Prepara il menu per le cinque: non starò certo in cucina nel giorno del mio anniversario!” ordinò la suocera, ma poi se ne pentì amaramente

**Diario personale – 15 Ottobre**

Quel sabato mattina, Anna Maria si svegliò con laria di chi aspetta una festa. Sessantanniuna cifra tonda, degna di celebrazione. Da settimane pianificava levento: gli invitati, labito, persino il menù. Davanti allo specchio, il suo riflesso sorrideva soddisfatto. Tutto doveva andare come previsto.

“Mamma, buon compleanno!” Andrea fu il primo a entrare in cucina, reggendo un pacchetto avvolto con cura. “Da me e da Elena.”

Elena annuì in silenzio, la tazzina di caffè tra le mani. Non era mai loquace al mattino, specie quando si trattava dei festeggiamenti per la suocera.

“Grazie, tesoro!” Anna Maria prese il regalo con un sorriso forzato. “Avete già fatto colazione?”

“Sì, mamma, tutto a posto,” rispose Andrea, lanciando unocchiata alla moglie.

Elena lasciò la tazza nel lavello, preparandosi mentalmente al peggio. Gli ultimi giorni Anna Maria era insolitamente euforica, il che rendeva i suoi ordini ancora più perentori. Come se il compleanno le desse diritto di comandare a bacchetta.

“Elena, cara,” la chiamò la suocera con quel tono che preannunciava sempre una richiesta-non-richiesta. “Ho un compitino per te.”

Elena si voltò, mantenendo unespressione neutra. Dopo tre anni in quella casa, conosceva ogni sfumatura della voce di Anna Maria.

“Ecco il menù. Prepara tutto per le cinquenon starò certo in cucina io, nel giorno del mio compleanno!” Le porse un foglio piegato, zeppo di annotazioni in calligrafia impeccabile.

Elena lo prese, scorse lelenco e sentì un nodo allo stomaco. Dodici portate. Dodici! Dalle antipasti alle insalate elaborate, alle pietanze calde.

“Anna Maria,” iniziò con cautela, “ma è un lavoro da giornata intera”

“E certo!” rise la suocera, come se fosse ovvio. “Che altro si fa per un giorno così speciale? Si cucina per la festeggiata! Ci saranno amiche, vicine di casa Non possiamo fare brutta figura!”

Andrea guardava alternativamente la madre e la moglie, percependo la tensione.

“Mamma, e se ordinassimo qualcosa di già pronto?” propose tentennando.

“Ma che dici!” sbuffò Anna Maria. “Servire roba comprata al supermercato? Che figura ci farei? No, tutto deve essere fatto in casa, con amore!”

Elena serrò i pugni. Con amore. Il suo amore, naturalmente, mentre avrebbe sgobbato in cucina.

“Daccordo,” rispose secca, avviandosi verso luscita.

“Elena!” la richiamò Andrea. “Aspetta.”

Si fermò in corridoio, respirando a fondo. Andrea la raggiunse, gli occhi pieni di colpevolezza.

“Ascolta, ti aiuterei, ma sai che in cucina sono un disastro”

“Figurati,” rispose Elena con un sorriso tirato. “E che tua madre mi usi come domestica, invece, ti sembra normale?”

“Non esagerare” scrollò le spalle. “È solo per la festa. Ci ospita, non ci chiede un euro per le bollette”

Elena lo fissò a lungo. Avrebbe potuto ricordargli le critiche sul suo modo di tenere la casa, i commenti sul cibo, le frecciate su come fosse “una ragazza di campagna” accolta per carità. Ma a che pro? Per Andrea, sua madre era sempre nel giusto.

“Va bene,” disse infine, tornando in cucina.

Le ore successive furono un turbine. Tagliare, cuocere, mescolare. Le mani lavoravano, la mente invece rimuginava. Poi, mentre mescolava una salsa, lilluminazione. Unidea semplice ma geniale.

Prese una scatolina dallarmadietto, acquistata in farmacia mesi prima per sé ma mai usata. Un lassativo a effetto lieve. In unora avrebbe fatto effetto.

Studiò il menù. Antipasti, insalateperfetti per qualche goccia discreta. Le pietanze calde le lasciò intatte: almeno lei e Andrea avrebbero mangiato.

Per le cinque, la tavola era un trionfo. Anna Maria, vestita a festa e ingioiellata, ispezionò la cucina con fare da generale.

“Non male,” concesse magnanima. “Linsalata russa poteva essere più salata, però.”

Elena tacque, sistemando i piatti. Dentro di sé, esultava.

Gli ospiti arrivarono puntuali. Anna Maria li accoglieva a braccia aperte, raccogliendo regali e complimenti. Le amiche, altrettanto eleganti, lodavano la tavola imbandita.

“Anna, che meraviglia!” esclamò Valentina, la vicina. “Hai fatto un lavoro splendido!”

“Ma no, è stato uno sforzo condiviso,” sorrise la suocera. “Anche Elena ha dato una mano.”

Elena, intenta a disporre i piatti, trattenne una risata. Una mano. Certo.

“Andrea,” sussurrò al marito, “non mangiare gli antipasti. Aspetta il secondo.”

“Perché?”

“Aspetta e basta.”

Lui obbedì, perplesso. Elena si sedette in disparte, osservando gli ospiti divorare le portate. Anna Maria si vantava dei suoi menu, dei segreti di famiglia

Passò unora. Poi, iniziò lo spettacolo.

“Oddio,” gemette Valentina, pallida. “Mi sento male”

“Anche a me!” si unì unaltra ospite. “Anna, sei sicura degli ingredienti?”

La suocera impallidì. “Certo! Tutto fresco!”

Ma anche lei fu colta da crampi. Si scusò e corse in bagno, seguita da una fila di ospiti.

“Elena, che succede?” chiese Andrea, sgomento.

“Non so,” rispose lei impassibile. “Forse qualcosa che hanno mangiato. Per fortuna noi abbiamo evitato gli antipasti.”

Nel caos, gli ospiti se ne andarono uno dopo laltro, borbottando scuse. Per le sette, rimasero solo loro tre. Anna Maria, esausta, era afflosciata sul divano.

“Riposati,” disse Elena dolcemente. “Pensiamo noi a sistemare.”

“Cos

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Prepara il menu per le cinque: non starò certo in cucina nel giorno del mio anniversario!” ordinò la suocera, ma poi se ne pentì amaramente