Per non sfidare la sorte

Molti anni fa, in una piccola città della Toscana, viveva una donna di nome Fiammetta Rossi. Era una ragazza indipendente e affascinante, che lavorava in un salone di bellezza a Firenze. Un giorno, mentre era al lavoro, entrò un uomo di nome Matteo Bianchi, con quelle labbra carnose e gli occhi neri come il carbone. Chiese un taglio di capelli corto, e mentre lo guardava negli occhi, sentì una scintilla scoccargli tra loro, forte come un fulmine.

“Madonna santa, che bel ragazzo,” pensò Fiammetta, mentre gli passava le dita tra i capelli. E Matteo, dal canto suo, non riusciva a credere che una donna così bella lavorasse proprio lì. “Perché non sono mai entrato prima? Un vero colpo di fortuna. Ma sarà libera? Una così non può essere sola,” si chiese, mentre lei lo sistemava con maestria.

Finita la piega, Fiammetta si pentì di aver fatto così in fretta. “Potevo prendermi più tempo,” sospirò, ma si consolò pensando fosse solo un altro cliente. Matteo, però, non aveva intenzione di lasciarsela sfuggire. Prima di uscire, controllò lorario del salone e, soddisfatto, partì per lufficio. Avrebbe finito presto.

Quella sera, Fiammetta uscì dal lavoro e lo trovò ad aspettarla con un mazzo di fiori.

“Ciao, questi sono per te,” le disse, sorridendo.

“Per me? Ma perché?” chiese lei, sorpresa.

“Per il taglio, mi è piaciuto tantissimo,” rise lui, e Fiammetta ridacchiò a sua volta. “Sei libera? Vogliamo prendere un caffè?”

“Volentieri,” rispose, anche se dentro di sé continuava a domandarsi: “Ma davvero un uomo così è single?”

Al bar, chiacchierarono piacevolmente. Matteo era spiritoso e affascinante, e Fiammetta rise così tanto da dimenticare ogni preoccupazione. Da quella sera, cominciarono a frequentarsi. Lei aspettava il momento in cui lavrebbe lasciata, ma lui rimaneva sempre al suo fianco, gentile e premuroso.

Passarono mesi. Cominciarono a parlare di convivenza e persino di matrimonio. Ma Fiammetta sapeva che la bellezza di Matteo sarebbe stata un problema. Dovunque andassero, cerano sempre donne pronte a lanciargli occhiate languide, e lei non ne poteva più. A volte rifiutava persino lidea di sposarlo.

“Fiorellino,” la chiamava lui a volte, “ma cosa ti inventi? Che fantasie sono queste?”

“Non lo so, non posso sposarti perché sei troppo bello. Agli uomini belli non ci si può fidare. Vedo come ti guardano le donne,” confessò con voce tremante.

“Fiamma, dimmi tu cosa devo fare allora. Vuoi che mi sfregi il viso?”

Lei lo guardò e capì che lo amava più di ogni altra cosa. Amava i suoi occhi scuri e profondi, lo sguardo caldo sotto quelle ciglia folte, i lineamenti perfetti. Matteo era un uomo fedele, che oltre a lei amava solo i suoi computer.

Alla fine, Fiammetta cedette. Si sposarono.

“Fiamma, amore mio, sei la donna più bella del mondo,” la stringeva tra le braccia, ripetendoglielo ogni giorno. E lei si scioglieva, anche se sapeva di essere attraente a sua volta. Ma per lei esisteva solo lui.

Un giorno, al salone arrivò una nuova ragazza, Beatrice. Era carina, chiacchierona e sempre sorridente. Non passò molto tempo prima che vedesse Matteo, che a volte veniva a trovare la moglie durante la pausa pranzo.

“Santo cielo, che bel uomo!” esclamò Beatrice, osservandolo dalla finestra mentre scendeva dallauto per abbracciare Fiammetta.

“Chi è?” chiese a una collega.

“Il marito di Fiammetta.”

“Il marito? Non è possibile!” rimase sconvolta.

Da quel giorno, Beatrice perse la pace. Voleva Matteo per sé, e non si sarebbe fermata davanti a nulla. Cominciò a parlare con Fiammetta, provocandola.

“Fiammetta, non hai paura che qualcuna te lo porti via? Un marito così bello è pericoloso.”

“No, non ho paura,” rispondeva lei, ma dentro di sé un verme di gelosia cominciava a rosicchiarle il cuore.

Beatrice non la lasciava in pace, e ogni giorno riportava il discorso su Matteo.

“Fiamma, ma tra voi due va tutto bene? Nessuna ti ha ancora rubato il marito?”

“Tutto perfetto,” rispondeva Fiammetta, lanciandole unocchiata che lasciò Beatrice interdetta. “Non ci crederai, ma mio marito vuole solo me.”

Beatrice capì di averla stuzzicata troppo.

“Non ti offendere, ti prego. Ho parlato senza pensare. Non sono mica interessata a tuo marito,” si giustificò.

Ma ormai Fiammetta era in allerta. Perché Beatrice era così ossessionata da Matteo?

“Perché ci sono persone così ficcanaso?” si domandava. “Noi stiamo bene insieme, e non ci importa degli altri.”

Ma Beatrice non mollava.

“Fiammetta, scusami, ma gli uomini belli sono pericolosi.”

“Per esperienza personale?” chiese Fiammetta. “Qualcuno ti ha fatto soffrire?”

“Eh, sì. Amavo un uomo bello come un dio, ma era un bugiardo. Le donne gli correvano dietro, e lui non si tirava mai indietro. Poi si stupì quando lo lasciai.”

“Ma non tutti sono così,” difese Fiammetta. “Non tutti sono donnaioli.”

Una volta, mentre Fiammetta era uscita a fare la spesa, Matteo arrivò al salone senza avvisare. Non trovandola, se ne andò.

“Pensavo di pranzare insieme,” le disse al telefono.

“Matteo, potevi avvisarmi! Dovevo fare la spesa. Comunque, ora sono alla cassa.”

Al suo ritorno, Beatrice le disse:

“È venuto il tuo bel marito. Che uomo straordinario,” sospirò.

“Lo so, mi ha chiamato. Ha lasciato qualcosa?” chiese Fiammetta, fingendo indifferenza.

“No, ma si è fermato un po qui.”

Fiammetta notò che Beatrice era rimasta colpita, e per il resto della giornata continuò a fare domande su Matteo.

A cena, Fiammetta chiese:

“Perché ti sei fermato al salone? Io non cero.”

“Io? Non mi sono fermato, ma quella tua collega”

“Beatrice? Ma dice di non piacerle gli uomini.”

“Be, non direi. Ha subito provato ad agganciarmi. Me ne sono andato.”

Fiammetta non chiese altro, ma dentro di sé ribolliva. Amava Matteo, ma Beatrice sembrava voler seminare dubbi.

“Fiammetta, perché non avete figli?” le chiese un giorno. “Ah già, con i bambini sarebbe più difficile separarsi. Ma Matteo è così affascinante”

Anche le altre colleghe notavano il comportamento di Beatrice. Fiammetta resisteva, ma dentro era furiosa.

“Tutti gli uomini sono uguali, e tuo marito non fa eccezione. Prima o poi ti tradirà. Non volevo rattristarti, ma quando non ceri, si comportava in modo molto ambiguo,” insinuò Beatrice, cercando di farla dubitare.

Quella sera, Fiammetta ne parlò con Matteo.

“Quella è una serpe. Si è attaccata a me, e quando le ho ricordato che sono sposato, ha cominciato a inventare storie. Sono scappato.”

Fiammetta rifletté a lungo. Decise di metterli alla prova. Qualche giorno dopo, chiese a Matteo

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