Primavera Precoce: Il Risveglio della Natura in Anticipo

Inizio della primavera

La piccola Giulia, una bambina di quattro anni, osservava con curiosità il “nuovo arrivato” nel loro cortile. Era un anziano signore dai capelli grigi, seduto sulla panchina con un bastone in mano, appoggiato come un mago uscito da una fiaba.

«Nonno, sei un mago?» gli chiese.

Luomo scosse la testa, e lei rimase un po delusa.

«Allora perché hai il bastone?» insisté la bambina.

«Mi serve per camminare, per muovermi meglio» rispose il signor Edoardo Rossi, presentandosi.

«Allora sei molto vecchio?» domandò Giulia, sempre curiosa.

«Per te sì, ma per me no. È solo che mi sono fatto male a una gamba, è stata rotta. Sono caduto male. Per ora mi aiuto con questo.»

In quel momento arrivò la nonna della bambina, che la prese per mano per portarla al parco. La signora Maria Bianchi salutò il nuovo vicino con un sorriso, ma fu con Giulia che luomo di sessantadue anni strinse amicizia. La piccola, aspettando la nonna, usciva prima in cortile e aveva il tempo di raccontare tutte le novità al suo nuovo amico: il tempo, cosa avrebbe preparato la nonna per pranzo, e che la sua amichetta era stata malata la settimana prima

Edoardo non mancava mai di offrirle una buona cioccolatina. E ogni volta si stupiva: Giulia la sgranocchiava a metà, avvolgeva laltra metà nella carta e la riponeva in tasca.

«Perché non la mangi tutta? Non ti piace?» chiese una volta Edoardo.

«È buonissima. Ma voglio darne un po anche alla nonna» rispose.

Luomo ne fu commosso, e la volta dopo gliene regalò due. Ma Giulia ne mangiò solo una e conservò laltra.

«E adesso per chi la tieni?» domandò Edoardo, sorpreso dalla sua parsimonia.

«La posso dare a mamma e papà. Anche se possono comprarsele, gli piace quando gliele regalo.»

«Ah, capisco. Hai una famiglia unita, piccola. E un cuore generoso.»

«Anche la nonna è buona. Perché ama tutti» iniziò a dire Giulia, ma la nonna era già uscita dal portone e le aveva preso la mano.

«A proposito, signor Rossi, grazie per le caramelle. Ma a Giulia, e anche a me, non fa bene mangiare dolci. Scusi»

«Allora come posso fare? Non posso lasciarvi senza un pensiero. Cosa vi piace?»

«Abbiamo tutto a casa, grazie.»

«No, non mi va. Voglio offrirvi qualcosa. E poi, voglio essere un buon vicino.»

«Allora passiamo alle noci. E le mangiamo solo a casa, con le mani pulite. Va bene?» propose Maria, guardando sia lui che Giulia.

La bambina e Edoardo annuirono, e da quel giorno la nonna trovò nelle tasche di Giulia noci o nocciole.

«Oh, la mia scoiattolina. Sai che costano parecchio, vero? E il signor Rossi ha bisogno di medicine, vedi che zoppica?»

«Non è vecchio e non zoppica! La gamba sta guarendo» lo difese Giulia. «E vuole tornare a sciare entro linverno.»

«A sciare?» sorrise Maria. «Be, allora complimenti.»

«Nonna, comprami degli sci?» chiese Giulia. «Così posso andare con il signor Edoardo. Ha promesso di insegnarmi.»

Da quel momento, Maria, passeggiando al parco con la nipote, vide anche il vicino camminare con energia, ormai senza bastone.

«Nonno, aspetta me!» Giulia lo raggiungeva e si metteva al suo fianco con passo vivace.

«Aspettate anche me!» si affrettava Maria.

Iniziarono così a camminare in tre, e presto a Maria piacque quellabitudine, mentre per Giulia era un gioco. Aveva unenergia invidiabile: correva, danzava lungo il sentiero, si arrampicava sulle panchine e poi tornava al loro fianco, comandando:

«Uno-due, tre-quattro! Passo sicuro, guarda avanti!»

Dopo le passeggiate, Maria e Edoardo si sedevano sulla panchina, mentre Giulia giocava con le amiche, ma prima di salutarsi riceveva sempre qualche noce dal suo amico.

«La stai viziando» si scusava Maria. «Facciamo che queste coccole restino per le feste, ti prego.»

Un giorno Edoardo le raccontò di essere rimasto vedovo cinque anni prima, e di aver finalmente deciso di dividere il suo grande appartamento in due: uno più piccolo per sé e uno per il figlio.

«Qui mi trovo bene. Anche se non cerco troppa compagnia, è bello avere degli amici, specialmente tra i vicini.»

Due giorni dopo, Edoardo sentì bussare alla porta. Cerano Giulia e Maria con un vassoio di crostate.

«Vogliamo ricambiare le tue gentilezze» disse Maria.

«Hai il bollitore?» chiese Giulia.

«Certo, che bella sorpresa!» Edoardo li fece entrare.

Con il tè, latmosfera era calda e accogliente. Poi Giulia esplorò con interesse la libreria e la collezione di quadri di Edoardo, mentre Maria osservava con affetto la sua gioia e la pazienza con cui lui le spiegava ogni dipinto.

«I miei nipoti sono lontani, e già alluniversità. Mi mancano» disse Edoardo. «Ma tua nonna è ancora giovane!»

Accarezzò Giulia e le offrì un foglio e una matita.

«Sono in pensione da soli due anni, e non ho tempo di annoiarmi» aggiunse Maria, indicando la nipote. «E poi mia figlia aspetta già un altro bambino. Siamo fortunati a vivere così vicini.»

Passarono lestate insieme, e con linverno Maria comprò gli sci a Giulia, come promesso. I tre iniziarono ad allenarsi nel parco, dove era stata preparata una pista perfetta.

Edoardo e Maria diventarono così amici che ormai uscivano solo insieme. E Giulia, che non andava allasilo, era quasi sempre con la nonna. Così si vedevano ogni giorno. Ma una volta Edoardo partì per la capitale, per visitare i parenti.

Giulia gli mancava e chiedeva sempre quando sarebbe tornato.

«Starà via un mese. Ha detto che approfitterà del viaggio. Intanto noi badiamo al suo appartamento, da buoni amici» spiegò Maria, che ormai si era abituata alla sua compagnia, ai regalini, al sorriso e al buonumore di Edoardo. Lui le aveva anche aiutate, sistemando una presa o cambiando una lampadina.

Dopo una settimana, già sentivano la sua mancanza. Uscivano e guardavano la panchina vuota dove li aspettava sempre.

Allottavo giorno, Maria uscì di corsa e lo vide seduto lì, al solito posto.

«Ciao, caro vicino ma non ti aspettavamo così presto! Non dovevi restare di più?»

«Eh, la capitale è rumorosa. I miei sono sempre al lavoro. Che faccio, li aspetto tutto il giorno da solo? Li ho visti, abbiamo chiacchierato, basta. Qui mi sento a casa, mi siete mancati»

«Nonno, cosa hai regalato ai tuoi nipoti? Caramelle?» chiese Giulia.

Gli adulti risero.

«No, tesoro. Anche a loro fanno male. Sono grandi. Ho dato loro dei soldi, per gli studi.»

«Sono contenta che tu sia tornato. È come se tutto fosse al suo posto» sorrise Maria.

Giulia lo abbracciò, commuovendolo.

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