Papà, ti presento la donna che sarà mia moglie e tua nuora.

“Papà, ti presento, sarà mia moglie e tua nuora.”

Papà, ti presento la mia futura moglie, la tua nuora, Ginevra! esclamò Marco, gli occhi brillanti di felicità.

Cosa?! sussultò il professore, dottore in scienze, Roberto Bianchi. Se è uno scherzo, non è per niente divertente.

L’uomo osservò con disgusto le mani ruvide della “nuora” e lo sporco incastrato sotto le unghie. Gli parve che quella ragazza non sapesse cosa fossero acqua e sapone.

“Mio Dio! Quanto è meglio che la mia cara Elena non abbia vissuto questa vergogna! Abbiamo cercato di insegnare a questo ragazzo le migliori maniere,” pensò, oppresso.

Non è uno scherzo! rispose Marco con audacia. Ginevra resterà con noi, e fra tre mesi ci sposeremo. Se non vuoi partecipare al mio matrimonio, allora farò a meno di te!

Buongiorno! sorrise Ginevra, dirigendosi con disinvoltura verso la cucina. Ecco, panzerotti, marmellata di more, funghi secchi elencò i prodotti che estrasse da una borsa consumata.

Roberto si portò una mano al cuore, vedendo la tovaglia bianca come la neve macchiarsi di marmellata.

Marco! Svegliati! Se è per vendetta, è troppo crudele Da dove hai tirato fuori questa ignorante? Non la voglio in casa mia! urlò il professore.

Io amo Ginevra. E mia moglie ha il diritto di vivere nella mia casa! replicò il ragazzo con un sorriso beffardo.

Roberto capì che il figlio lo stava deridendo. Senza aggiungere altro, in silenzio, si ritirò nella sua stanza.

Da qualche tempo, il rapporto con Marco era cambiato. Dopo la morte della madre, il ragazzo era diventato ingestibile. Aveva abbandonato luniversità, parlava con insolenza al padre e viveva una vita sregolata.

Roberto sperava che il figlio cambiasse. Che tornasse come prima, intelligente e buono. Ma ogni giorno si allontanava sempre di più. E oggi aveva portato in casa quella ragazza di campagna. Capì che il padre non avrebbe mai approvato la sua scelta, così aveva scelto proprio colei che non avrebbe mai capito

Poco dopo, Marco e Ginevra si sposarono. Roberto rifiutò di partecipare al matrimonio, non volle accettare quella nuora indesiderata. Era furioso che al posto di Elena, perfetta padrona di casa, ci fosse ora questa ragazza rozza, incapace persino di mettere insieme due parole.

Ginevra, come se non notasse lostilità del suocero, cercava di conquistarlo, ma peggiorava solo le cose. Luomo non vedeva in lei nulla di buono, solo ignoranza e cattive abitudini.

Marco, dopo aver recitato la parte del marito modello, ricominciò a bere e a fare baldoria. Il padre sentiva spesso le liti dei giovani e ne gioiva, sperando che Ginevra se ne andasse finalmente da casa sua.

Roberto, vostro figlio chiede il divorzio, e mi butta fuori di casa! E io aspetto un bambino! un giorno irruppe Ginevra, gli occhi pieni di lacrime.

Prima di tutto, perché proprio per strada? Hai un posto dove tornare E il fatto che tu sia incinta non ti dà il diritto di restare qui dopo il divorzio. Mi dispiace, ma non mi intrometto nei vostri affari, dichiarò luomo, segretamente contento di liberarsi della nuora sgradita.

Ginevra, abbattuta e incapace di capire perché il suocero lavesse odiata dal primo istante, cominciò a raccogliere le sue cose. Non riusciva a spiegarsi perché Marco lavesse trattata con tanta crudeltà, come un cane abbandonato al suo destino. E che importava se era una ragazza di campagna? Anche lei aveva unanima e dei sentimenti

***

Passarono otto anni Roberto viveva in una casa di riposo. Negli ultimi tempi si era molto indebolito. Naturalmente, Marco ne approfittò, facendo ricoverare il padre per evitare ulteriori incombenze.

Il vecchio si rassegnò al suo destino, sapendo che non cera più ritorno. Nel corso della sua vita, aveva insegnato a migliaia di persone lamore, il rispetto e la cura. Riceveva ancora lettere di ringraziamento dagli ex allievi Ma con i suoi figli, non aveva avuto successo

Roberto, hai di nuovo visita, disse il compagno di stanza, rientrando da una passeggiata.

Chi? Marco? esclamò il vecchio, anche se sapeva che era impossibile. Suo figlio non sarebbe mai venuto, lo odiava troppo

Non so. Hanno detto di avvisarti. Che fai lì seduto? Vai a vedere! rise il vicino.

Roberto afferrò il bastone e si avviò lentamente verso lingresso. Scendendo le scale, la riconobbe subito.

Ciao, Ginevra! mormorò a bassa voce, chinando il capo. Si sentiva ancora in colpa verso quella ragazza sincera e semplice, che non aveva difeso tanti anni prima.

Roberto! lei trasalì. Siete cambiato molto State male?

Un po sorrise triste. Come mai? Come avete saputo dove mi trovavo?

Me lha detto Marco. Sapete, non vuole avere nulla a che fare con suo figlio. Ma il bambino chiede sempre di voi, del nonno Giovanni non è colpevole se voi lo rifiutate. Ha bisogno di affetto. Siamo solo noi due, ora disse con voce tremante. Scusate, forse è inutile tutto questo.

Aspetta! la fermò. Come sta, Giovanni? Ricordo lultima foto che mi mandaste, aveva tre anni.

È qui, allingresso. Lo chiamo? chiese piano Ginevra.

Certo, fallo venire! si animò Roberto.

Nella sala entrò un bambino biondo, limmagine in miniatura di Marco. Giovanni si avvicinò timidamente al nonno che non aveva mai conosciuto.

Ciao, piccolo! Quanto sei cresciuto pianse il vecchio, abbracciando il nipote.

Parlarono a lungo, passeggiando per i vialieri autunnali del parco accanto alla casa di riposo. Ginevra raccontò la sua vita difficile, della madre morta troppo presto, di come aveva cresciuto da sola il figlio e gestito i lavori dei campi.

Perdonami, Ginevra! Ho tanta colpa verso di te. Pur credendomi un uomo colto e intelligente, solo ora ho capito che le persone vanno giudicate per la loro sincerità e il loro cuore, non per listruzione, disse il vecchio.

Roberto, abbiamo una proposta per voi, disse Ginevra, nervosa. Venite a vivere con noi! Siete solo, e noi pure Vorremmo tanto avere qualcuno accanto.

Nonno, vieni! Andremo a pescare, a cercare funghi Da noi in campagna è bellissimo, cè tanto spazio! supplicò Giovanni, stringendo la mano del nonno.

Andiamo! sorrise Roberto. Ho sbagliato tanto con Marco, forse posso rimediare con te. E poi, non ho mai vissuto in campagna. Sono sicuro che mi piacerà!

Ti piacerà davvero! rise Giovanni.

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