Ordino il cibo a domicilio e arriva una donna oltre i quarant’anni al posto dei soliti ragazzi.

Ordinato il cibo a domicilio. Di solito arrivano ragazzi giovani, ma questa volta è una donna, sui quarant’anni. Chiedo se è pesante. “No,” ride lei. “È molto più leggero che fare l’esperto forense. Ero maggiore di polizia. In pensione ora.”

Naturalmente, non potevo lasciarla andare via così. Abbiamo iniziato a chiacchierare. Era felice di scambiare due parole, si era raffreddata e stancata durante la serata.

Due lauree, una in medicina e una in giurisprudenza. Vent’anni di carriera nelle forze dell’ordine. Lavorava su chiamata: furti d’auto, rapine, omicidi. A volte copriva ben quattro commissariati diversi. Appena raggiunti gli anni per la pensione, si è dimessa. “Lavoro infernale lì! E abbiamo due figli, uno dietro l’altro, e devo occuparmi di loro.”

Come corriere guadagna più che come criminologa con il grado di maggiore. È chiaramente una donna forte, temprata dalla scuola di polizia, gesti decisi, sguardo acuto. Esperta in judo, ottima tiratrice. Ma adesso consegna cibo: “Scusi, questo piatto era finito, hanno deciso di sostituirlo con un altro e le hanno aggiunto un dessert in regalo. Va bene?”

Va bene, signora maggiore, va bene.

Ho sempre ammirato la capacità delle donne di lasciare tutto e ricominciare da capo, se le circostanze lo richiedono. Era maggiore, avrebbe potuto diventare colonnello, forse anche ottenere un bell’ufficio. E magari generale, perché no? Ma la verità è che tutti questi gradi e uffici sono importantissimi per gli uomini, si aggrappano a loro per anni, ingrassando e avvicinandosi all’ictus. Una donna normale non è interessata a queste cose. Ha figli, ha altre priorità. Ed ecco che, con leggerezza, da maggiore della polizia è passata a semplice corriere, correndo in città con un grande zaino sulle spalle. E non rimpiange nulla.

Le donne sono esseri con una psiche molto flessibile e un pensiero plastico. E in questo sta la loro salvezza. Penso che sia per questo che le donne vivono molto più a lungo degli uomini. Sono in grado di adattarsi facilmente a qualsiasi circostanza. Un uomo è un conservatore, un uomo è un abitudinario, deve muoversi lungo il suo percorso, un passo fuori rotta è già uno stress per lui.

Negli anni ’90 ho visto molte tragedie familiari. Quando la gente perdeva il lavoro. E dovevano pur vivere in qualche modo. Il marito si sdraiava sul divano e si lamentava: “Io, con una laurea! E senza lavoro!”. E la moglie, anch’essa laureata, si caricava enormi borse e andava in Turchia a cercare merci. Diventava una mercante. Ieri era in laboratorio chimico a scrivere una tesi, oggi era una donna sudata con valigie. Sognava un avvenire così luminoso? Assolutamente no. Ma doveva guadagnare. E la donna rapidamente adattava tutta la sua vita. Iniziava una chimica del tutto diversa. Dove, tra le provette della nuova realtà, trovava il suo “oro”.

Ecco una storia reale di una coppia che conosco. Sergio e Giulia erano geofisici. Negli anni ’90 non c’era più lavoro. Sergio cercò di avviare un’attività, aprì un negozio, ma fallì subito e, in più, si ammalò di ulcera. Cadde in depressione. Allora Giulia si trovò un lavoro in una rappresentanza di una compagnia occidentale. Una semplice segretaria, il suo inglese era buono. Sì, aveva un dottorato e lavorava come segretaria. E questo non la spezzava affatto. Bisogna vivere, sfamare il marito e il figlio, non c’è spazio per l’orgoglio. E dopo tre anni aprì la sua piccola azienda, si integrò facilmente nella nuova realtà. Il marito continuava a soffrire, voleva fare qualcosa, ma Giulia gli disse: “Sai che c’è? Diventa tu il casalingo! E io guadagnerò”. E Sergio accettò senza problemi.

Ma almeno qui c’era un marito, c’era una casa, c’erano le spalle coperte. Ma quante storie ci sono quando c’è il divorzio, e la donna all’improvviso non ha più nulla. È letteralmente per strada. Gli uomini possono essere molto spietati in queste situazioni.

Una mia cara amica viveva con un ragazzo, perfetta armonia, non si sono mai sposati, sembrava una formalità inutile. Lui guadagnava bene, Elena non aveva nemmeno finito l’università, il ragazzo insisteva che avrebbe sempre provveduto a lei. “Ecco il mio principe!” pensava felice Elena. Ebbe una figlia. Poi però questo principe si trovò una nuova fiamma e cacciò Elena con la bambina. Gli alimenti che pagava erano ridicoli. Elena si ritrovò in una città straniera, senza una casa, con una bambina di tre anni. Poteva tornare dai genitori, ma lì c’era un piccolo appartamento e un padre malato. E allora Elena disse: “Sopravvivrò! Crescerò io mia figlia come una principessa, visto che con il principe non è andata bene.”

Non partì nemmeno da zero. Partì da un negativo.

E così Elena iniziò a lavorare come cameriera. Perché non la assumevano altrove. Affittava una stanza. Nel frattempo studiava per diventare truccatrice. Quei tre anni furono terribili, non dormiva, mangiava gli avanzi in cucina dei ristoranti. Portava lo stesso paio di stivali da due inverni, ma comprava bei vestiti per la figlia. Ed Elena sopravvisse. Senza corteggiatori ricchi e senza colpi di fortuna improvvisi. Ora ha un salone di bellezza, molto di successo. Pieni di corteggiatori. La figlia studia in Inghilterra. Recentemente, è entrata nel salone quella stessa persona a causa della quale Elena fu cacciata dal “principe”. Elena la riconobbe. Chiese che venisse servita al meglio. Alla fine, uscì lei stessa e annunciò: “Per lei oggi tutto gratis, cara. Suo marito ha bisogno più di soldi.” E se ne andò.

Le donne hanno una capacità magica di rigenerazione. Quando tutto è distrutto, sanno costruire una nuova vita sulle rovine. Da zero o da negativo. Senza lamenti e piagnistei. I maestri delle lamentazioni sono gli uomini.

Le donne sono spesso paragonate ai gatti. In realtà, sono più simili ai camaleonti. Si liberano della coda quando sono assediate. E corrono via, facendo crescere una nuova coda.

Non si possono fermare, non si possono catturare, non si possono distruggere…

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