**Diario di un padre**
Sono passati già tre anni da quando mio figlio Luca ha portato a casa la sua nuova moglie con due bambini. Mai avrei immaginato che la mia vita potesse trasformarsi in un inferno. All’inizio mi aveva rassicurato: “Papà, sarà solo per qualche mese, il tempo di trovare una casa”. Ma i mesi sono diventati anni, e ora la situazione è più fissa che mai. Per di più, sua moglie, Giulia, aspetta un altro bambino. Ogni giorno della mia vecchiaia è una tortura.
Viviamo in un bilocale nella periferia di Milano. In questa casa ci sono io, Luca, Giulia incinta e i suoi due figli. Presto arriverà il terzo. Non posso dire che Giulia sia scortese—mi tratta con rispetto, non alza la voce—ma non fa nulla in casa. I bambini vanno all’asilo, lei non lavora, passa le giornate tra social e passeggiate con le amiche. A volte si fa le unghie, e non oso chiedere con quali soldi.
Luca ha un lavoro, sì, ma il suo stipendio basta a malapena per la spesa e le bollette, soprattutto con questa famiglia. Il resto tocca a me. Con la mia pensione e il lavoro extra—sveglio alle cinque per pulire due uffici—riesco a tirare avanti. Tornato a casa, mi aspetta la montagna di piatti dopo la colazione, il pranzo da preparare, il bucato da fare. E tutto ricade su di me.
Quando Giulia non era incinta, almeno andava a fare la spesa. Ora, niente. Dice di avere dolori, porta i bambini all’asilo e sparisce. Torna a casa a pranzo con Luca, ma qualcuno deve cucinare, servire e lavare. Lo fa lei? No. Sono sempre io. E non ce la facNon so più quanto potrò resistere a questa vita che mi sta consumando giorno dopo giorno.