“Caro, puoi venire a prendermi al lavoro?” – Giulia chiamò suo marito con la speranza che, dopo una giornata di lavoro pesante, non avrebbe dovuto affrontare un viaggio di quaranta minuti in autobus.
“Sono occupato”, rispose Andrea, con un tono secco. In sottofondo si sentiva chiaramente la televisione, segnale che Andrea fosse a casa.
Giulia era amareggiata fino alle lacrime. Il loro matrimonio stava andando in pezzi e, solo sei mesi prima, Andrea era pronto a portarla in braccio ovunque. Cosa era cambiato in così poco tempo? Giulia non lo sapeva.
Si prendeva cura del suo aspetto, dedicando molto tempo in palestra. Era una cuoca eccezionale – non per niente lavorava in un ristorante rinomato. Non chiedeva mai denaro, non faceva scenate e era disposta ad esaudire qualsiasi desiderio del marito…
“Così finisci per stancarlo,” scuoteva la testa la madre, ascoltando le lamentele di Giulia. “Non devi mai assecondare un uomo in tutto.”
“Io lo amo,” sorrideva impotente Giulia. “E lui ama me…”
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Alla fine, era stanca di lui, pensava Giulia mordendosi le labbra, mentre scorreva la cronologia del browser. Si scoprì che Andrea passava tutto il suo tempo libero sui siti di incontri, chattando con varie ragazze contemporaneamente. “Perché non poteva semplicemente parlarne con me? Avrei capito e l’avrei lasciato andare. Perché torturarsi, vivendo con una donna che non ama e torturarla con il suo comportamento?”
Divorzio, quindi. Beh, era forte, ce l’avrebbe fatta. Ma non l’avrebbe lasciato andare così facilmente. Meritava una piccola vendetta…
Quella stessa sera Giulia si registrò sullo stesso sito frequentato da suo marito, lo trovò e gli scrisse. Usò una foto presa da internet, leggermente ritoccata, ed era sicura che Andrea ci sarebbe cascato. E ci cascò.
Iniziò una corrispondenza appassionata. Nei suoi messaggi, Andrea dichiarava di non essere sposato e si diceva pronto per una relazione seria e per i figli. Elogiava il suo carattere meraviglioso, cosa che faceva ridere Giulia fino alle lacrime. Lei sapeva bene quanto fosse difficile convivere con lui.
“Dovremmo incontrarci,” scrisse Giulia, trattenendo il respiro in attesa di una risposta.
“Sono assolutamente d’accordo,” arrivò il messaggio dopo pochi secondi. “Ma temporaneamente a casa mia vive mia sorella, che si sta preparando per gli esami di ammissione. Quindi vediamoci in un luogo neutrale e proseguiamo la serata in un hotel.”
“Davvero?” commentò Giulia dopo aver letto. “Perché sei così sicuro che una ragazza accetterebbe immediatamente di andare in hotel con te? Qualsiasi persona normale si sentirebbe offesa da una proposta simile! Anche se, questo gioca a mio favore.”
“Allora incontriamoci a casa mia? Vivo in una villa fuori città, da sola. Nessuno ci disturberà…” pensava tra sé e sé se lui avrebbe accettato o no.
“Grande idea!” Andrea si rallegrò. Probabilmente perché non avrebbe dovuto spendere soldi extra. “Dammi l’indirizzo e l’orario. Arriverò con ali d’amore.”
“Via **** 25, alle dieci di sera. Va bene?”
“Certo! Aspettami.”
Verso le nove Andrea fece finta di ricevere una chiamata urgente dal lavoro. Non riusciva a trovare le chiavi dell’auto e chiese a sua moglie, con poca convinzione, se le avesse viste.
“Erano sul comodino,” disse Giulia guardando Andrea con occhi sinceri, mentre stringeva le chiavi in tasca. “Forse il gatto le ha spostate?”
Giulia non pensava affatto di aspettarlo. Perché avrebbe dovuto? Passò quel tempo facendo le valigie. Per fortuna aveva un proprio appartamento, ereditato dalla nonna. L’unica cosa che lasciò dietro di sé fu una richiesta di divorzio, messa bene in vista.
Andrea tornò a casa solo al mattino, furioso. Non solo il viaggio di andata era durato più di un’ora, ma Angela dal sito non si era presentata.
L’indirizzo era reale, anche la casa lo era. Ma abitava lì una donna ben diversa dalla modella della foto. La porta gli fu aperta da una donna grande due volte lui. Indossava solo un accappatoio trasparente e Andrea avrebbe pagato qualsiasi cifra pur di dimenticare quella scena.
Fece una gran fatica a liberarsi da quella situazione. Dovette chiamare un taxi solo per scappare. L’attesa fu lunga e Andrea riuscì anche a prendere freddo nel suo giacchino. Inoltre, l’autista si rivelò alquanto strano e prima lo portò chissà dove… Insomma, fu una serata movimentata.
Entrato in casa e vedendo il divorzio sul tavolo, Andrea capì chi si celava dietro tutta quella faccenda. Accanto, con il rossetto, c’era scritto: Questa dolce vendetta…
Puoi venire a prendermi al lavoro? – Lei chiamò il marito sperando di evitare un lungo viaggio in autobus dopo una dura giornata.
