l’amore per la stessa persona: mio figlio. Credevo che, nonostante caratteri e idee diverse, si potesse sempre trovare un punto d’incontro. Ci credevo… fino al weekend scorso, che decidemmo di passare in campagna. Quel fine settimana lo ricorderò a lungo, ma non con affetto.

Mio figlio sta per sposarsi. Con la sua fidanzata, Isabella, mi ero vista solo un paio di volte e non ci eravamo mai parlare davvero. Per conoscerci meglio, li invitammo in campagna per un po’ di aria fresca e una chiacchierata tranquilla. Mi preparai con cura, scelsi il menu, cucinai di tutto, dagli antipasti al secondo. Volevo creare una serata familiare accogliente.

Arrivarono sabato pomeriggio. Ero felice di vederli e li accolsi con un sorriso. Mentre si sistemavano, iniziai a preparare la tavola e, senza pensarci troppo, chiesi a Isa di aiutarmi: niente di impegnativo, solo tagliare il pane e sistemare le posate. Non pelare patate né marinare la carne, solo un gesto semplice. Ma lei, dopo avermi sentita, non si mosse nemmeno. Restò seduta accanto a mio figlio e continuò a parlare come se nulla fosse. Rimasi in silenzio, pensando: forse non mi ha sentita. Alla fine preparai tutto da sola, senza ripetere la richiesta. Mi sembrava inopportuno insistere.

Dopo pranzo, i ragazzi andarono a riposare, mentre io e mio marito ci occupammo dei piatti. La sera, mentre ci preparavamo per la grigliata, chiesi di nuovo a Isabella:

“Isà, puoi tagliare il formaggio, per favore?”

La sua risposta mi gelò il sangue:

“Quando si è ospiti, è meglio non intromettersi. Tanto la padrona di casa fa tutto come crede.”

Rimasi senza parole. Ma come, si può sbagliare a tagliare il formaggio? E poi, da quando una semplice richiesta cortese è considerata un’intromissione?

Tutta la serata mantenne quell’atteggiamento strano. Quando gli uomini uscirono per la grigliata, non si avvicinò né a me né alla cucina. Rimase a chiacchierare con aria indifferente mentre io correvo avanti e indietro con i piatti. Non si offrì nemmeno di sparecchiare o lavare i piatti dopo cena. Mio figlio notò il mio disappunto e iniziò lui a sistemare tutto. E lei? Come se nulla fosse. Non disse neanche un semplice “ti aiuto io.”

Il giorno dopo dormirono fino a mezzogiorno. Quando si prepararono per tornare in città, il letto in cui avevano dormito era ancora sfatto. Nemmeno un tentativo di sistemarlo. Probabilmente, per non “intromettersi.”

Sapete, amo ospitare. A casa mia vengono spesso amiche, nipoti, persino ex colleghi di mio marito. E ognuno di loro, anche se è la prima volta, cerca di rendersi utile: sparecchiare, tagliare le verdure, lavare le tazzine. Mia sorella dice sempre: “Hai cucinato tu, ora tocca a me.” Gli amici portano qualcosa da mangiare per non gravarmi troppo. È rispetto. È gratitudine per l’ospitalità.

Ma il comportamento di Isabella è stata una doccia fredda. Come se dovessi fare tutto io perché “sono la padrona di casa,” mentre lei era lì solo per godersi il relax. Senza un gesto o una parola di rispetto. Solo indifferenza e passività.

Cercai di non mostrare il mio risentimento, ma dentro ribollivo. E ora non so come comportarmi. Tra qualche mese ci sarà il matrimonio. Che lo vogliamo o no, dovremo trovare un modo di convivere. Non voglio essere un’estranea in famiglia, ma nemmeno una serva per una ragazza adulta che pensa di non dover neanche tagliare il formaggio.

E poi? Si comporterà sempre così, come se la casa non la riguardasse? E se nascerà un figlio? Dovrò badare al nipote mentre lei riposa, per poi sentirmi dire che “le nonne devono aiutare”?

Forse sono io vecchio stile. Forse oggi va di moda essere così: sorridere, chiacchierare, ma non partecipare davvero. Ma io preferisco un’altra idea di famiglia. Dove ci si sostiene, si partecipa, si è sinceri. Non estranei seduti alla stessa tavola.

Mio figlio non capisce ancora. Lui la ama, ed è una cosa bellissima. Non voglio mettermi tra loro, ma non posso nemmeno tacere. Perché poi sarebbe troppo tardi.

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