«Posso avere un elenco dei servizi?» — chiese con sfida Valeria, rendendosi conto che i suoi ‘affari di famiglia a buon mercato’ si stavano trasformando in debiti e intrighi

Posso farti una domanda? Valeria posò davanti alla suocera un piatto di minestra e la fissò con severità, forse fin troppo. Perché vieni qui ogni giorno? Abbiamo aperto una mensa gratuita o un circolo chiamato “Umilia la nuora”?
Natalia De Luca, una signora di sessantacinque anni con unespressione perenne di disapprovazione, come se il mondo non fosse mai allaltezza delle sue aspettative, la squadrò. Le rughe attorno alle labbra si contorsero in un sorriso acido.
Prima di tutto cominciò, senza toccare la minestra sono tua suocera. Secondo, se cucinassi decentemente, non avrei bisogno di venire. E terzo si avvicinò con fare minaccioso voglio assicurarmi che non stia avvelenando mio figlio.
Luca, il marito trentottenne di Valeria, sedeva tra loro come il formaggio in un panino. Il formaggio che si scioglie e cerca di scivolare via senza farsi notare.
Mamma, ma che dici? borbottò lui, grattugiando il pane. La minestra è buona.
Ah, “buona”! lo imitò la madre. Per voi tutto è “buono”! Il suo lavoro da quattro soldi nella scuola, i suoi vestiti, questa minestra… Lhai fatta con le bucce delle patate?
Valeria respirò a fondo. Lo faceva sempre quando doveva trattenersi. Ma quella volta non servì.
Allora non mangiarla. Nessuno ti obbliga. La porta è là, Natalia. O sei venuta per ricordarmi che la tua precedente nuora cucinava meglio e tuo figlio era più felice?
Luca trasalì come se avesse toccato una piastra elettrica.
Vale, non iniziare
Ecco, comincia! sbottò la suocera. La regina delle pentole! Tra laltro, Caterina lavorava, teneva la casa in ordine e non umiliava suo marito!
Caterina. La mitica Caterina. Lex moglie di Luca. Leggendaria, perfetta, insostituibile. Se nera andata da sola, tra laltro, con dignità. Ma Natalia la venerava come una santa.
E allora perché non vai da lei a mangiare la minestra, se sei così fanatica? ribatté Valeria, sentendo il sangue ribollirle nelle vene come quella dannata minestra.
Luca arrossì, ma classico si limitò a dire:
Basta, mamma, lasciamo stare Caterina.
La suocera si alzò, si sistemò il cardigan logoro e, fissando Valeria, disse con veleno:
Se aveste qualche soldo, invece di quei due spicci da insegnante, canteresti unaltra canzone. Ma no, siete qui senza un soldo e senza cervello. Io, invece, penso al vostro futuro! Non posso venire sempre a salvarvi dai vostri errori!
Ci stai salvando? replicò Valeria, appoggiando le mani sul tavolo. Posso avere un elenco dei servizi? Perché mi sembra di aver perso qualche dettaglio
Mamma ha ragione intervenne inaspettatamente Luca. Vale, sai comè la situazione. Mutui, prezzi Lo fa per noi.
Valeria tacque. Lo fissò. E in quel momento capì con chiarezza: nulla sarebbe mai cambiato. Mai.
Quella sera, dopo che Natalia se nera andata sbattendo la porta con tale forza da far cadere un barattolo di fagioli, Valeria rimase in cucina a chiedersi: “Ma che ci faccio qui?”
Il telefono vibrò. SMS: “Valeria Bianchi, richiamo urgente. Notaio De Santis. Eredità di zia Lina.”
Zia Lina Valeria stentava a ricordare lultima volta che laveva vista. Viveva a Pisa. Sola. Un po eccentrica. Ma innocua.
Richiamò. Una voce asciutta e professionale:
Valeria Bianchi? Notaio De Santis. Riguardo leredità di zia Lina. Vi ha lasciato tutto il suo patrimonio.
Scusi cosa? chiese Valeria, asciugando distrattamente il tavolo.
Tutto il suo patrimonio. Incluso un deposito bancario. Due milioni di euro. Vi aspettiamo per le formalità.
Valeria sedette. Poi si alzò. Poi sedette di nuovo.
Due. Milioni. Di euro.
Guardò il muro per un minuto. Poi un altro. Poi Luca irruppe in cucina, raggiante, con un sacchetto dellEurospin e un tono allegro:
Senti, mamma ha chiamato dice che forse dovresti lasciare il lavoro. Tanto quei due soldi a scuola
Ah sì? borbottò Valeria, guardando oltre lui.
La notizia si diffuse più veloce del covid.
Il mattino dopo, Natalia era già sulla soglia con un sorriso compiaciuto e una busta.
Allora, piccola cinguettò con una voce così dolce da far venire voglia di rompere le finestre congratulazioni! Lo sapevo che portavi fortuna! Anche la minestra ora è meno peggio. A proposito dobbiamo parlare di come gestire quei soldi. Per farli fruttare, capisci?
Quali soldi? chiese Valeria, sapendo già che lo spettacolo era solo allinizio.
Ma dai, cara agitò le mani la suocera. Ora sei ricca! Luca mi ha detto. Allora apriremo un conto a mio nome. Più sicuro. Non si sa mai
Certo annuì Valeria, stringendo la tazza fino a sbiancare le nocche. Non si sa mai
Luca, intanto, fingeva di riparare un telecomando. Cercava qualcosa per terra, forse la dignità perduta.
Non preoccuparti continuò Natalia, passeggiando per la cucina come un ispettore. I soldi restano in famiglia. Tutto per la famiglia. Non è per me! Lo faccio per voi.
Valeria si alzò. Lentamente.
Luca. Dimmi una cosa anche i tuoi genitori potrebbero aprire un conto a mio nome? Sai, per sicurezza. I soldi sono della famiglia, no?
Vale mamma lo fa per bene
Per bene? Valeria sorrise amaramente. Allora facciamo che scrive una ricevuta, promettendo di restituirmeli. Così vediamo.
La suocera si irrigidì.
Che tono è questo? Sai con chi stai parlando?!
Valeria la guardò. Bene.
Con una persona che per cinque anni mi ha detto che non valevo niente. E ora improvvisamente se nè dimenticata.
Natalia si bloccò. Poi si sedette. E pronunciò la frase che rimase sospesa nellaria come un odore di pesce avariato:
Beh, ormai siamo una famiglia. E la famiglia è sacra.
Luca tacque. Con impegno.
E Valeria, per la prima volta da anni, pensò: forse era davvero ora di scoprire comera la vita senza questa “famiglia sacra”.
Quando Valeria uscì dal palazzo con una valigia, la vicina Rita, con la sua eterna faccia da battaglia, la fissò:
Te ne vai, Vale? Al mare?
Sì annuì Valeria. A Rimini. Passando per Firenze.
La valigia era ridicola vecchia, ancora di sua madre, con una serratura che si chiudeva solo storta. Ma dentro cera tutto lessenziale: due jeans, tre magliette, i documenti e uno spazzolino. Il resto il resto era rimasto con Luca e Natalia. Che se lo godessero.
Andò a stare da Claudia. Unamica doro, divorziata, contabile, con un tic nervoso sviluppato dopo quindici anni di matrimonio con un esemplare della razza “divano con birra”.
Sistemati disse Claudia

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