Nuora Ingrata

La nuora ingrata

– Ecco, di nuovo hai fatto quella faccia da broncio! – disse con disappunto Barbara. – Non riesci nemmeno a dire grazie! Sai solo fare smorfie!

Anna guardò la suocera, trattenendosi a stento. Era proprio stanca del fatto che la mamma di Marco cercasse sempre di intervenire con le sue buone intenzioni nella loro famiglia.

Anche oggi aveva portato un gatto in casa, anche se nessuno glielo aveva chiesto. Il fatto è che, un paio di giorni fa, da loro erano comparsi scarafaggi a causa dei nuovi vicini. Questi si erano appena trasferiti e stavano mettendo in ordine l’appartamento, che era rimasto vuoto per anni. Avevano deciso di eliminare gli ospiti indesiderati, ma questi, per errore, erano passati da Anna e Marco, di cui lui aveva parlato casualmente alla madre. E il gatto cosa c’entrava?

– Gli scarafaggi non sono topi, a cosa ci serve un gatto?

– Come a cosa? Tutti sanno che i gatti mangiano gli scarafaggi! – dichiarò con sicurezza la suocera.

– Ho vissuto tutta la mia vita con i gatti e non ho mai visto che mangiassero scarafaggi! – rispose Anna scuotendo la testa. – E non è solo questo. Hai dimenticato che Marco è allergico al pelo!

– Sopporterà un po’ per una buona causa!

– No, Barbara. Riporta il gatto da dove lo hai preso. Se avessimo voluto un animale domestico, l’avremmo preso noi stessi! – tagliò corto Anna.

– Non sei tu a decidere! Marco sta per tornare a casa, sarà lui a giudicarci.

Mezzo’ora dopo, suo marito tornò dal lavoro. Durante tutto quel tempo Barbara andò in giro con il gatto, cercando gli scarafaggi dei vicini, anche se Anna li aveva già eliminati il giorno prima e aveva messo delle trappole per sicurezza, in modo che non si insediassero.

Non trovò nessun scarafaggio, ma cercò di convincere sé stessa e la nuora che si fossero semplicemente nascosti e che sarebbero usciti durante la notte. Ecco quando Minerva sarebbe stata utile. Aveva già dato un nome al gatto…

Marco non notò subito il nuovo arrivato. Si tolse la giacca e andò in bagno per lavarsi le mani, quando improvvisamente pestò qualcosa di bagnato con la punta del piede.

– Anna, hai versato qualcosa nel bagno? – gridò accendendo l’acqua.

Sua moglie lo raggiunse. Vedendo la pozza, capì subito chi l’avesse fatta.

– No, è stata tua madre a farlo!

– Cosa? – sorrise lui. – Il bagno è proprio lì accanto!

– Ha trovato un nuovo modo per rovinarci la vita! – si lamentò la moglie.

– Cos’è successo stavolta?

– Ora te lo spiegherà lei stessa, abbi pazienza. E sarebbe meglio se togliessi i calzini e li bruciassi!

– Bruciare?

Marco guardò sua moglie perplesso. Dopo essersi lavato le mani, si tolse un calzino e lo annusò. Un odore decisamente familiare, ma questo è… Bleah!

Gettò uno straccio sulla pozza, si lavò nuovamente le mani e poi i piedi con il sapone, ritornando in cucina. Sua madre era seduta su una sedia, accarezzando un gatto grigio dietro l’orecchio. La sua espressione era piuttosto torva.

– Mamma?

– Figlio mio, ora ti spiego tutto! Ricordi che mi hai parlato degli scarafaggi? Ecco, Minerva li catturerà tutti! Ti garantisco!

Marco ascoltava sua madre, sbattendo le palpebre, quando all’improvviso starnutì forte, ancora e ancora.

– Sì, ma mentre la tua Minerva mangerà gli scarafaggi, tuo figlio morirà di allergia! – disse sarcastica Anna. – Non abbiamo animali per una ragione!

– Non importa, sopporterà! – si indignò di nuovo la suocera.

Marco starnutì ancora e poi non ce la fece più.

– Mamma, togli il gatto di qui! Subito!

– Marco, e gli scarafaggi?

– Te l’ho detto, portalo via! E subito!

Barbara sbuffò e si avviò verso la porta d’ingresso. Buttò il gatto nell’atrio e tornò in cucina.

– Allora poi non lamentatevi se avrete più scarafaggi della polvere nel vostro appartamento!

– Non c’è polvere in casa nostra! – osservò Anna.

– Meglio che stai zitta! Non apprezzi affatto il mio aiuto! – disse offesa la suocera.

– E dove hai preso quel gatto? Si perderà! Si vede che è domestico!

– Oh, stava seduto vicino all’entrata! – rispose stizzita Barbara. – L’ho solo preso in prestito…

Anna non rispose, anche se dentro era molto arrabbiata. Era comunque nel carattere della suocera. Prendere il gatto di qualcun altro e portarlo a casa del figlio. Una donna stravagante, se non insensata del tutto.

– Mamma, forse è ora di smettere di aiutarci? – chiese Marco.

Anna si era lamentata diverse volte di sua madre. Aveva un vero talento nel far innervosire le persone. Non molto tempo fa, quando erano fuori per il fine settimana, sua madre era venuta a trovarli e aveva deciso di scongelare e pulire il frigorifero. Diceva che la nuora non lo faceva mai, quindi ci doveva pensare qualcuno. Dimenticando che avevano un frigorifero che non ne aveva bisogno, essendo a congelamento secco.

Insomma, lo spense e andò a guardare la TV. Tirò fuori tutti i cassetti per farlo scongelare più in fretta.

Guardò la TV e poi si addormentò per un po’. Fu svegliata dalla telefonata del marito, che le chiese di preparargli i ravioli per cena. Così decise che il frigorifero poteva aspettare. Corse a casa, preparò i ravioli per il marito, e fu così stanca che decise di tornare nell’appartamento del figlio il giorno dopo.

Marco e Anna tornarono alcune ore prima del previsto. La suocera non aveva ancora finito con il suo disastro. Aveva pure un terribile mal di testa quella mattina, come se non bastasse. Insomma, entrarono in casa ed era un tanfo terribile. Durante la notte tutti gli alimenti si erano guastati.

La cosa più triste era che recentemente la madre di Anna era venuta a trovarli e aveva portato due chili di caviale rosso. Non li avrebbero mangiati tutti subito, quindi avevano deciso di congelarli. Era meglio che andassero a male. Inoltre, Svetlana aveva detto che nel congelatore sarebbero stati al sicuro. A casa sua facevano così.

Anna veniva da Trieste. I suoi genitori vivevano ancora lì e spesso portavano ogni genere di delizie dal posto come souvenir. E ora, grazie a Barbara, avevano perso due chili di caviale, tre orate affumicate e sei lucioperca congelati. Che peccato!

Anna quasi scoppiò in lacrime rendendosi conto che dalla suocera arrivavano solo danni. Sua madre si era impegnata tanto a portare quelle cose, e ora questo!

Naturalmente, Barbara trovò mille e una scusa. Neanche si scusò. Dopo quell’episodio, Marco tolse le chiavi dell’appartamento alla madre senza chiedere, ma ciò non fermò la suocera dal compiere le sue buone azioni.

Iniziò a fare ogni cosa apertamente. Un giorno comprò delle aringhe in offerta al supermercato. A Marco piacevano molto, ne mangiò quasi tutto il barattolo. Anna non aveva controllato la scadenza, era passata. Speravano che non si fosse ancora guastata. Pensavano che sarebbe andato tutto bene, ma in realtà Marco si ritrovò costretto in casa tre giorni con la febbre, tanto da chiamare i sanitari una volta.

Un paio di settimane fa, la suocera chiese di venire da loro a farsi un bagno. Avevano l’acqua calda spenta, e voleva lavarsi bene nella vasca. Marco aveva recentemente installato il boiler. Certo, la lasciarono fare. Chi lo avrebbe immaginato che questa signora schifiltosa avrebbe portato il suo detergente per la vasca, una polvere corrosiva.

Insomma, s’era chiusa e aveva deciso di pulire la vasca prima del bagno. Non si accorse subito che qualcosa non andava. Poi decise di non dire niente. Non era colpa sua, ma Anna capì subito chi avesse rovinato la loro vasca acrilica.

– Perché l’hai toccata? – chiese indignata la nuora. – L’avevo appena pulita prima che arrivassi!

– Oh, so come pulisci! Spalmi solo lo sporco!

Anche Marco era dispiaciuto, ma non potevano chiedere alla madre di comprarne una nuova. Così vissero con quella vasca rovinata, aspettando lo stipendio per comprarne una nuova. Poi ci furono i problemi con gli scarafaggi, e dopo con il gatto. Anna ne aveva abbastanza.

– Barbara, non potrebbe smettere di aiutarci? – chiese seriamente. – Io e Marco non siamo più bambini. Sappiamo benissimo cosa fare!

– Dammi retta! Ho una nuora ingrata! Dovresti pregare per me! E invece mi fai il broncio!

– Pregare per cosa? Per i due chili di caviale rosso che abbiamo dovuto buttare nel water? Per la vasca acrilica che hai rovinato barbaramente? Per l’aringa con cui hai avvelenato tuo figlio? E questi non sono neppure tutti i tuoi colpi di genio! Forse basta così?

– Cosa vuoi dire, che ora non dovrei più venire a trovarvi? – si offese la suocera.

– Ecco, è un’idea niente male. Magari veniamo noi da te?

– Sì, mamma, mi piace l’idea!

– Anche tu? – si rivolse Barbara al figlio. – Davvero, non me lo aspettavo da te! Basta, non metterò più piede in casa vostra!

La suocera si alzò dalla sedia e corse nell’ingresso. Sperava che l’avrebbero trattenuta, magari anche si scusassero, ma nessuno la seguì per salutarla.

Quando la porta si chiuse dietro di lei, i due coniugi sospirarono sollevati. Marco starnutì tutto il pomeriggio, ritrovarono un’altra pozza sotto il letto in camera da letto, e Anna dovette fare una pulizia a fondo per rimuovere tutto il pelo dall’appartamento, ma almeno la suocera si era offesa. Che facesse pure, l’importante era che restasse a casa sua.

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