— Oh, cara… che profumo meraviglioso c’è qui da te… Ho una voglia matta! Potresti darmi anche a me uno di questi? Non ho mai assaggiato niente di simile…, disse l’anziana, abbracciando la borsa con cui aveva girovagato per tutta la giornata per la città.

Caro diario,
oggi ho assistito a una piccola scena che mi ha ricordato che anche nei momenti più freddi della vita la gentilezza può scaldare il cuore.

Mentre rientravo dal reparto di terapia intensiva dellOspedale Maggiore di Bologna, dove ho passato lintera giornata accanto al letto di mio padre malato, ho sentito lodore irresistibile di carne alla griglia e pane tostato che proveniva da un foodtruck di panini posto proprio accanto allingresso del parcheggio.

Una donna anziana, avvolta in un vecchio cappotto di lana e con un foulard stretto sotto il mento, si avvicinò al camion con gli occhi grandi come quelli di un bambino. Con una banconota da cinque euro stropicciata nella tasca del suo lungo vestito, mi ha chiesto timidamente:

Mi scusi, signore, le sarebbe possibile farmi un piccolo panino? Ho fame da morire, ma non ho mai assaggiato qualcosa del genere

Il suo tono era dolce ma carico di vergogna, come se chiedesse scusa per il semplice desiderio di nutrirsi. Il suo passo era lento, quasi esitante, ma il profumo del pane caldo le ha rapito i ricordi di gioventù.

Lui, il giovane che gestiva il camion, si chiamava Luca Ferrara. Ha fermato la frullante frenesia della città per un attimo, osservando la mano tremante della signora e la banconota che raccontava una vita di fatica nei campi e nei lavori di fabbrica. In quel momento ha ricordato la sua nonna, la signora Giulia, che lo chiamava ragazzino e gli preparava sempre una fetta di pane con formaggio e un po di marmellata, dicendogli: Hai bisogno di energia, ragazzo.

Con un sorriso gentile, Luca ha detto:

Signora, tenga questo panino, è offerto da noi. Ne faccio due, uno per lei e uno per il suo uomo, così potrà portarglielo a casa.

Le mani della donna si sono strette attorno al panino come se fosse un tesoro. Ha cercato di rifiutare, ma Luca, citando la saggezza della nonna, le ha ricordato: Se Dio ti ha dato due mani, una è per lavorare e laltra per aiutare gli altri.

Ha preparato il panino con cura: il pane più soffice, la fetta di carne più tenera, verdure fresche e una collezione di salse, quasi come se stesse cucinando per la sua famiglia. Poi ne ha fatto un altro identico, consegnandolo alla signora con una reverenza.

Che Dio ti dia salute, ragazzo, ha sussurrato la nonna, oggi mi hai riscaldato più del sole dinverno.

Luca ha riso piano, ma gli occhi tradivano lemozione: Se la nonna mi vedesse ora, direbbe Bravo, non hai dimenticato ciò che ti ho insegnato!

La signora ha lasciato il camion con le mani piene di panini, ma soprattutto con la consapevolezza di non essere più invisibile. Non era solo cibo quel gesto; era la prova che, anche in una città frenetica, un atto di umanità può far dimenticare il freddo, lospedale e le preoccupazioni.

Quella sera, non solo i nostri stomaci si sono riempiti, ma unantica ferita quella di sentirsi trascurati è stata medicata da una semplice generosità.

Lezione: la vera nutrizione non è solo quella che si mette in bocca, ma quella che si offre al prossimo con il cuore.

Giovanni Conti.

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— Oh, cara… che profumo meraviglioso c’è qui da te… Ho una voglia matta! Potresti darmi anche a me uno di questi? Non ho mai assaggiato niente di simile…, disse l’anziana, abbracciando la borsa con cui aveva girovagato per tutta la giornata per la città.