«Pietà, ne hai già quattro case, e noi dove andremo a vivere?»

«Giulia, per l’amor del cielo, hai già quattro appartamenti, perché te ne servirebbe un altro? E io e mamma dove andremmo, in strada?» gridai a mia sorella quando scoprii che voleva prendersi la nostra casa di famiglia. Questa è la storia di come l’avidità di mia sorella abbia quasi lasciato me e mia madre senza un tetto e di come ho cercato di difendere il nostro diritto a restare.

### La casa di famiglia e la sua storia

La nostra famiglia ha sempre vissuto in un grande trilocale nel centro di Roma. Questo appartamento fu assegnato ai miei genitori negli anni ’70, e da allora è diventato il nostro vero nido. Qui io e Giulia siamo cresciute, qui mamma ci ha cresciute da sola dopo la morte di papà. È un po’ vecchio, ma spazioso, con soffitti alti e finestre grandi. Io e mamma ci abitiamo ancora, anche se ormai avrebbe bisogno di una ristrutturazione.

Mia sorella maggiore, Giulia, se n’è andata anni fa. Si è sposata bene, suo marito fa l’imprenditore e insieme hanno messo da parte un bel gruzzolo. Giulia ha già quattro appartamenti: due li affitta, uno l’ha comprato per suo figlio e nel quarto vive con il marito. Non le ho mai invidiato niente, anzi, ero felice che se la passasse bene. Ma recentemente ha annunciato che vuole prendersi la casa di famiglia.

### «È la mia eredità»

È cominciato tutto quando Giulia è venuta a trovarci. Tra una chiacchiera e l’altra, ha tirato fuori l’argomento: «Mamma, qui è faticoso per te, le scale sono ripide e l’ascensore è vecchio. Perché non vendiamo e io e Clara vi troviamo qualcosa di più adatto?» Io sono rimasta di sale: «Vendere? E io e mamma dove andremmo?» Giulia ha risposto che era «la sua eredità» e che aveva diritto alla sua parte. Dice che l’appartamento è di noi tre – mamma, io e lei – e che vuole quello che le spetta.

Ero sconvolta. Primo, mamma è ancora viva, che eredità? Secondo, Giulia sa benissimo che io e mamma non abbiamo un’altra casa, e il suo «qualcosa di più adatto» suona come una stanza in un pensionato. Le ho detto: «Giulia, hai già quattro case, a che ti serve questa? E noi due dovremmo dormire in piazza?» Lei ha iniziato a parlare di investimenti, che «la proprietà è sempre un affare». Ma capivo che non era solo questione di soldi: voleva semplicemente prendersi tutto.

### La discussione con mamma e il litigio

Mamma, sentendoci discutere, si è messa a piangere. È sempre stata giusta con entrambe, ma stavolta non ce l’ha fatta: «Giulia, non ti vergogni? Questa è casa nostra, ci ho vissuto tutta la vita». Ma Giulia non ha cambiato idea: «Non voglio litigare, ma è un mio diritto. Se non vendiamo, andrò in tribunale per la divisione».

Non riuscivo a credere che mia sorella potesse fare una cosa del genere. Non siamo mai state molto vicine, ma non pensavo che arrivasse a tanto. Ho provato a ragionarci, le ho ricordato che io e mamma non possiamo permetterci un’altra casa, che il mio stipendio di maestra e la sua pensione non bastano. Ma Giulia ha solo scrollato le spalle: «Troverete un modo».

### E adesso che si fa?

Ora mi sento persa. Fare causa non voglio: costa, ci vuole tempo e mamma non reggerebbe lo stress. Ma non ho intenzione di lasciare la casa dove viviamo. Ho proposto a Giulia di comprarle la sua parte, ma ha chiesto una cifra che non potrei mai raccogliere. Mamma piange e dice che preferirebbe morire piuttosto che andarsene.

Non so come uscirne. Dovrei parlarle ancora, provare a farle capire? O prepararmi per il tribunale? Se qualcuno è passato per una cosa simile, ditemi come avete gestito questi conflitti in famiglia. Come faccio a difendere la nostra casa senza perdere mia sorella? Consigliatemi, ne ho davvero bisogno.

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