Olia, ma questi chili di troppo sono la tua nuova compagna di vita?

“Francesca, ma questi chili di troppo?”

“Francesca, ma questi chili di troppo? Non è un problema?” la madre di Luca non mollava.
“Secondo me, non ne ho affatto. E poi, piacciono al mio futuro marito. Mica tutte dobbiamo essere stecchini e formichine!” rispose Francesca con un sorriso beffardo, lanciando unocchiata a Elena e alla madre di Luca. Elena, a quelle parole, diventò paonazza.

“Mamma! Hai comprato il tè dimagrante? I semi di chia? Perché hai messo così tanto burro nella mia polenta, sono calorie inutili?! Luca, hai ricomprato il pane lievitato? Fa male! Al mattino bisogna bere tre bicchieri dacqua, altrimenti il peso non scende Dovè la mia acqua?!” fin da bambino, Luca aveva sentito discorsi del genere.

Sua madre e sua sorella maggiore erano ossessionate dalla linea. Elena, ormai trentottenne, non si era mai sposata e assomigliava a un cavallo affamato, magro e un po curvo. La madre, invece, pareva uno stecco da magliaia, dritta e rigida.

Lui, stufo di quellatmosfera, cercava sempre persone allegre, con un buon appetito. E sognava una moglie diversa da sua madre e sua sorella. E laveva trovata!

Si chiamava Francesca. Già il nome era dolce, morbido, come un profumo di cannella. No, Francesca non era grassa. Ma con i suoi centosettantatré centimetri di altezza, pesava ottantacinque chili.

E quei chili irradiavano salute e felicità. Seno prosperoso, vita stretta, fianchi arrotondati e fossette sulle guance paffute che ispiravano pizzicotti. Luca ne rimase folgorato appena la vide.

Una sera, portò sua sorella in banca per una pratica. Mentre lei prendeva il numero e si sedeva, lui passeggiava per la sala in attesa.

Allimprovviso, udì una risata argentata, come un campanellino. Era bassa, ma così contagiosa che Luca sorrise senza volerlo. Curioso, seguì il suono.

Rideva unimpiegata, che stava servendo un anziano cliente. Questi aveva detto qualcosa di divertente, e lei rise di nuovo. Luca non riusciva a distogliere lo sguardo

Dai capelli mossi alle labbra a cuore. E poi, era “abbondantemente ben piazzata”, come si dice da quelle parti.

In macchina con Elena, ascoltava il suo monotono brontolio ma era altrove, ancora in banca, con quella ragazza.

“Luca, mi stai ascoltando?” sbottò Elena.
“Certo, sorellina, certo.” cercava disperatamente di ricordare di cosa avesse parlato.
“Allora, gli ho detto che non mangio carne fritta, solo petto di pollo bollito!” si lamentava Elena dellennesimo spasimante. Luca annuì compassionevole, facendo schioccare la lingua. “Che maleducato!”

Il giorno dopo, tornò in banca. La sua musa era lì, e lui tirò un sospiro di sollievo. Alla chiusura, prese un mazzo di rose dallauto e le si avvicinò.

“Signorina Le servirebbe un marito? O un genero per sua madre?” le disse, porgendole i fiori.

Doveva avere unespressione così buffa che lei scoppiò a ridere, ma accettò le rose.
“Dio, che bellezza! Che profumo!” immerse il viso tra i petali, e lui la osservava rapito

Da quel momento, furono inseparabili. A volte nella vita incontri qualcuno e capisci: è lei, non cercare altro. Così fu per Luca con Francesca. Le propose dopo un mese, e lei accettò con gioia. Restava solo da presentarla ai genitori.

I genitori di Francesca lo accolsero con un tavolo imbandito, torte, risate e chiacchiere. La madre, una donna prosperosa e affascinante, lo baciò su entrambe le guance, imbarazzandolo a morte. Il padre gli diede una pacca sulla spalla come a un vecchio amico e lo portò in cucina.

“Lontano dalle donne, ti tormenteranno. Ma non preoccuparti, Natalina è una pacifica. Per questo lamo da trentanni. E Francesca è un diamante. Abbi cura di lei, figliolo.” lo guardò serio.

Poi passarono ore a tavola, mangiando, ridendo e raccontando storie. Il padre suonò la chitarra, e tutti cantarono. Luca si sentì a casa come mai prima.

Tre giorni dopo, andarono dai suoi genitori. Francesca comprò dei pasticcini artigianali per le donne di casa. Arrivarono alle cinque.

Ad aprire fu la madre di Luca, Giovanna.

“Oh Ciao, tesori” fissò Francesca a bocca aperta, bloccata sulla porta.
“Mamma, ti voglio bene anchio. Possiamo entrare?” Luca spinse delicatamente la madre, e finalmente varcarono la soglia.

“Certo, figlio Avanti Allora tu sei Francesca, vero?” si riprese e la scrutò da capo a piedi.
“Sì, sono io! Felice di conoscervi.” Francesca le strinse la mano ed entrò. Giovanna rimase a fissarla, sbalordita.

“Papà, Elena, mamma, questa è Francesca, la mia fidanzata. Abbiamo fatto la dichiarazione e presto ci sposiamo. Francesca, questa è la mia famiglia: mia sorella Elena, mia madre Giovanna e mio padre Niccolò.”

La notizia del matrimonio li lasciò di sasso. Silenzio imbarazzante, solo il tintinnio delle posate

“Bene! Francesca, benvenuta in famiglia. Hai portato qualcosa da bere? Perfetto! E dei dolcetti ma quelli sono per voi donne.” intervenne il padre.

“No no, noi non mangiamo dolci, soprattutto di sera. Francesca, ma come ti viene in mente” Giovanna allontanò la scatola con disgusto.

“Voi no, ma noi sì! Passami quella scatola, vediamo cosa cè. Francesca non ci porterebbe mai qualcosa di brutto, vero?” rise il padre.

Finalmente si sedettero, e latmosfera si calmò. Sul tavolo, cioccolatini, stuzzichini e una bottiglia di spumante. Stapparono, brindarono, bevvero. Poi, di nuovo silenzio.

“Mamma, ho conosciuto i genitori di Francesca. Sono persone meravigliose. Ti piaceranno.” disse Luca per rompere il ghiaccio. Francesca studiava il bicchiere, Elena la fissava. Il padre iniziò una barzelletta, tutti risero, la tensione si sciolse.

“Francesca, non preoccuparti, conosco unottima nutrizionista. Ti presenterò a lei, risolveremo il tuo problema.” disse improvvisamente la madre.

“Problema? Io non ho problemi.” Francesca era sincera.

“Ma come? Francesca, questi chili di troppo non sono un problema?” insisté Giovanna.

“Secondo me no. E poi, a Luca piacciono. Mica tutte dobbiamo essere grissini!” Francesca guardò Elena e la suocera con ironia. Elena arrossì di rabbia.

“Francesca, hai venti chili di troppo! Fa male alla salute. E quando avrai figli, non oso immaginare”

“Quando avrò figli, sarò ancora più bella, con mio marito e il mio bambino al fianco. Tu sei sposata, Elena? Una donna così snella deve avere un marito bellissimo e almeno un paio di figli, no?” Francesca si vendicò, addentando un pasticcino con gusto.

Elena deglutì, indignata, ma Niccolò intervenne, riempiendo i bicchieri.

“Alle donne di questa famiglia, così diverse, ma così amate!”

Uscirono due ore dopo. Si guardarono, sospirarono allunisono, poi scoppiarono a ridere.

“Dai Non

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