Passato, amore e una nuova unione

**Passato, Amore e un Nuovo Legame**

Speranza e suo marito Alessandro sedevano a tavola nella loro accogliente casa nel paesino di Monteverde. All’improvviso, bussarono alla porta. Sulla soglia c’era un’ex compagna di scuola di Speranza, Fede. I padroni di casa si scambiarono un’occhiata, gli occhi pieni di sorpresa. Fede si faceva raramente vedere, e quella visita era inaspettata.

«Avanti, Fede», disse Speranza, cercando di nascondere la confusione. «Devo ammettere che ci hai stupiti con questa visita.»

«Non vado per il sottile», esordì Fede, appena varcata la soglia. «Credo che anche voi, come me, vogliate che i vostri figli siano vicini e felici…»

«Ma che discorsi strani fai?» borbottò Alessandro, accigliato. «Siediti, Speranza ha preparato un minestrone da leccarsi i baffi. Goditelo.»

«Mio figlio ha deciso di sposarsi», sbottò Fede, fissandoli con determinazione.

«E allora? E noi cosa c’entriamo?» chiese Alessandro, posando il cucchiaio.

Speranza e Alessandro non capivano dove volesse arrivare l’ospite, e la tensione nella stanza cresceva.

Speranza e sua figlia Lucia camminavano per le strade del paese. Vicino al ciglio della strada, due vicine chiacchieravano animatamente. Al vedere Speranza, tacquero e si girarono verso di lei, chiaramente in attesa di notizie sul suo viaggio dal figlio maggiore.

Dopo i saluti, Speranza e Lucia si fermarono un attimo, chiesero delle novità e raccontarono brevemente del nipote e di sua madre. Stavano per ripartire quando una donna passò accanto a loro. Sorridendo, disse a voce alta:

«Ciao, compagna di scuola! Come va? Tutto bene? Fermati un po’ a chiacchierare con le vicine, dove corri?»

Speranza guardò quegli occhi scuri incorniciati da lunghe ciglia e rispose con un sorriso gentile:

«Corro a casa. Non vedo Alessandro da tre giorni, mi manca.»

Fede la squadrò con sguardo beffardo:

«Eh già. L’amore va e viene. Se mai avrai bisogno di compassione, sai a chi rivolgerti.»

Speranza replicò con un sorriso:

«Il tuo sguardo è pieno di compassione… ma dubito della sua sincerità.»

E con Lucia riprese il cammino.

«Mamma, perché quella signora è così pungente?» chiese Lucia. «È sempre scontenta di qualcosa.»

«Ha quel carattere», rispose Speranza, pur sapendo la vera ragione dell’acidità di Fede.

«Ogni volta che ti vede cerca di ferirti», insistette Lucia. «E tu sai sempre come rispondere. Perché si comporta così?»

«Vuoi la verità?» sorrise Speranza. «Fede era innamorata di tuo padre, ma lui scelse me.»

Lucia rimase a bocca aperta.

«Davvero?! Lui amava entrambe e scelse te? Perché?»

Speranza rise:

«Chiedilo a tuo padre…»

Quella sera, dopo cena, Lucia si sedette sul divano accanto al padre, che guardava la televisione. Sdraiandosi contro di lui, gli chiese all’improvviso:

«Papà, dimmi, perché hai scelto mamma e non zia Fede?»

Alessandro la guardò stupito, poi rivolse lo sguardo alla moglie.

«Su, racconta, la bambina è curiosa», sorrise Speranza.

«È passato tanto tempo, ma quel giorno lo ricordo come fosse ieri», cominciò Alessandro. «Prima di Natale, a scuola organizzarono una festa per gli studenti più grandi. Tua madre faceva la Befana, mentre io ero uno dei Re Magi. Quell’abito le stava benissimo! Un vestito blu che faceva risaltare i suoi occhi, e i capelli lunghi fino alla vita. Allora il mio cuore vacillò. Capii che volevo averla con me per tutta la vita.»

«Ma ero timido», continuò. «Aspettavo il momento giusto. Dopo la scuola non riuscii a trovare lavoro, mentre tua madre partì per studiare in città. Giravo per il paese sperando di vederla quando tornava nel fine settimana. Una volta la vidi uscire dal negozio. Mi feci coraggio, mi avvicinai e le dissi che sarei partito per il servizio militare.»

«Pensavo mi avrebbe ignorato, ma invece scoppiò a piangere.»

«“Significa che non ti vedrò per tanto tempo?” mi disse. Io quasi salto dalla gioia. La strinsi e sussurrai: “Due anni passeranno in fretta. Scrivimi, chiamami, d’accordo?” Lei annuì, mi baciò sulla guancia e corse via.»

«Il militare volò grazie alle sue lettere», sorrise Alessandro. «Tornai, le chiesi subito di sposarmi, e ci sposammo.»

«Papà, che storia d’amore meravigliosa!» sognò Lucia.

«Ehi, è troppo presto per pensare al matrimonio», le strizzò l’occhio il padre.

Lucia rise e scappò dalla stanza.

Fede e Speranza erano compagne di classe. Fede era robusta, con linee decise, mentre Speranza era minuta ma forte. Speranza aveva tre fratelli, e il padre li aveva abituati all’esercizio fisico. Anche lei si allenava con loro, e presto riusciva a fare trazioni alla sbarra come i maschi.

Una volta, durante ginnastica, chiese di provare le trazioni, e stupì tutti con prestazioni pari ai ragazzi. Da allora, i ragazzi la rispettarono, mentre le ragazze si irritarono, nascondendo l’invidia dietro battute sarcastiche.

Speranza era sempre gentile e sorridente, mai litigiosa, e alle provocazioni rispondeva con proverbi o frasi argute.

Alle superiori, molte ragazze avevano i loro corteggiatori. Fede era innamorata di Alessandro, gli scriveva biglietti, lo invitava a ballare. Ma lui, tornato dal militare, chiese Speranza in sposa. Da allora tra le due iniziò una rivalità nascosta.

Presto Fede sposò un compagno di classe e si trasferì vicino a Speranza, che intanto aveva avuto un figlio. Gli anni passarono. Speranza ebbe due maschi e una femmina, mentre Fede non riusciva a diventare madre. I medici dicevano che non c’erano problemi, ma i figli non arrivavano. Fede sospettava che fosse colpa di una gravidanza giovanile interrotta durante gli studi in città.

Le era insopportabile vedere Speranza partorire un figlio dopo l’altro. Questo allontanò ancora di più le due ex amiche. Ma un giorno Fede rimase incinta e partorì un maschio, Andrea, quasi nello stesso periodo in cui Speranza ebbe Lucia.

I ragazzi furono compagni di classe e diventarono amici. Quando Lucia aveva sette anni, Speranza ebbe la seconda figlia.

Di recente, Speranza e Lucia tornarono da un viaggio dal figlio maggiore. Per strada incontrarono Fede, che non perse l’occasione per pungere la vecchia rivale. Non immaginava che Lucia, lì accanto a sua madre, avrebbe cambiato tutto.

Andrea, figlio di Fede, dopo una rumorosa festa con gli amici, era davanti a casa quando vide Lucia tornare dal mercato. La ragazza, notando i ragazzi, non si scompose e passò oltre a testa alta.

«Ehi, bella, potevi almeno salutare», la canzonò Andrea, strizzando l’occhio agli amici.

Lucia si fermò, socchiuse gli occhi e, con un inchino ironico, rispose:

«Come riposa la vostra grazia tra le soffici coltri di casa?»

Riprese a camminare, mentre alle sue spalle scoppiaAndrea la guardò mentre si allontanava, e in quel momento capì che non poteva più sfuggire al destino che lo aveva portato dritto a lei.

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