**Diario Personale**
“Ora, dimmi, questi tuoi chili in più non sono un problema?”
La madre di Luca non mollava losso.
“Secondo me, chili in più non ne ho, e poi il mio futuro marito li apprezza. Non siamo tutte fatte per essere bacchettine o stivaletti di cristallo.”
Ginevra lanciò unocchiata ironica a Elena e alla madre di Luca. Di fronte a tanta sfacciatura, Elena scattò come una molla.
“Mamma! Hai comprato il tè dimagrante? I semi di chia? Perché hai messo così tanto burro nella mia polenta, sono chili di troppo! Luca, ancora quel pane lievitato? Fa male! E lacqua, tre bicchieri al mattino, sennosì il peso non scende Dovè la mia bottiglia?”
Frasi così, Luca le aveva sentite fin da bambino.
Sua madre e sua sorella maggiore erano ossessionate dalla loro figura. Elena, ormai trentottenne, mai sposata, somigliava a un cavallo magro e affamato, mentre la madre era diritta come un fuso.
Era diventato così insopportabile che cercava solo persone gioiose, con un buon appetito. E sognava una moglie diversa da loro.
E laveva trovata.
Si chiama Viola. Un nome dolce, morbido, come un bignè appena sfornato. No, Viola non era grassa. Con i suoi 173 cm, pesava 85 kg.
E quei chili sprizzavano salute e allegria. Seno alto, vita stretta, curve sinuose e fossette sulle guance paffutelle che facevano venire voglia di pizzicarle.
La prima volta che la vide, in banca, rimase folgorato.
Era lì, la cassière, mentre serviva un anziano cliente. Rise, un suono argentino che lo fece sorridere a posto suo. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
I capelli mossi, le labbra a cuore e quel corpo prosperoso che non passava inosservato.
In auto con Elena, ascoltava distrattamente i suoi lamenti sul fidanzato di quel mese.
“Luca, mi stai ascoltando?”
“Certo, Elena.”
Mente cercava di ricordare cosa avesse detto.
“Gli ho spiegato che non mangio carne fritta, solo petto di pollo bollito”
Luca annuì, facendo finta di compatirla.
Il giorno dopo tornò in banca, con un mazzo di rose rosse.
“Signorina, le servirebbe un marito o un genero per sua madre?”
Le porse i fiori con un sorriso così maldestro che lei scoppiò a ridere.
“Che bellezza! Che profumo!”
Affondò il viso tra i petali, mentre lui la contemplava.
Da quel momento furono inseparabili.
A volte incontri qualcuno e capisci: è lei, non devi cercare altro. Così fu per Luca e Viola.
Le propose dopo un mese e lei accettò con gioia.
Restava solo da presentarla ai genitori.
I genitori di Viola lo accolsero con un banchetto ricco di cibo, risate e chiacchiere. La madre, una donna imponente e bella, lo baciò su entrambe le guance, mettendolo a disagio. Il padre gli batté una mano sulla spalla e lo portò in cucina.
“Lontano dalle donne, o ti tormenteranno. Ma non preoccuparti, Natalia è una donna pacifica. E Viola è un diamante. Abbi cura di lei, figliolo.”
Poi, chitarra, canti e risate. Luca si sentì a casa.
Tre giorni dopo, toccò ai suoi genitori.
Sulla strada, Viola comprò dei pasticcini artigianali.
La madre di Luca, Silvia, li accolse sulla porta con un’espressione sbalordita.
“Mamma, possiamo entrare?”
“Certo, certo Tu devi essere Viola, vero?”
La scrutò da capo a piedi senza ritegno.
“Sono felice di conoscerti,” disse Viola, porgendole la mano.
A tavola, il padre cercò di rompere il ghiaccio con un brindisi.
Silvia non resistette:
“Viola, ho un ottimo nutrizionista. Potrei presentartelo.”
“Perché? Non ho problemi.”
“Ma questi chili in più non ti preoccupano?”
“Non sono chili in più. E a Luca piacciono. Non siamo tutte modelle filiformi.”
Viola guardò Elena e Silvia con sarcasmo.
Elena sbuffò:
“Viola, venti chili sono troppi! E se avrai figli, chissà cosa diventerai”
“Diventerò ancora più bella, con mio marito e mio figlio accanto. Tu invece, Elena, sei sposata? È strano, una donna così magra dovrebbe avere un belluomo e almeno un paio di bambini”
Silvia intervenne con un brindisi:
“Alle donne di questa famiglia, così diverse ma tanto amate!”
Uscirono due ore dopo. Si fermarono a guardarsi, sospirarono allunisono e scoppiarono a ridere.
“Non mi aspettavo che la mia futura suocera mi definisse paffutella.”
“Viola, sei bellissima. E loro? Perdonale. I parenti non si scegliono.”
Il matrimonio fu fissato per il 25 agosto.
Viola splendeva in un abito che si adattava perfettamente alle sue curve. Natalia, la madre, non era da meno, attirando gli sguardi maschili.
Silvia ed Elena, invece, sembravano due stivaletti rigidi.
Durante il primo ballo, Silvia commentò:
“La sposa è enorme. E quel vestito non la aiuta.”
Natalia si avvicinò, infuriata:
“Gli uomini veri preferiscono donne vere. E tu, suocera, stai attenta alle parole. Sono nervosa quando si tratta di mia figlia.”
Silvia rimase inchiodata al muro, finché il padre di Viola non la salvò, invitando Natalia a ballare.
La festa continuò tra canti e risate.
Chissà, forse i giovani vivranno felici e prospereranno
Dopotutto, è questo che conta, no?





