L’ombra del passato: un dramma sulla soglia di casa
Luca, cercando di non fare rumore, varcò la soglia dell’appartamento in una vecchia casa alla periferia di Verona.
“Finalmente, stavo iniziando a preoccuparmi,” risuonò dalla cucina la voce della moglie, dolce ma con una lieve tensione. “Non puoi restare fino a tardi al lavoro ogni sera. Vuoi cenare?”
Luca annuì in silenzio, sedendosi sulla sedia. Chiara, sua moglie, scaldò con destrezza delle polpette con purè di patate, riempiendo la cucina di un aroma accogliente.
“Amore, stai bene? Sembri perso,” chiese con premura, fissandolo attentamente.
“Sì, tutto bene,” rispose evasivo, giocherellando con l’orizzonte della tovaglia. “È solo che… dobbiamo parlare.”
“Parla,” disse Chiara, calma ma decisa, sedendosi di fronte a lui.
“Ho conosciuto un’altra donna,” sbottò Luca, chiudendo gli occhi come se si aspettasse un colpo. Non riusciva neanche a immaginare quale sarebbe stata la reazione di Chiara.
***
Prima, quella stessa sera, mentre si congedava da Luca, Gaia gli si era avvicinata, abbracciandolo come se non volesse lasciarlo andare. La sua voce era suadente, quasi supplichevole:
“Tesoro, lo farai stasera? Come mi avevi promesso…”
“Non lo so,” borbottò imbarazzato, ricambiando goffamente l’abbraccio. “Ma cercherò…”
“Per favore, cerca di farlo,” sussurrò Gaia, i suoi occhi luccicando nel semibuio. “Prima o poi dovrai farlo comunque…”
Lo baciò, trascinandolo di nuovo nella calda camera da letto, dove il tempo sembrava fermarsi.
***
Un’ora dopo, Luca camminava per le strade buie della città, il cuore stretto dalla paura. Come avrebbe detto a sua moglie? Come avrebbe guardato negli occhi Chiara, che per quindici anni era stata il suo sostegno? Come spiegare che lui, un uomo adulto, aveva perso la testa come un ragazzino? E soprattutto: come giustificare il fatto che stava per distruggere la loro famiglia?
Davanti ai suoi occhi apparvero le immagini dei loro figli, Matteo e Davide. Gemelli, il loro orgoglio. I loro identici occhi castani, pieni di fiducia, lo fissavano con disapprovazione, come se già sapessero del suo tradimento. Luca scosse la testa, scacciando il pensiero.
Quanto li avevano desiderati quei bambini! Scoprendo che sarebbero nati gemelli, all’inizio si erano sentiti smarriti: come avrebbero fatto? Ma Chiara si era rivelata una maga. Riusciva a distinguerli a colpo d’occhio, riusciva a fare tutto: tenere in ordine la casa, crescere i bambini. Li aveva allattati al seno quasi fino a un anno, senza lamentarsi della stanchezza, senza chiedere a Luca più aiuto del necessario.
Dopo il lavoro, a casa lo aspettavano sempre una cena calda, il sorriso di Chiara e le risate felici dei figli. Chiara sapeva fare tutto: calmare i bambini capricciosi, educarli in modo che crescessero obbedienti ma mai sottomessi. Inculcava nei ragazzi il rispetto per il padre, faceva di tutto perché vedessero in lui un esempio. E funzionava: Matteo e Davide adoravano il padre, ne erano fieri.
I figli erano diventati ragazzi splendidi: a tredici anni erano già indipendenti, studiavano bene, giocavano a calcio, avevano tanti amici. Chiara li conosceva tutti: i loro nomi, dove abitavano, cosa amavano fare. La loro casa era sempre aperta, e i ragazzi portavano volentieri gli amici. Una volta questo infastidiva Luca: il rumore, il trambusto, le voci dei bambini. Ma Chiara gli aveva detto con fermezza:
“I nostri figli devono saper fare amicizia. E io voglio sapere con chi stanno. È importante, Luca. Accettalo.”
Aveva ragione. Come sempre. I bambini crescevano, e la loro casa rimaneva un nido caldo dove tutti si sentivano amati.
Ma ora… Gaia sarebbe mai entrata nella loro vita? I figli l’avrebbero accettata? A questa idea, un brivido freddo gli scosse la schiena. Come avrebbero mai potuto Matteo e Davide amare una donna per cui il loro padre aveva abbandonato la madre? Adoravano Chiara. Per loro il suo gesto sarebbe stato un tradimento. E avrebbero avuto ragione.
Chiara non meritava questo. Per quindici anni era stata una moglie perfetta, un’amica fedele, una madre premurosa. Luca era stato felice con lei, fino a quando non era arrivata Gaia.
Gaia, giovane, luminosa, con una scintilla negli occhi che aveva riacceso in lui un sentimento da tempo dimenticato. Si era innamorato come un ragazzino, a prima vista. Lei gli aveva riempito la mente, il cuore, facendogli dimenticare l’età, la famiglia, il dovere. Dopo una settimana di corteggiamento, non riusciva più a pensare a nient’altro che a lei. Voleva solo stringerla tra le braccia, perdersi nel suo sorriso.
Ma era colpa sua? L’amore è una tempesta a cui è impossibile resistere. Ma Chiara l’avrebbe capito? Non avrebbe fatto una scenata? Anche se… non era nel suo carattere. Era sempre stata controllata, saggia. Ma cosa sarebbe successo dopo le sue parole? Un divorzio? Perché Gaia aveva chiarito che voleva che lui andasse a vivere con lei.
Luca si fermò davanti al portone, abbattendosi pesantemente sulla panchina. Le gambe non gli rispondevano, il cuore gli batteva forte. Entrare in casa era insopportabile.
***
Intanto Chiara, dopo aver messo a letto i figli, sedeva alla finestra, guardando la strada buia. Sapeva già tutto, da tempo. Sapeva che quella sera si sarebbe deciso a parlare. Aveva sperato che fosse solo un capriccio, ma no: le cose erano andate troppo oltre.
“Poverino, ha paura di tornare a casa,” pensò. “Si tormenta, cerca le parole. Hai paura, Luca? Ti capisco. Non hai idea che io so tutto da tempo. Mi ero preparata a questa conversazione, anche se non volevo essere io a iniziarla. Quindici anni insieme, due figli… Sei sempre stato onesto, non mi hai mai dato motivo di dubitare. E poi ti sei innamorato. Succede, no? Ma perché, tesoro, ci sei finito così dentro? Credi che lei potrà sostituirci? Ti sbagli. Tra qualche mese ti ritroverai a piangere di nostalgia. Ma se hai deciso, parla. Io sono pronta.”
***
La porta scricchiolò piano. Luca, cercando di non fare rumore, entrò nell’appartamento, sperando che tutti dormissero.
“Finalmente, stavo iniziando a preoccuparmi,” risuonò la voce di Chiara dalla cucina. “Non puoi restare fino a tardi al lavoro ogni sera. Vuoi cenare?”
Luca annuì, sentendo crollare l’illusione di un rinvio. Chiara gli mise davanti un piatto con polpette e purè. Mangiò meccanicamente, senza sentire il gusto, mentre nella testa gli risuonava la voce di Gaia: “Lo farai stasera?”
Finito di cenare, Luca si spostò in salotto, accese la TV, ma fissava il vuoto. Le mani gli tremavano, le strinse tra le ginocchia. Chiara, dopo aver sparecchiato, entrò e si sedette accanto a lui.
“Amore, stai bene? Sei strano,” disse dolcemente, aiutandolo a iniziare.
“Sì, tutto bene,” balbettò Luca, esitante. “È solo che… dobbiamo parlare.”
Luca fissò la porta, il cuore in gola, chiedendosi se avesse ancora il coraggio di scegliere la sua famiglia.