**Passato, amore e una nuova unione**
Speranza e suo marito Alessio sedevano a tavola nella loro accogliente casa nel paesino di Oliveto. All’improvviso, qualcuno bussò alla porta. Sulla soglia c’era Claudia, un’ex compagna di scuola di Speranza. I padroni di casa si scambiarono un’occhiata, il volto segnato dalla sorpresa. Claudia si faceva vedere di rado, e quella visita era inaspettata.
«Avanti, Claudia», disse Speranza, cercando di nascondere la confusione. «Devo ammettere che la tua visita ci ha sorpreso.»
«Non voglio girarci intorno», iniziò Claudia, appena oltrepassata la soglia. «Penso che anche voi, come me, desideriate che i vostri figli siano felici e vicini…»
«Che discorsi complicati», borbottò Alessio, accigliato. «Siediti, Speranza ha preparato una minestra di verdure squisita, gustatela.»
«Mio figlio ha deciso di sposarsi», esclamò Claudia, fissandoli con determinazione.
«Oh? E noi cosa c’entriamo?», si stupì Alessio, posando il cucchiaio.
Speranza e Alessio non capivano dove volesse arrivare l’ospite, e la tensione nella stanza cresceva.
Speranza e sua figlia Livia passeggiavano per le strade del paese. Due vicine, affaccendate in un vivace chiacchiericcio, si fermarono non appena le videro. Le due donne tacquero e si girarono verso di loro, evidentemente in attesa di notizie sul viaggio di Speranza al figlio maggiore.
Dopo i saluti, Speranza e Livia si fermarono un momento, chiesero delle novità e raccontarono brevemente del nipote e di sua madre. Stavano per riprendere il cammino, quando una donna le superò. Sorridendo, disse ad alta voce:
«Ciao, compagna di scuola! Come va? Tutto bene? Perché non ti fermi a chiacchierare un po’ con le vicine? Dove corri?»
Speranza guardò quei suoi occhi scuri, incorniciati da lunghe ciglia, e rispose con un lieve sorriso:
«Devo tornare a casa. Non vedo Alessio da tre giorni, mi manca.»
Claudia la scrutò con un’occhiata beffarda:
«Su, su. L’amore va e viene. Se mai avrai bisogno di conforto, sai dove trovarmi.»
Speranza sorrise ancora:
«Il tuo sguardo è pieno di compassione, ma dubito della sua sincerità…»
E con Livia riprese il cammino.
«Mamma, perché quella signora è così pungente?», chiese Livia. «È sempre scontenta di qualcosa.»
«Ha quel carattere», rispose Speranza, pur conoscendo la vera ragione dell’acredine di Claudia.
«Ogni volta che ti incontra cerca di ferirti», insistette Livia. «E tu sai sempre come rispondere. Perché si comporta così?»
«Vuoi la verità?», sorrise amara Speranza. «Claudia era innamorata di tuo padre, ma lui scelse me.»
Livia rimase immobile, stupita.
«Sul serio?! Vi amava entrambe e scelse te? Perché?»
Speranza rise:
«Chiedilo a tuo padre…»
Quella sera, dopo cena, Livia si sedette accanto al padre, che guardava la televisione. Stringendosi a lui, improvvisamente chiese:
«Papà, dimmi, perché hai scelto mamma e non zia Claudia?»
Alessio guardò la figlia sorpreso, poi rivolse lo sguardo alla moglie.
«Su, raccontaglielo, la piccola è curiosa», sorrise Speranza.
«È passato tanto tempo, ma ricordo quel giorno come fosse ieri», iniziò Alessio. «Prima di Capodanno, a scuola organizzarono una festa per noi ragazzi più grandi. Tua madre faceva la Donnina della Neve, e io ero Babbo Natale, insieme a un mio amico, il più alto della classe. A tua madre quel costume stava benissimo! Un vestito azzurro che le faceva risaltare gli occhi, e una treccia lunga fino alla vita. In quel momento, il mio cuore tremò. Capii che volevo averla accanto per tutta la vita.»
«Ma ero timido», continuò. «Aspettavo il momento giusto. Dopo la scuola, non riuscii a iscrivermi all’università, e tua madre partì per studiare in città. Io vagavo per il paese, sperando di vederla quando tornava nei fine settimana. Un giorno la vidi uscire dal negozio. Raccolsi il coraggio, mi avvicinai e le dissi che stavo per partire per il servizio militare. Credevo che avrebbe sbuffato, ma improvvisamente scoppiò in lacrime.»
«“Significa che non ti vedrò per tanto tempo?”, disse. Io stavo per saltare dalla gioia. La abbracciai e sussurrai: “Due anni passeranno in fretta. Scrivimi, chiamami, va bene?” Lei annuì, mi baciò sulla guancia e corse via.»
«Il servizio militare volò grazie alle sue lettere», sorrise Alessio. «Quando tornai, la chiesi in sposa subito, e ci sposammo.»
«Papà, che storia d’amore meravigliosa avete tu e mamma!», sospirò Livia.
«Ehi, è troppo presto per pensare al matrimonio», le strizzò l’occhio il padre.
Livia rise e scappò via.
Claudia e Speranza erano state compagne di classe. Claudia era robusta, con lineamenti marcati, mentre Speranza era minuta ma forte. Speranza aveva tre fratelli, e il padre li aveva abituati all’esercizio fisico. Anche lei si allenava con loro, e presto riusciva a fare trazioni alla sbarra come i maschi.
Una volta, durante l’ora di ginnastica, chiese il permesso di fare le trazioni e stupì tutti con risultati pari ai ragazzi. Da quel momento, i ragazzi la rispettarono, mentre le ragazze borbottavano, nascondendo l’invidia dietro sarcasmi.
Speranza era sempre gentile e sorridente, mai litigiosa, e rispondeva alle critiche con proverbi o battute sagaci.
Al liceo, molte ragazze avevano i loro corteggiatori. Claudia era innamorata di Alessio, gli scriveva biglietti e lo invitava alle feste. Ma lui, tornato dal servizio militare, chiese la mano di Speranza. Da allora, tra le due donne iniziò una rivalità nascosta.
Presto Claudia sposò un compagno di classe e si stabilì non lontano da Speranza, che nel frattempo aveva avuto un figlio. Gli anni passarono. Speranza ebbe due figli maschi e una femmina, mentre Claudia non riusciva a diventare madre. I medici dicevano che non c’erano problemi, ma i figli non arrivavano. Claudia sospettava che la causa fosse un’interruzione di gravidanza avuta in gioventù, quando studiava in città.
Le era insopportabile vedere Speranza con un figlio dopo l’altro. Questo allontanava ancora di più le due ex amiche. Ma un giorno Claudia rimase incinta e diede alla luce un figlio, Matteo, quasi nello stesso periodo in cui Speranza ebbe la sua ultima figlia, Livia.
I ragazzi erano nella stessa classe e diventarono amici. Quando Livia aveva sette anni, Speranza ebbe un’altra figlia.
Poco prima, Speranza e Livia erano tornate da un viaggio per andare a trovare il figlio maggiore. Per strada incontrarono Claudia, che non perse l’occasione di colpire la vecchia rivale. Non immaginava che Livia, lì accanto a sua madre, avrebbe presto cambiato le loro relazioni.
Matteo, figlio di Claudia, una sera, dopo una festa rumorosa con gli amici, stava davanti a casa quando vide Livia tornare dal negozio. La ragazza, notando il gruppo di ragazzi, non si scompose. APassò davanti a loro a testa alta, senza degnarli di uno sguardo, ma Matteo non poté fare a meno di sorridere, perché sapeva che il destino, ironico e imprevedibile, aveva già deciso che le loro storie si sarebbero intrecciate per sempre.