Ospiti indesiderati a frotte: tra parenti lontani, tornei di pallavolo a dicembre e la casa che non è mai solo tua

Ospiti inattesi ovunque

Ma queste persone così carine, davvero non possono abitare altrove? domandò la moglie. Ci sono alberghi a bizzeffe!

Vero, ma non sono qui per infastidirci! rispose il marito. Hanno i loro guai da sbrigare. Risolvono e vanno via, dai!

Sì, e subito ne arrivano altri! Ma lo sai che ieri ho sentito dire che un certo Nicola Niccolò non ho la minima idea di chi sia vive qui ormai da due anni?

Quanto si potrà andare avanti così? esclamò Giulia. È assurdo, davvero!

Che succede, là fuori? chiese Paolo, ancora immerso nel piumone, quasi la stanza fosse sospesa sopra un mare lattiginoso.

Là! Giulia puntò decisa verso la finestra, dietro il velo ondeggiante della tenda. Sta per cominciare il torneo di pallavolo!

Ah, che storia! Paolo si stiracchiò come se il corpo fosse fatto di gomma.

Dici sul serio? Giulia strinse le tende. Non dirmi che ci vuoi andare anche tu!

No, resto qui, a sognare sorrise lui con dolce ironia. Dovresti fare lo stesso, amore!

Giulia si lasciò cadere sul letto come se il materasso fosse fatto di panna montata:

Ma chi organizza competizioni di pallavolo allaperto ai primi di dicembre? Che senso ha, mi chiedo?

Perché no? fece spallucce Paolo. Non cè neve, non fa freddo. Si può lanciare il pallone senza problemi!

Ma questi spaccheranno tutti i vetri! protestò Giulia. Nessuno è un professionista, volerà tutto per aria!

Quando romperanno i vetri, li cambieranno sbadigliò Paolo, allungando le parole come fossero fili di caramello.

Giulia scosse il capo, con la pazienza di chi sognasse dessere in una favola storta. Stava per aggiungere qualcosa, ma dal piano di sotto arrivò una voce molle e dolce come ricotta:

Amori miei! La colazione è pronta! Ho fritto le frittelle di ricotta! Poi vi fate le coccole! Ora, prima che si freddino!

Zia Maria è sempre la stessa! sorrise Paolo.

Ma guarda che questa è la prerogativa della moglie, preparare la colazione al marito! sbottò Giulia, arruffando i capelli.

Ma puoi sempre fare il caffè! rise Paolo.

Amori! Il caffè si fredda! risalì la voce burrosa dal basso.

Ecco, vedi?! Giulia additò la porta. Ormai zia Maria rischia di sostituirmi anche nel letto!

Non esagerare! Paolo rise ancora, come uneco in una stanza di specchi. Il tuo posto nel letto sarà sempre tuo, non temere! Andiamo a fare colazione, che si raffredda davvero!

Giulia sospirò intensa, avvolgendosi nella vestaglia come in una nube di crema.

Arrivarono poi in cucina, attraversando un corridoio che pareva allungarsi allinfinito. Nessuno incontrarono.

Incredibile borbottò Giulia pensavo fosse impossibile rimanere sola con mio marito in casa nostra!

Ogni tanto, capita anche questo sorrise Paolo, ma vedi che qui non ci si annoia mai. Colazione, poi guardiamo la partita di pallavolo. Stasera, poi, Sergio Stefani promette grigliata!

Fumo, odore di bruciato, e finiranno per carbonizzare qualcosa di nuovo borbottò Giulia, assaporando la prima tenera frittella.

Parli della dependance degli ospiti? rise Paolo. Lhanno già ricostruita! Tre volte più grande e più bella di prima!

Certo… così avremo ancora più ospiti! Giulia era chiaramente perplessa. Non riesco nemmeno a ricordare i nomi della metà!

Dovremmo mettergli addosso dei cartellini! E pure lalbero genealogico, così almeno capisco chi ho davanti.

Tanto ci si confonde comunque, perché inizia tutto da… Paolo si fermò a pensare. Forse: moglie del fratello del marito della tua cugina, e poi si va avanti come il destino decide!

Giulia tentò di ricostruire i rapporti.

Fai prima a diventare matta, davvero.

Ma poi il silenzio fu rotto solo dal piacere delle frittelle calde. Poi, col cuore più leggero, Giulia domandò:

Paolo, quanto continuerà ancora così?

Cosa, tesoro? fece Paolo con aria finto ingenua.

Questi infiniti ospiti precisò Giulia. Va bene lospitalità, ma non così!

Ieri, per curiosità, ho provato a contarli tutti. Paolo, ho rinunciato al trentesimo!

Trenta persone ospiti, che nemmeno pensano di andarsene!

Non era questa la mia idea di vita familiare!

Ma la vita di famiglia è proprio questa! E loro, in un certo senso, sono la nostra famiglia! obiettò Paolo.

Sì, famiglia alla mamma di Tognino, per vie tortuose! sbuffò Giulia. Nemmeno tuo fratello, da cui tutto è iniziato, è loro parente! Sono legati a sua moglie, al massimo!

Se guardi bene i termini, ci sarebbero anche i nomi per queste parentele, ma io non li so! rispose Paolo. Comunque sono tutte brave persone…

Ma tutte queste brave persone non potrebbero andare da qualche altra parte? replicò Giulia. Gli alberghi non mancano, eh!

Non sono qui per caso, vivono momenti complicati. Quando hanno sistemato le cose, partono!

Sì, ma appena partono, arrivano altri! Ieri ho scoperto che Nicola Niccolò ripeto, non so chi sia vive qui da due anni ormai!

Ha pure trovato lavoro al supermercato del paese come contabile! E zia Maria, quella delle frittelle, fa le pulizie come una cameriera in tre case vicine!

Brava gente! Paolo sorrise largo. Si danno da fare!

Paolo, giuro, se si continua così, io torno in città! Il mio appartamento è ancora lì, a disposizione! Piuttosto viviamo noi due in pace, che qui in questo carnevale!

***

Certamente, la cosa era rischiosa già allinizio, quando Giulia aveva scelto Paolo. Lui più vecchio di dieci anni, e Giulia non era più una ragazzina. Aveva venticinque anni quando lo conobbe.

Subito fu chiesta la domanda fatidica:

Ma perché Paolo non si è mai sposato prima? Cosa cè che non va?

Ma la stessa domanda la si poteva rivolgere a Giulia:

E lei, che non sè sposata fino ai venticinque? Forse qualcosa non va?

Giulia però conosceva bene la propria storia. Laureata in architettura, ma con solo il diploma non si mangia! Voleva fare pratica, crearsi una reputazione.

Soprattutto, desiderava essere economicamente autonoma, così da potersi davvero scegliere il compagno, non accontentarsi del primo caso.

Ha lavorato prima in un ufficio pubblico, poi ha scelto il settore privato, con una ditta di appalti.

Era più interessante, e pagavano meglio. Unico difetto: bisognava trattare direttamente con i clienti, e molti erano davvero impossibili. Ma tanto, il lavoro è lavoro!

Insomma, con questa routine non era il caso di pensare sul serio allamore.

Paolo aveva vissuto una parabola simile, ma ancora più rocambolesca. Suo fratello Andrea aveva fondato una ditta subito dopo la laurea. Poi si sposò in fretta.

Per potersi permettere di non stare sempre al lavoro, aveva coinvolto il fratello, ovvero Paolo, a cui lasciò praticamente tutto il lavoro amministrativo. E Paolo aveva appena terminato il servizio militare dopo il liceo.

Così dovette studiare e lavorare contemporaneamente.

Va detto che Paolo se la cavava bene. Ma di vita privata, nemmeno lombra. Quando ad Andrea nacque un figlio, Paolo non tornava proprio a casa.

Un giorno chiese ad Andrea:

Fratello, ma hai intenzione di lavorare un po, o no?

Paolo, questo mondo non fa per me rispose Andrea, con aria di chi chiede scusa. Non voglio diventare imprenditore!

Ah, che bella notizia! esclamò Paolo. E cosa vuoi diventare allora?

Voglio lavorare con le mani! Fare i turni! E la sera sempre a casa, dalla moglie e dal figlio! sussurrò Andrea, quasi sognando.

E con uno stipendio così, ci puoi campare? chiese Paolo.

Abbiamo deciso con Natalia di trasferirci in Basilicata… Andrea tirò fuori i documenti. Ho intestato lazienda e tutto il resto a te! Ci sai fare! Ora tocca a te!

Almeno lasciami un conto corrente su cui girarti una parte degli utili… mormorò Paolo, ancora frastornato dalla notizia.

E da lì, la vita di Paolo prese una direzione ancora più surreale.

E fu così che, a trentacinque anni, Paolo si ritrovò in equilibrio, sentendosi pronto per una famiglia.

Lintesa tra Giulia e Paolo fu immediata. Quando chiarirono i segnali dallarme, sbocciò anche lamore. Sei mesi, e si sposarono. Che senso aveva aspettare ancora?

Andarono a vivere nellappartamento di Giulia.

Ti amo tanto, ma così è più comodo per me ammise Giulia. Vado a lavoro a piedi in cinque minuti! E odio svegliarmi presto!

Non è un problema Paolo scrollò le spalle non ho mai comprato casa, più facile affittare. Ora posso dare a te la scelta, come vuoi! Sei mia moglie: scegli la zona e io compro!

Ho sempre sognato la campagna, disse Giulia, ma non sono sicura che mi concederebbero il telelavoro!

Non è usanza qui. Anche durante la pandemia ci facevano andare comunque in ufficio!

Senti, o lo accettano, o vai dalla concorrenza! rise Paolo. O apriamo una nostra ditta e li superiamo!

Prima provo a parlarci! Giulia scosse la testa, divertita.

Una cosa però… Paolo si grattò la barba. Ho una casa in campagna. Però…

Andrea, prima del trasloco, aveva chiesto solo questo:

Paolo, la famiglia di Natalia potrebbe venire per qualche giorno, per sistemare certe cose. Non rifiutare! Sono brave persone, ma non farti mettere i piedi in testa!

E dove li metto, in hotel? aveva protestato Paolo.

Ah già! Ho comprato una casa in campagna lanno scorso. Te lho intestata! Non ci abbiamo mai abitato, ma ora è tua! Andrea salutò con un cenno, e partì verso la Basilicata.

Ci sono solo alcuni parenti di Natalia che già ci vivono, ma la casa è enorme! E cè pure una dependance! Sicuro che non vi disturberanno!

Quando Giulia si trasferì nella campagna del marito, non poteva immaginare quanti ospiti avrebbe trovato. Lì fu accolta da una folla che pareva un carnevale di maschere allegre.

Tutti sorridevano, si offrivano per aiutare in ogni cosa.

In un mese, Giulia collezionò mille storie malinconiche che li avevano portati lì.

Cera chi divorzia e litiga per soldi, chi scappa dal marito dispotico, chi è stato cacciato dai figli. Qualcuno se nera andato di casa di sua iniziativa, altri erano stati scoperti a tradire e perciò banditi.

Qualcuno stava aspettando la fine dei lavori nella propria abitazione cittadina, qualcunaltro era stato imbrogliato e perso lunica casa. Altri venuti a studiare, altri costretti a non poter tornare da nessuna parte.

Cerano ospiti di ogni età, mestiere e temperamento. Persino un professore universitario, radiato dalla giovane amante, che ora aspettava la divisione dellappartamento.

Complessivamente, in casa si respirava simpatia.

Ma Giulia doveva anche lavorare. Un giorno, ebbe a che fare con un cliente capriccioso per poco.

Così, passando, il signor Vittorio Ingignoli si fermò ad ascoltare, poi spostò Giulia dal computer e disse in videochiamata:

Con tutto il rispetto! I vostri commenti denotano una profonda incompetenza!

La ragazza ha svolto un ottimo lavoro! Vivrà lì e sarà felice!

E se riterrete di insistere sulla vostra visione, il vostro progetto crollerà come un castello di carte, non lamentatevene!

Il cliente si adeguò, e Giulia, chiuso il portatile, chiedeva a Vittorio Ingignoli da dove derivasse tanta sicurezza.

Mia cara, ho fatto larchitetto per trentasei anni! rise lui vieni quando vuoi, scambiamo due chiacchiere!

Per quanto gradita, la vicinanza e la costante frenesia di tante persone, un po innervosivano Giulia. Non era come sognava la quiete della campagna con il marito.

Era una babele.

***

Tesoro, se vuoi torniamo in città disse Paolo ma devi ancora capire una cosa sugli ospiti.

Cosa dovrei capire? domandò Giulia.

Dicevi che la dependance era bruciata. Ma ora, lì, cè una nuova casa! Sai quanto è costata?

Costosissima, suppongo… azzardò Giulia.

Zero! e Paolo disegnò uno zero nellaria con le dita. Hanno finanziato e ricostruito tutto loro!

Giulia sgranò gli occhi.

Stessa cosa per le utenze, le spese di casa, anche per noi! Pagano, cucinano, puliscono, aggiustano tutto! Di fatto, viviamo qui grazie a loro!

Alcuni lavorano, altri fanno lavoretti. E laiuto di certi ospiti è impagabile!

Abbiamo di tutto: ingegneri, contabili, avvocati, economisti, idraulici, elettricisti, persino un professore di biologia!

E anche architetti aggiunse Giulia, pensando al signor Ingignoli.

Che le aveva già insegnato trucchetti del mestiere utilissimi.

Ho raddoppiato il profitto della mia azienda solo seguendo i consigli dei nostri ospiti! disse Paolo quasi quasi li assumo tutti!

E poi, la cosa più buffa… Paolo abbassò la voce, tra il complice e lo stupito è che loro non chiedono niente! Viviamo insieme, come una strana famiglia allargata!

In quel momento, nella cucina piombò un pallone, frantumando la finestra in mille schegge trasparenti. Entrò correndo Antonio:

Vasco sta già andando in paese a comprare il vetro nuovo! Niente panico! Fra due ore va tutto meglio di prima! E scusate! afferrò il pallone e uscì correndo.

Ecco qua sorrise Paolo.

Forse, ci farò labitudine, sussurrò Giulia, confusa come al risveglio da un sogno troppo vivido.

Un mese dopo, non sentiva più il peso di quegli ospiti. E nemmeno li vedeva più come ospiti, ma semplicemente come membri di una grande, stranissima, famiglia.

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