Olia, ma questi sono i tuoi chili di troppo?

**Diario di Marco**

“Giorgia, ma questi tuoi chili di troppo?”
“Giorgia, ma questi tuoi chili di troppo? Non sono un problema?” la madre di Marco non mollava.
“A me sembra di no, soprattutto perché il mio futuro marito li apprezza. Mica tutte dobbiamo essere bacchettine e stecchini.” Giorgia lanciò unocchiata sprezzante a Elena e alla suocera. Elena arrossì per laudacia.

“Mamma! Hai comprato il tè dimagrante? I semi di chia? Perché hai messo così tanto burro nella mia polenta, sono calorie inutili! Marco, hai comprato di nuovo il pane al lievito? Fa male! Al mattino bisogna bere tre bicchieri dacqua, altrimenti il peso non scende Dovè la mia bottiglia?” frasi così Marco le aveva sentite fin dallinfanzia.

Sua madre e sua sorella maggiora erano ossessionate dalla linea. Elena, a trentotto anni, non si era mai sposata e sembrava un cavallo affamato, magro e curvo. La madre, invece, era dritta come uno stecco da maglia.

Stufo, Marco cercava sempre persone allegre, con un buon appetito. E sognava una moglie diversa da loro. E laveva trovata.

Si chiamava Giorgia. Persino il nome era dolce, come un profumato bignè. No, Giorgia non era grassa. Con unaltezza di un metro e settantacinque, pesava ottantacinque chili.

Ma quei chili irradiavano salute e serenità. Seno prosperoso, vita stretta, curve generose e fossette sulle guance paffute, da volerle pizzicare. Marco rimase folgorato quando la vide per la prima volta.

Una sera, accompagnò Elena in banca per una pratica. Mentre lei aspettava il suo turno, lui passeggiava nella hall.

Allimprovviso, un riso argentato, come un campanellino, gli arrivò alle orecchie. Era contagioso. Marco sorrise e cercò la fonte.

Era una cassiera che rideva con un cliente anziano. Marco non riuscì a distogliere lo sguardo: capelli mossi, labbra a cuore e una figura che non passava certo inosservata.

Tornato in macchina con Elena, ascoltava distrattamente i suoi monologhi. La mente era ancora in banca, con quella ragazza.

“Marco, mi stai ascoltando?” chiese Elena seccata.
“Certo, sorellina.” mentì, senza sapere di cosa stesse parlando.
“Gli ho detto che non mangio carne fritta, solo petto di pollo bollito!” si lamentava del suo ultimo corteggiatore. Marco annuì con compassione, pensando: “Che stronzo”

Il giorno dopo, tornò in banca. Giorgia era al suo posto. Alla chiusura, prese un mazzo di rose dallauto e le raggiunse.

“Signorina. Le serve un marito? O un genero per sua madre?” disse, goffamente, porgendole i fiori.

Lei rise, ma accettò le rose.
“Dio, che bellezza! Che profumo!” immerse il viso tra i petali, mentre lui la ammirava.

Da quel giorno, furono inseparabili. A volte nella vita incontri qualcuno e sai che è la persona giusta. Per Marco, quella persona era Giorgia. Le propose dopo un mese e lei accettò. Restava solo da presentarla ai genitori.

I genitori di Giorgia lo accolsero con un tavolo imbandito, risate e chiacchiere. La madre, una donna maestosa e bella, lo baciò sulle guance, imbarazzandolo. Il padre, come un vecchio amico, lo portò in cucina.

“Lontano dalle donne, sennò ti tormentano. Ma non preoccuparti, Natalina è tranquilla, per questo lamo da trentanni. E Giorgia è un diamante. Abbi cura di lei, figliolo.” lo fissò serio.

Passarono la serata a mangiare, ridere e cantare con la chitarra. Marco si sentì subito a casa.

Tre giorni dopo, andarono dai suoi genitori. Si fermarono in pasticceria e Giorgia comprò dolci artigianali per le donne di casa.

La madre di Marco, Ginevra, aprì la porta.
“Oh Ciao, tesori” fissò Giorgia a bocca aperta.
“Mamma, ti voglio bene. Possiamo entrare?” la spinse gentilmente dentro.

“Certo, certo Tu devi essere Giorgia, vero?” la scrutò senza vergogna.
“Sì, e sono felice di conoscerla.” Giorgia le strinse la mano e sorrise.

Marco presentò la fidanzata: “Papà, Elena, mamma, questa è Giorgia. Abbiamo deciso di sposarci.”

La notizia lasciò tutti senza parole. Il silenzio fu rotto solo dal tintinnio delle posate.

“Allora! Giorgia, benvenuta in famiglia. Hai portato qualcosa da bere? Perfetto! E dei dolci? Ma quelli sono per voi donne.” disse il padre, cercando di stemperare la tensione.

“No, no, noi non mangiamo dolci, specie di sera.” Ginevra allontanò il vassoio con disgusto.

“Voi no, noi sì! Dai, vediamo cosa cè qui dentro. Giorgia non porterebbe mai qualcosa di brutto.” il padre rise.

Aprirono una bottiglia di spumante, brindarono, ma limbarazzo rimase.

“Mamma, ho conosciuto i genitori di Giorgia. Sono persone meravigliose.” disse Marco per rompere il ghiaccio.

“Giorgia, non preoccuparti, conosco unottima nutrizionista. Ti aiuterà con il tuo problema.” intervenne Ginevra.

“Problema? Io non ho problemi.” rispose Giorgia stupita.

“Ma sì! Questi chili di troppo non ti danno fastidio?”

“Non ne ho, e a Marco piacciono così. Non siamo mica tutte stuzzicadenti.” guardò Elena e Ginevra con sfida. Elena sbuffò.

“Giorgia, hai venti chili in più! E quando avrai figli, cosa farai?”

“Quando avrò figli, sarò ancora più bella, con mio marito e mio figlio accanto. Tu invece, Elena, sei sposata? Una donna così magra avrà di certo un belluomo e almeno un paio di bambini” mordicchiò un dolce con soddisfazione.

Elena deglutì, indignata, ma il padre di Marco intervenne con un brindisi:

“Alle donne di questa famiglia, diverse ma amate!”

Uscirono due ore dopo. Si guardarono, sospirarono e scoppiarono a ridere.

“Dai Non mi aspettavo che la mia futura suocera mi chiamasse paffutella.”

“Giorgia, sei splendida, e lo sai. Mamma ed Elena? Perdonale. I parenti non si scelgono.”

Il matrimonio fu fissato per il 25 agosto. Dopo la cerimonia, tutti andarono al ristorante.

La sposa brillava in un abito che esaltava le sue curve. Lo sposo non la perdeva di vista. La madre di Giorgia, Natalina, non era da meno: elegante, prosperosa, attirava gli sguardi degli uomini, in contrasto con la suocera, magra e vestita di nero.

Durante il primo ballo, gli sposi sembravano soli al mondo.

“Mah La sposa dovrebbe dimagrire. Quel vestito la ingrossa ancora di più.” borbottò Ginevra.

“Molti uomini preferiscono donne vere. Tuo figlio, per esempio. E tu, suocera, stai attenta a come parli, perché io sono paziente, ma quando si tratta di mia figlia” Natalina le si avvicinò minacciosa.

Le due donne si fissarono, finché il padre di Giorgia non le separò:

“Ragazze, vedo che vi siete già affiatate. Ma devo rubarti mia moglie, Ginevra. Natalina, balliamo?”

La festa continu

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