Paura che un parente distrugga la nostra famiglia dall’interno.

Ci sta distruggendo dall’interno: temo che lo zio di mio marito rovinerà la nostra famiglia.

Mio marito ha sempre ascoltato suo zio, il mitico Vitaliano De Santis. Lo rispettava, lo prendeva a modello, si fidava ciecamente. Io, invece, fin dal primo giorno, non ho mai capito cosa ci fosse da ammirare in quell’uomo. Brusco, irritabile, sempre in lite con tutti: vicini, colleghi, persino la famiglia. Al vecchio lavoro lo tolleravano solo per l’anzianità, anche se era riuscito a litigare con metà ufficio.

Poi è cambiato tutto quando Vitaliano ha portato mio marito, Ettore, nella sua squadra. Prima di lui, nessuno resisteva più di sei mesi. Lo zio criticava tutto, spingeva, scaricava le colpe. Ma Ettore, mite e pacifico, sopportava, rifaceva il lavoro in silenzio, calmava le sue esplosioni. A volte perdeva le staffe, ma poi si riappacificavano. A Ettore piaceva quel lavoro, anche se la divisione dei guadagni mi indignava: metà allo zio, metà a lui.

Dopo il matrimonio, ho capito che Ettore non doveva toccare l’alcol. Diventava un’altra persona: aggressivo, imprevedibile. Speravo che Vitaliano, visto che Ettore lo stimava, potesse aiutarlo. Invece ha solo gettato benzina sul fuoco. Hanno cominciato a uscire insieme, a bere. E dopo quelle serate, Ettore era uno straccio. Se provavo a dire qualcosa, ribatteva che «in famiglia comanda l’uomo, la donna deve obbedire». Frasi che, ne sono certa, gli ha messo in testa lo zio.

Poi, durante un litigio, Ettore ha iniziato a ripetere le sciocchezze di Vitaliano su mia madre. Diceva che era una manipolatrice, che gli metteva tutti contro. Eppure si erano visti due volte, sempre con educazione. Ho capito allora: lo zio non influenza mio marito, lo sta mettendo contro la mia famiglia. Contro di me.

Io ed Ettore decidevamo tutto insieme. Ora mi tiene a distanza. Non ascolta i miei consigli, reagisce male alle critiche. Come se fossi una minaccia per suo zio, non sua moglie. Vedevo Ettore cambiare e sapevo che la causa era Vitaliano. Ma come contrastare un uomo che mio marito venera?

Poi l’imprevisto: Vitaliano è stato licenziato. Troppi scandali, la direzione ne aveva abbastanza. Ettore, invece, è stato promosso al suo posto. Un colpo all’ego di Vitaliano, che è scappato dalla città, dicendo che sarebbe stato “temporaneo”. Ma io so che non sopportava di essere inferiore.

E ora mio marito mi annuncia che lo zio torna. Gli hanno offerto un posto come suo assistente. Ero inorridita. Ho pregato Ettore di parlare con i capi, di cercare qualcun altro. Ma non ha voluto sentire ragioni. Dice che non ce la farà senza aiuto e che con lo zio, un tempo, andava tutto bene.

Io so come finirà. Vitaliano non accetterà mai di essere un subordinato. Troverà il modo di sabotare, di minare Ettore. Sa come fare. È invidioso. Non sa lavorare alla pari. Vuole sempre primeggiare.

Non riconosco più mio marito. È come un burattino nelle mani di suo zio. E se continua così, temo che non resisteremo. O perderà il lavoro, o perderò la famiglia. O forse entrambe. Non so come vivere con questa ansia. Come salvare quello che ci resta.

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