**Diario di un Figlio**
Prima che mio padre morisse, cacciò mia matrigna di casa Pensammo che avesse paura che contendesse leredità, ma la verità fu ancora più sconvolgente
Sono il più giovane di tre fratelli. Mia madre biologica morì quando avevo poco più di un anno, prima che potessi pronunciare la parola “mamma”. Tre anni dopo, mio padre si risposò. Si chiamava Bianca: una donna minuta, dalla voce dolce e il carattere pacato.
Fu lei a crescerti. Ero un bambino malaticcio di quattro anni, e ricordo come mi nutriva cucchiaio dopo cucchiaio di minestra. Mi accompagnava allasilo, mi aspettava ogni pomeriggio alluscita e, quando iniziai le elementari, era così orgogliosa come se fossi suo figlio.
Per me, non fu mai “la moglie di papà” o “la matrigna”: era semplicemente mamma, a modo suo.
**Il rifiuto dei miei fratelli**
I miei fratelli, che avevano 10 e 13 anni quando Bianca entrò nelle nostre vite, non laccettarono mai. La chiamavano “la nuova moglie di papà” e la consideravano unestranea. Mi dicevano che era gentile con me solo per compiacere mio padre, che prima o poi mi avrebbe tradito.
A volte ci credevo. La trattavo male, litigavo con lei, una volta strappai una sua camicia in un impeto di rabbia. Ma una notte la vidi piangere in silenzio in camera sua. Piansi anchio.
Con gli anni, capii che i miei fratelli si sbagliavano. Bianca, senza alcun obbligo, mi aveva dato tutto il suo amore e le sue cure. Cambiai atteggiamento, iniziai a chiamarla “mamma Bianca” e a trattarla con lo stesso affetto che lei mi offriva da sempre.
**Il carattere di mio padre**
Ricordo mio padre che labbracciava in silenzio, dicendole di avere pazienza con i miei fratelli, che il loro rifiuto era dovuto alla perdita della madre in giovane età. Bianca annuiva tra le lacrime e mai alzò la voce contro di loro, anche quando erano crudeli.
Col tempo, i miei fratelli si sposarono e se ne andarono di casa. Restammo solo io, mio padre e Bianca.
**Lallontanamento inaspettato**
Allinizio di questanno, mio padre si ammalò gravemente. Improvvisamente, divenne irritabile con Bianca. Le urlava per ogni cosa, la rimproverava senza motivo. Non capivo.
Un weekend, con i miei fratelli e le loro famiglie presenti, accadde limpensabile: mio padre gridò davanti a tutti che Bianca doveva andarsene. Lei, tremante, non oppose resistenza. Prese una valigia e tacque.
Settimane dopo, durante un pranzo di famiglia, ripeté: “Tra te e me non cè più niente. Vattene e non tornare.” Bianca mi guardò con tristezza e sussurrò: “Non dire nulla. Lascia stare.” E se ne andò. Quellimmagine mi rimase impressa.
Due settimane dopo, mio padre morì.
**Leredità e i sospetti**
Bianca organizzò il funerale con la discrezione di sempre, come se fosse la vedova legittima. Poi sparì di nuovo. I miei fratelli insinuarono che forse papà laveva cacciata per evitare che chiedesse parte delleredità.
Passati i quaranta giorni di lutto, ci riunimmo per dividere i beni: la casa di tre piani, un piccolo terreno e alcuni campi coltivabili. Tutto diviso in tre parti uguali. Sembrava risolto.
**La rivelazione**
Un mese dopo, incontrai un vecchio amico di mio padre al mercato. Mi disse una cosa che mi gelò il sangue:
“Sapevi che tuo padre ha comprato una casa a mio nome qualche mese fa? Poi lha intestata completamente a Bianca.”
Rimasi senza parole. Scoprii che, invece di cacciarla per paura delle pretese, mio padre le aveva già assicurato un rifugio. Lo fece perché sapeva cosa sarebbe successo: i miei fratelli, alla sua morte, lavrebbero scacciata senza pietà.
**Il vero motivo**
Decisi di cercare Bianca. La trovai in una casetta accogliente, con un portico soleggiato. Mi aprì la porta con il suo solito sorriso, la stessa dolcezza di sempre. Parlammo a lungo in cucina.
Quel giorno capii. Mio padre non laveva mandata via per egoismo o paura. Lo fece per proteggerla dai suoi stessi figli, per darle un posto dove nessuno potesse ferirla.
Bianca non volle mai nulla da noi. Diede solo amore, pazienza e cure a un bambino che non era suo, per decenni.
**Cosa insegna questa storia?**
A volte, i gesti più duri nascondono le intenzioni più nobili. Lamore vero non si esprime sempre con parole dolci, ma con scelte che proteggono chi lo merita.
Questa storia ci ricorda che la famiglia non è solo sangue, ma lamore e la fedeltà che qualcuno dimostra ogni giorno, in silenzio, senza chiedere nulla in cambio.




