Ombre del passato: un destino inaspettato

**Ombre del Passato: Un Giro Inaspettato del Destino**

Maria Rosaria Rinaldi sedeva in cucina, fissando la finestra con il cuore in frantumi. Suo figlio, Alessandro, non aveva ricordato l’anniversario di nozze dei genitori e non aveva nemmeno chiamato. Le lacrime le rigavano le guance mentre si chiedeva come trascorrere quella giornata di solitudine. All’improvviso, il silenzio fu spezzato dal telefono. *”Finalmente! Avevo torto a dubitare di lui,”* pensò Maria Rosaria, affrettandosi verso l’apparecchio. Ma quando sollevò la cornetta, si gelò: era la voce della nuora, Valentina. *”Maria Rosaria, ho una proposta importante per lei,”* iniziò la giovane, decisa, senza lasciarle spazio per interrompere.

*”Come è possibile? L’avete venduta senza il mio consenso?”* esclamò Maria Rosaria, la voce rotta dall’emozione. *”Alessandro, come hai potuto? Non me l’aspettavo da te!”*

*”Mamma, non esagerare. È successo tutto in fretta. Il compratore si è presentato subito, e noi avevamo bisogno di soldi. Sai che Valentina sta avviando la sua attività. Dovevamo aspettare che tornassi dalla tua settimana termale per chiederti il permesso di vendere la casa al lago?”* ribatté Alessandro, seccato.

*”Figlio mio, in quella casa ci sono tutti i nostri ricordi! Avreste almeno potuto parlarne con me!”*

*”Mamma, ti ho già spiegato tutto,”* sospirò lui, chiudendo bruscamente la comunicazione.

Maria Rosaria era sconvolta. Ultimamente si sentiva sempre più inutile, come un’estranea nella propria famiglia, e incolpava Valentina per tutto. Da quando era entrata nella loro vita, Alessandro aveva cambiato comportamento, ignorando i desideri della madre.

Quella notizia le spezzò il cuore definitivamente. Quando suo marito, Enrico, aveva insistito per regalare al figlio la vecchia casa di famiglia sulle rive del Lago di Como come dono di nozze, Maria Rosaria si era opposta. Ma Enrico era irremovibile. *”Perché ti aggrappi a quel posto? A noi basta l’appartamento. Lascia che i giovani decidano se viverci o venderla. Non abbiamo altro da offrirgli, è il regalo migliore che possiamo fare. Basta discussioni.”*

E così, cinque anni dopo il matrimonio, Alessandro le aveva annunciato che la casa era stata venduta. Se Enrico fosse stato vivo, mai avrebbe approvato.

Quella dimora era una vera perla: una villa in pietra su due piani, con finestre decorate, un ampio portico e una vista mozzafiato sul lago, circondata da ulivi e cipressi. Era lì che Maria Rosaria ed Enrico avevano vissuto i primi anni di matrimonio, i più felici della sua vita. La pace della campagna, i prodotti freschi dei contadini locali, il profumo dei limoni—tutto sembrava uscito da un sogno. Fu proprio lì che aveva scoperto di aspettare Alessandro. Quel luogo custodiva i suoi ricordi più cari.

Valentina, secondo Maria Rosaria, non aveva mai apprezzato quel dono. Raramente andava al lago con Alessandro, e l’idea di passarci la notte la disgustava. *”Sono una donna di città,”* diceva. *”In campagna ci sono solo zanzare e polvere. Io voglio il comfort, l’aria condizionata!”* aggiungeva, controllando il suo impeccabile smalto rosso.

Maria Rosaria continuò a frequentare la casa, prima con Enrico, poi da sola dopo la sua morte. Nel cuore, la considerava ancora sua, sperando che un giorno Alessandro gliel’avrebbe restituita per viverci in pace. A volte invitava l’amica Paola, e insieme passavano ore lontane dal caos cittadino.

*”Che bella villa, Maria Rosaria,”* commentava Paola. *”Se la vendessi, potresti guadagnare benissimo. Posti così valgono un capitale, e il panorama è da favola.”*

*”Non la venderò mai,”* rispondeva Maria Rosaria. *”Qui è tutto speciale. È la memoria dei genitori di Enrico.”* Sognava di trasferirsi definitivamente, magari affittando una parte per integrare la pensione.

Valentina, laureata in economia, dopo la maternità non era tornata a lavorare in un ufficio contabile. *”Non ho intenzione di farmi sfruttare per quattro spicci,”* dichiarava. Alessandro, ingegnere in una fabbrica, la sosteneva: *”Stai a casa con Matteo, il mio stipendio basta.”*

Ma Valentina si annoiava. Quando il figlio crebbe, decise di aprire un salone di bellezza. *”Ho un’idea!”* annunciò ad Alessandro. *”Vendiamo la casa e compriamo il locale per il salone. Ho già trovato l’affare perfetto.”*

*”Sei sicura di saperlo gestire?”* chiese Alessandro, dubbioso.

*”Assolutamente sì! Troverò i migliori parrucchieri. Ma dobbiamo muovereMaria Rosaria sorrise tra sé, guardando il tramonto sul lago mentre stringeva la mano di Valentina, finalmente in pace con il passato e pronta a costruire un futuro insieme alla sua famiglia.

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