**Ombre di Dubbio: Come la Suocera Scoprì la Verità sul Genero**
Anna Maria, assalita dall’ansia e da cupi presentimenti, decise di fare una visita a suo genero. Sua figlia, Beatrice, era partita per un viaggio di lavoro, lasciando il marito, Matteo, solo con i tre bambini. «Chissà come se la cava quel ragazzo» pensò Anna Maria, aggrottando la fronte. «E se avesse mollato tutto per andarsene a divertirsi?» Preparò delle borse con cibo fatto in casa, dolci e giocattoli, e si mise in viaggio, tormentata dall’idea di poter trovare chissà quale disastro. E se Matteo avesse lasciato i bambini a sua madre mentre lui era fuori con gli amici? Alla porta, nessuno rispose. Dentro regnava un silenzio inquietante… Finalmente, la porta si aprì, e apparve un Matteo spelacchiato e assonnato! Non si aspettava certo la suocera… Anna Maria entrò nell’ingresso e rimase di stucco.
*Quattro mesi prima*
Anna Maria, assalita dall’ansia e da cupi presentimenti, decise di fare una visita a suo genero. Sua figlia, Beatrice, era partita per un viaggio di lavoro, lasciando il marito, Matteo, solo con i tre bambini. «Chissà come se la cava quel ragazzo» pensò Anna Maria, aggrottando la fronte. «E se avesse mollato tutto per andarsene a divertirsi?» Preparò delle borse con cibo fatto in casa, dolci e giocattoli, e si mise in viaggio, tormentata dall’idea di poter trovare chissà quale disastro. E se Matteo avesse lasciato i bambini a sua madre mentre lui era fuori con gli amici? Alla porta, nessuno rispose. Dentro regnava un silenzio inquietante… Finalmente, la porta si aprì, e apparve un Matteo spelacchiato e assonnato! Non si aspettava certo la suocera… Anna Maria entrò nell’ingresso e rimase di stucco.
Matteo non aveva mai avuto fretta di legarsi al matrimonio. Davanti a sé aveva l’esempio del fratello maggiore, Marco.
Marco si era sposato giovane, ancora ragazzo, con la sua compagna di scuola, Lucia. Avevano avuto un figlio, Luca, e Lucia era una vera bellezza. Ma presto l’amore si era spento, e Marco era diventato cupo come una giornata di pioggia.
«Che hai?» chiese allora il diciottenne Matteo, confuso. «Hai una moglie bellissima, un figlio, e sei sempre scontento!»
«Non cercare di capire» borbottò Marco. «Non sposarti mai, se non vuoi rovinarti la vita! Lucia era perfetta finché non è diventata mia moglie e madre. Prima ero io l’unico che le serviva. Ora le serve solo il bambino, e di me le serve tutto tranne me stesso. Capisci?»
Marco scrollò le spalle, guardando il fratello con disprezzo.
«Sei ancora giovane, non capisci niente. Ma se non vuoi scoprirlo sulla tua pelle, non sposarti mai!»
Matteo lo guardò stupito. Lucia era rimasta bella anche dopo il parto, e la nascita del figlio avrebbe dovuto renderlo felice. Ma Marco era insoddisfatto di tutto e presto si lasciarono. In seguito si lamentava che gli alimenti lo prosciugavano e che la vita era andata male.
Marco iniziò a frequentare nuove donne, ma con nessuna durò a lungo.
«Vogliono tutte portarmi all’altare» brontolava, ammonendo Matteo. «Ma io ormai sono un navigato, non mi fregano più! Le donne sono ovunque: una se ne va, un’altra arriva, più giovane e più bella. Perché legarsi? Impara finché sono qui, Matteo! Non cascare nei loro tranelli. Non vuole una storia semplice? Cercatene un’altra, più accomodante.»
La madre, osservando il figlio minore, si preoccupava:
«Marco è adulto, vive per conto suo, ha fatto i suoi errori da giovane, ma tu non prenderlo a modello! Decidi tu, ma magari posso presentarti una brava ragazza? Sei troppo timido» lo stuzzicava.
Matteo si fidava del fratello. I genitori gli sembravano antiquati, mentre Marco, ovviamente, ne sapeva di più.
Matteo viveva con i genitori e lavorava con il padre in un’officina alla periferia di Roma.
Le macchine le amava fin da bambino e le capiva come nessun altro. Accendeva il motore, ascoltava il rumore, a volte ci faceva un giro per capire il problema. Le sue diagnosi erano sempre precise, e i clienti lo apprezzavano. Persino il padre lo cercavano: «Giovanni, fissami un appuntamento con Matteo, lui è più veloce e bravo!»
Il padre era orgoglioso del figlio. Fin da piccolo lo portava con sé in officina, insegnandogli tutto. A undici anni, in campagna, lo metteva al volante di una vecchia utilitaria per insegnargli a guidare. I piedi del ragazzo arrivavano a malapena ai pedali, ma lui si impegnava: «Papà, voglio essere come te, ce la posso fare!»
Nei garage del padre, Matteo imparò tutto: a farsi rispettare e a riparare le auto. Si fece anche un tatuaggio sulla spalla per sembrare più tosto, ma poi capì che la vera forza era un’altra cosa.
La madre lavorava in un negozio lì vicino, e Matteo era abituato a vederla portare le paste per tutti in officina. Dopo pranzo, tutti di nuovo al lavoro.
«Senti, ricordi che ti avevo detto di presentarti una ragazza? Oggi viene Beatrice con la sua macchina argentata, c’è un rumore strano. La guardi?» gli strizzò l’occhio Marco, dandogli una pacca sulla spalla. «Un giorno mi ringrazierai, sennò resterai scapolo a vita!»
«Lascia stare» rispose Matteo. Non amava parlare delle sue cose.
Ma quella sera, davanti all’officina arrivò un’auto argentata in perfetto stato, e ne scese una ragazza sorridente.
«Buonasera, sei Matteo? Mi hanno parlato molto bene di te» disse, descrivendo con sicurezza il problema della macchina.
Matteo si stupì: poche ragazze sapevano così tanto di motori. Inoltre, non somigliava per niente alle amiche di Marco.
«Mi chiamo Beatrice» si presentò. «Credo che Marco ti abbia avvisato?»
Si accordarono perché lasciasse l’auto per un paio di giorni. Matteo notò che in macchina c’era un uomo anziano.
«Mio padre» spiegò Beatrice, un po’ imbarazzata. «Ho dovuto insistere per portare l’auto io. Dice che se voglio guidare, devo saperla gestire: fare il pieno, lavarla e portarla dal meccanico. Ecco, mi stava controllando.»
A Matteo piacquero la sua sincerità e la passione per le auto. Riparò la macchina prima del previsto, e quando Beatrice tornò per ritirarla, le propose di uscire. Lei accettò.
«Allora, Beatrice ti piace?» la prese in giro Marco la volta dopo. «Ma non innamorarti, con quelle non vale la pena!»
«Ma vai là» ribatté Matteo.
Beatrice gli piaceva sempre di più, mentre le parole del fratello lo irritavano. Non era affatto come Marco l’aveva descritta.
Dopo un paio di settimane si scoprì tutto. L’amica di Marco era partita con un altro per il weekend, e Beatrice era stata consigliata da un amico di suo padre come ottimo meccanico.
Iniziarono a vedersi più spesso. Una volta, Matteo portò Beatrice dalla madre per presentarla.
«Vieni a vivere con me» le propose. «A mia madre sei piaciuta, anche a mio padre, ti ha vista in officina. Casa nostra”Ma Beatrice scosse la testa: «No, Matteo, prima voglio un impegno serio, un matrimonio davanti a Dio e agli uomini, perché l’amore vero merita rispetto e una promessa che duri per sempre».”