**5 Marzo 2024**
“Perché?!” urlai, sentendo il sangue ribollirmi nelle vene.
“Perché non hai il diritto di avvicinarti a una ragazza così giovane!” ribatté Valerio, sfidandomi con quellaria boriosa che detesto.
“Cosa-ooo?”
“Avete riempito la testa di Anastasia! Pensate che non si noti che per voi lei non è una semplice figliastra?”
Non riuscii a trattenermi. Afferrai quel maledetto ragazzo per la giacca e alzai il pugno, pronto a dargli una lezione che non avrebbe dimenticato.
“Pierino!!!” La voce tremante di Anastasia mi fermò di colpo. Allentai la presa.
Avevo sposato Lara quando sua figlia, Anastasia, aveva appena dieci anni. La bambina ricordava ancora suo padre, morto due anni prima, e inizialmente mi guardava con diffidenza. Ma col tempo riuscii a conquistarmi la sua fiducia. Non mi avrebbe mai chiamato “papà”, ma quel “Pierino” uscito dalla sua bocca suonava così dolce che nessuno dubitava del nostro legame.
Fu proprio Anastasia a salvare la nostra famiglia quando, sei anni dopo il matrimonio, il diavolo mi tentò. A una festa aziendale, tra troppi bicchieri di vino e leuforia del lavoro ben fatto, finii tra le braccia di una collega, Ingrid. Non ricordavo quasi nulla, ma qualcuno lo disse a Lara.
Che scandalo! Mi giustificai, implorai perdono. Lei minacciò il divorzio, ma alla fine cedette. “Solo per Anastasia,” sibilò tra i denti. “Ma è la prima e lultima volta.”
Maledissi me stesso mille volte. Mi redensi dedicandomi ancora di più alla famiglia, e con sollievo vidi tornare la luce negli occhi di Anastasia.
Poi la nostra bambina diventò grande. A diciotto anni ci presentò il suo ragazzo, Valerio. Non mi piacque da subito: magrolino, arrogante, con quel sorrisetto compiaciuto. Ma per amor suo feci buon viso a cattivo gioco.
“Anastasia, sei sicura che sia lui?” le chiesi piano quando se ne fu andato.
“Pierino, non ti è piaciuto?” si rattristò. “Se lo conoscessi meglio Valerio è una brava persona.”
Sospirai, ma le sorrisi. “Vedremo. Non puoi aver fatto una scelta sbagliata.”
Valerio, però, percepì la mia antipatia. Si tenne a distanza, educato ma freddo. Poi, per un po, ebbi altro a cui pensare: Lara mi accusò di nuovo di tradimento con Ingrid.
“Ti è piaciuta così tanto quella volta che non hai resistito?” urlò. “Vai da lei, allora! Perché mi torturi?”
“Lara, ma che dici? Da allora non ci ho più pensato!”
“Qualcuno me lha detto!”
Stufo, chiamai Ingrid a vivavoce. “Piero, sei ubriaco?” rise lei. “Mi sono sposata sei mesi fa e aspetto un bambino! Eri forse assente quando festeggiavo in ufficio?”
“Scusa,” borbottai. “Un malinteso.”
Lara arrossì, ma fece finta di nulla. Per giorni non mi parlò, poi le acque si calmarono. Dovemmo inventare una scusa per Anastasia, che, sebbene presa dalla sua storia, si preoccupò per noi.
Poi, un incidente. Finii sotto una macchinauna sciocchezza, sembrava che qualcuno mi avesse spinto. Riportai solo una distorsione e un piccolo trauma. Anastasia si prese cura di me con dedizione: mi portava da mangiare a letto, mi leggeva libri, mi faceva compagnia.
Una volta li sentii parlare nellingresso. “Perché ti preoccupi tanto di lui? È un uomo, può cavarsela da solo!” disse Valerio.
“Pierino è come un padre per me!” sussurrò Anastasia, indignata. “Lo amo e mi prenderò cura di lui, punto!”
Sorrisi. Avevamo cresciuto una brava ragazza.
Ma le disgrazie continuarono. Un cliente, il signor Leone, accusò me e la mia squadra di aver fatto un lavoro scadente e di avergli estorto denaro. Andai da lui, furioso.
“Mostratemi dove abbiamo sbagliato!” dissi, trattenendo a stento le mani.
“Non cè niente da vedere! Porterò tutto in tribunale!” strillò.
Gli passai accanto, entrando in casa. I soffitti erano perfetti.
“E i soldi? Voi mi avete chiesto soldi!” balbettò, meno convinto.
Quando feci per avvicinarmi, indietreggiò, urtando il muro. “Chi te lha messa in testa questa storia?” gli chiesi fissandolo.
Balbettò: “Un ragazzo, Valerio mi ha detto di lamentarmi per ottenere un rimborso. E mi ha pagato per accusare te!”
Mostrai una foto di famiglia con Valerio. “Lui?”
“Sì, sì! Lo conoscete?”
Trovai Valerio fuori casa. Mi vide e impallidì.
“Perché?” chiesi.
“Perché non dovete avvicinarvi a una ragazza così giovane!” urlò. “Avete confuso la testa ad Anastasia! Per voi non è una figliastra, lo si vede!”
Stavo per colpirlo quando Anastasia ci fermò.
“La verità vi fa paura!” gridò Valerio, allontanandosi. “Sì, ho voluto allontanarvi! E sono stato io a dire a Lara del tradimento! Non sapevo che sarebbe finita così!”
“Sei stato tu a spingermi sotto la macchina?”
“No, no! Non caricarmi di colpe che non ho!”
“…” lo guardai con disprezzo. “Non vale neanche la pena sporcarsi le mani con te.”
Anastasia lo lasciò, nonostante le sue suppliche. Ora si dedica agli studi, e noi la sosteniamo in tutto.
**Lezione:** La famiglia non è sangue, ma amore. E chi cerca di dividerla rivela solo la propria meschinità.




