Prima del matrimonio mi portava in braccio, dopo sembrava disamorato

Prima del matrimonio mi portava in palmo di mano, e dopo… sembrava aver smesso di amarmi.

Quando incontrai Massimo per la prima volta, pensai di aver vinto la lotteria. Era l’uomo perfetto, quello che si descrive nei romanzi rosa: attento, affettuoso, premuroso. Non si limitava a interessarsi a me, viveva per me. Chiamate multiple al giorno: «Come stai?», «Ti sei coperta bene?», «Hai mangiato?». Se vedeva il cielo scurirsi, eccolo sotto il mio ufficio con l’ombrello. Ogni mattina, sulla mia scrivania, compariva un mazzo di fiori: tulipani, rose, margherite. Le colleghe mi invidiavano, e io non credevo alla mia fortuna.

Era come una coperta calda che mi avvolgeva. Passavamo le serate a passeggiare per i vicoli di Firenze, chiacchierando di nulla, tenendoci per mano come due adolescenti innamorati. Poi arrivò la proposta: classica, con l’anello, in ginocchio, nel caffè del nostro primo appuntamento. Addirittura volò a Catania per conoscere i miei genitori – segnale che la cosa era seria. Ero così felice che mi sembrava di vivere in un film, dove io ero la protagonista.

Ma la favola finì appena usciti dal comune.

All’inizio i cambiamenti furono sottili. Sparirono i messaggi mattutini, le chiamate affettuose. I fiori diventarono un ricordo lontano. I suoi baci sembravano doveri, non gesti d’amore. Prima non staccava gli occhi da me, adesso quasi non mi notava.

E a casa? A casa si era trasformato in un fantasma. Prima correva a sistemare tutto, ora sospirava: «Se serve, chiama un idraulico». O peggio: «L’hai voluto tu, arrangiati». I piatti? Accumulati nel lavello. La polvere? Nemmeno la vedeva. Eppure prima del matrimonio si vantava di essere capace di costruire una casa con le sue mani!

Non capisco cosa sia successo. Io sono la stessa: curata, in forma, elegante. Gli uomini per strada ancora si girano. Lui, invece? Come se mi avesse messa in un angolo, dimenticata. Diventata routine. Superflua.

Mia madre dice: «È così per tutti. Il matrimonio non è fatto di romanticherie. Lui lavora, porta i soldi a casa, non beve, non tradisce. Ringrazia». Ma io non ci sto. Non voglio un marito che semplicemente occupa spazio. Voglio sentirmi amata, non solo «comodamente sistemata».

Ieri sera ho cercato il suo sguardo. Non l’ha notato. Era incollato al telefono, sorrideva allo schermo. E in quel momento mi è venuto un dubbio atroce: e se c’è un’altra? Forse è per questo che è così distante? Perché il suo cuore è altrove?

Non voglio crederci. Ma se avessi ragione?

Come affrontarlo? Come fargli dire la verità? Perché io, nonostante tutto, lo amo ancora. Cedergli a un’altra? Mai. Perdonare un tradimento? Probabilmente no. Ragazze, chi ci è passata? Come si fa quando il prima e il dopo matrimonio sono due mondi diversi? Come uscire da questa sensazione di essere… un mobile nella sua vita? Non so cosa fare… ma tacere non posso più.

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