Pensavo che mio marito mi tradisse… Finché non l’ho seguito e ho scoperto che conduceva una doppia vita

Pensavo che mio marito mi tradisse… finché non l’ho seguito e ho scoperto che conduceva una doppia vita.

I primi cinque anni con Fabrizio sembravano usciti da un film romantico italiano. Eravamo complici in tutto: condividevamo sogni, paure, gioie e difficoltà. Lui mi sembrava l’uomo più sincero e affidabile del mondo. Poi, qualcosa cambiò.

Iniziò a tornare tardi dal lavoro. Il telefono era sempre tra le sue mani, spesso in silenzioso, con lo schermo rivolto verso il basso. All’inizio, cercai di non farmi domande. Forse aveva progetti urgenti, stress, stanchezza. Ma il dubbio cresceva, e con esso il sospetto.

Una sera, mentre rientrava ancora a notte fonda, lo sentii parlare al telefono nel corridoio. La sua voce era bassa, ma le parole chiare:

«Buonanotte, tesoro. A domani…»

Mi si gelò il sangue. Non era un modo di parlare a un collega o un amico. *Tesoro. A domani.* Sentii il terreno mancarmi sotto i piedi. Forse mi tradiva? La mente mi si riempì di domande. Non volevo crederci, ma non potevo ignorarlo.

Iniziai a indagare. Controllai i suoi messaggi, le sue ricerche, i suoi spostamenti. Nulla. Nessuna prova. Eppure, dentro di me, continuavo a sentire che qualcosa non andava.

Poi arrivò il giorno che cambiò tutto.

Un sabato mattina, annunciò di dover andare a un «incontro importante». Di punto in bianco, di fine settimana. Non aveva mai lavorato di sabato. Annui, fingendo calma, ma dentro ribollivo. Dissi che sarei andata a fare la spesa, ma appena uscì, salii in macchina e lo seguii.

Guidò per quasi un’ora, addentrandosi in quartieri sconosciuti di Roma. Le mie mani tremavano sul volante, ma non potevo fermarmi. Dovevo sapere.

Si fermò davanti a un edificio antico, una piccola chiesa con l’intonaco scrostato e un giardino trascurato. Parcheggiai a distanza e osservai. Fabrizio scese, senza neppure guardarsi intorno, ed entrò con passo sicuro.

Passarono venti minuti interminabili. Respiravo a fatica. Poi, sulla soglia, apparve un uomo con una camicia nera e il collare bianco—un prete. Si salutarono con un abbraccio, scambiarono qualche parola sussurrata, e Fabrizio lo seguì dentro.

Non credevo ai miei occhi. Cosa ci faceva in chiesa? Perché non me ne aveva mai parlato? Non aveva mai mostrato interesse per la religione.

Il tempo sembrava fermarsi. Restai in macchina, stringendo il volante, fissando la porta. Poi, finalmente, uscì. Lo stesso Fabrizio di sempre, ma… diverso. Lo sguardo più sereno, i movimenti più leggeri, come se un peso gli si fosse tolto dalle spalle.

Si guardò attorno, e io mi chinai, il cuore in gola. Poi ripartì. Lo riaccompagnai a casa.

Quando aprì la porta, ero già nel corridoio.

«Ciao,» disse, sorpreso. «Hai dimenticato qualcosa?»

Incrociai le braccia e, cercando di mantenere la voce ferma, risposi:

«Ti ho seguito. Oggi. Ti ho visto entrare in quella chiesa.»

Si irrigidì. Gli occhi si fecero cupi, le spalle tese. Mi aspettavo bugie, giustificazioni, ma invece fece un passo verso di me.

«Mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo prima. Ma non sapevo come.»

«Cos’è successo, Fabrizio?» La voce mi tremava. «Sei… un prete?»

Annui.

«Ho studiato di nascosto. Per anni. Ho dato esami, seguito corsi. Sentivo che era la mia strada, la mia vocazione. Ma avevo paura che non avresti capito. Così ho vissuto… due vite.»

Non sapevo cosa dire. Non c’era un’altra donna. Non era un tradimento. Ma c’era un’intera esistenza tenuta nascosta.

«Perché non me l’hai detto?»

«Perché avevo paura di perderti. Temevo che, se lo avessi scoperto, saresti andata via. Che non avresti accettato questa scelta. Ma ormai fa parte di me.»

Regnò il silenzio. Lo guardai, l’uomo che amavo, e per la prima volta lo vidi davvero.

«Vuoi ancora stare con me?» chiesi a malapena.

«Più di ogni altra cosa. Ma non posso più nascondermi. Non voglio mentire. Questo sono, Lucrezia.»

Non risposi. Semplicemente lo abbracciai. Piansi, incapace di trattenere l’uragano dentro di me. E forse, in quel momento, capii: non mi aveva tradita. Aveva solo cercato se stesso. E lo aveva trovato. Ora toccava a me decidere se essere al fianco di lui… del vero Fabrizio.

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